Un detenuto è evaso dal carcere di massima sicurezza di Badu ‘e Carros a Nuoro e, secondo quanto fin qui ricostruito, sarebbe scappato scavalcando il muro di cinta. Il carcerato in fuga è Marco Raduano, classe 1984, detto “Pallone”, ed è un esponente di spicco dell’omonimo clan dei Montanari molto attivo nel territorio del Gargano. Era detenuto in regime di 416 bis per omicidio e violazione della legge sulle armi e deve scontare l’ergastolo.

Detenuto evaso dal carcere di massima sicurezza di Nuoro
Stando a quanto rivelato dal Sappe, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria, le dinamiche dell’accaduto sarebbero ancora in corso di accertamento e il personale della polizia penitenziaria sarebbe attivo per le ricerche dell’uomo sul territorio. Donato Capece, segretario generale del Sappe, ha sottolineato che «quel che è successo è di inaudita gravità ed è la conseguenza dello scellerato smantellamento delle politiche di sicurezza delle carceri. Il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più. Il Sappe denuncia da tempo che la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto, l’aver tolto le sentinelle della polizia penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, la mancanza in organico di poliziotti penitenziari, il mancato finanziamento per i servizi antintrusione e anti-scavalcamento».

Le difficoltà della polizia penitenziaria
Concorde con quanto dichiarato dal Sappe è anche il segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria, Gennarino De Fazio che ha aggiunto che «il fuggitivo si sarebbe calato nel più classico dei modi, con delle lenzuola annodate, e si sarebbe dileguato. Questa, nel disastrato sistema carcerario, è l’ennesima conferma dell’inadeguatezza anche dello speciale circuito definito, a questo punto impropriamente, ad alta sicurezza ma la cui sicurezza è di certo più latitante dell’odierno evaso e che, per di più, provoca come effetto collaterale l’inflazione della restrizione al carcere duro del 41-bis».