Djokovic torna agli Australian Open un anno dopo il caso vaccino

Giuseppe Fontana
07/01/2023

Djokovic rimette piede in Australia per il primo Slam del 2023. Proprio là dove ha scritto la storia e ha costruito un record difficile da battere. Un rientro reso possibile dalla cancellazione del bando di tre anni a causa della mancata vaccinazione dello scorso anno. I problemi per il serbo potrebbero ora arrivare negli Usa.

Djokovic torna agli Australian Open un anno dopo il caso vaccino

A un anno di distanza dal caso che ha animato il mondo del tennis, Novak Djokovic torna in uno dei Paesi che lo ha aiutato a costruire un’intera carriera: l’Australia. Con gli Open australiani si apre la stagione sportiva e il serbo, stavolta, non poteva mancare al primo Slam del 2023 che comincerà il 16 gennaio. Un torneo che l’ex numero 1 in classifica ATP ha vinto per ben nove volte, su 21 tornei del Grande Slam portati a casa. A quelle latitudini, nessuno ha fatto meglio di lui nella storia. La decisione di farlo partecipare è arrivata a novembre, quando è stata annullata la squalifica di 3 anni che li era stata inflitta a gennaio, dopo il caso del mancato vaccino contro il Covid e dell’espatrio forzato di inizio 2022.

Djokovic agli Australian Open un anno dopo il caso dei vaccini. Il tennista serbo torna dove ha fatto la storia con 9 successi in totale
Djokovic ha vinto gli Australian Open nel 2021 (Getty)

Cos’è successo a gennaio

Durante le prime due settimane del 2022, la vicenda di Novak Djokovic in stato di fermo in Australia ha animato le cronache sportive sui media di tutto il mondo. Il tennista serbo è sbarcato nel Paese senza essersi vaccinato contro il Covid, nonostante le leggi impedissero l’ingresso, forte di un’esenzione medica per aver contratto il virus poche settimane prima del suo arrivo. Dopo un tira e molla durato giorni, a causa di un visto prima concesso e poi ritirato, l’atleta, confinato in una struttura destinata agli immigrati in attesa di entrare in terra australiana, è stato fatto espatriare. Djokovic non ha così potuto partecipare agli Australian Open, poi vinti dal rivale Rafa Nadal, a cui ora contenderà il titolo. Ma all’espatrio si è aggiunta un’altra pena. Il tennista è stato bandito per tre anni dal Paese: per questo la presenza del serbo in Australia è stata, fino a novembre, tutt’altro che scontata.

Il ministro dell’Immigrazione ha ritirato il provvedimento

Per Djokovic è stato poi un anno dal sapore dolce e amaro. Il serbo è riuscito a vincere un torneo in ogni categoria: ATP 250, ATP 500, Masters 1000, Finals e Slam. Ha vinto Tel Aviv, Astana, Roma, Finals di Torino e Wimbledon. Ha dovuto rinunciare, però, anche agli US Open, sempre a causa del mancato vaccino. La vittoria più bella è arrivata poi a novembre, quando Channel9 News, un canale televisivo di Melbourne ha confermato la notizia che aspettava: la revoca del bando dall’Australia. L’espulsione è stata cancellata dal ministro dell’Immigrazione Andrew Giles, che di fatto ha chiuso, prima che si riaprisse, la diatriba tra Djokovic e il governo australiano. Così il serbo, nei giorni scorsi, ha potuto prendere il volo verso l’altro lato del pianeta, a caccia del decimo successo agli Australian Open.

Parla Djokovic: «Nessun rancore»

«È fantastico essere di nuovo in Australia», ha dichiarato Nole appena atterrato ad Adelaide. La gioia di Djokovic è giustificata, se si pensa al legame con lo Slam che ha vinto più volte e alla mancata possibilità di difendere il titolo della passata stagione. «Ovviamente quello che è successo 12 mesi fa non è stato facile per me, per la mia famiglia, il mio team, per chiunque mi fosse vicino. Ed è stato ovviamente deludente lasciare il Paese in quel modo. Questo resterà con me per il resto della mia vita. È un’esperienza di vita preziosa per me, ma devo andare avanti. Qui ho sempre ricevuto molto supporto, quindi spero di poter passare un’altra fantastica estate». Al termine del primo match dell’anno agli Adelaide International, vinto contro il francese Lestienne (6-3, 6-2), ha dichiarato di non serbare alcun rancore.

Djokovic agli Australian Open un anno dopo il caso dei vaccini. Il tennista serbo torna dove ha fatto la storia con 9 successi in totale
Djokovic in conferenza stampa (Getty)

Djokovic vuole vincere il 22esimo Slam

Adesso Djokovic potrà tornare a inseguire due obiettivi. Da una parte migliorare il suo stesso record. La vittoria degli Open d’Australia significherebbe il decimo trionfo in carriera nel primo Slam della stagione. Dall’altra, il 2023 si aprirebbe con il 22esimo titolo complessivo considerando i 4 maggiori tornei di tennis al mondo. Eguaglierebbe l’eterno rivale Rafa Nadal, campione in carica a cui vuole strappare scettro e corona. Attualmente il serbo è il numero 5 in classifica ATP ma chissà che il rinnovato abbraccio con l’Australia non possa portarlo nuovamente sulla via verso il gradino più alto del podio.

Il serbo rischia di non tornare negli Usa

La riapertura dell’Australia, in ogni caso, non coincide con una decisione presa in ogni parte del pianeta. Basti pensare agli Stati Uniti. Lì le autorità hanno prorogato fino al 10 aprile l’obbligo di certificato vaccinale contro il Covid da presentare per poter fare ingresso nel Paese. Una data che fa storcere il naso a Djokovic, che così rischia di saltare ben due Masters 1000: Indian Wells e Miami. Già lo scorso anno il serbo dovette cancellare il volo verso gli Usa e quest’anno sembra che, a meno di clamorose decisioni, dovrà fare lo stesso.