Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha annunciato che proporrà una profonda revisione della disciplina delle intercettazioni vigilando in modo rigoroso su ogni diffusione che sia arbitraria e impropria. Si è inoltre espresso sulla separazione delle carriere e sulla cancellazione di due reati.
Nordio su intercettazioni, separazione delle carriere e azione penale
In Commissione Giustizia al Senato, il guardasigilli ha affermato che, attraverso una diffusione selezionata e pilotata, le intercettazioni sono diventate «uno strumento micidiale di delegittimazione personale e spesso politica». In più, ha continuato, il loro numero è di gran lunga superiore alla media europea e anglosassone, hanno un costo elevatissimo, sono decise sulla base di sospetti e non concludono nulla: «Non si è mai vista una condanna solo sulla base delle intercettazioni». Mentre dovrebbero essere un mezzo di ricerca della prova, «sono esse stesse una prova che mette in pericolo la riservatezza e l’onore delle persone coinvolte, che spesso non sono neppure indagate». Di qui l’annuncio di una profonda revisione nonché di una vigilanza su qualsiasi diffusione impropria.

Nordio ha poi manifestato l’esigenza di una separazione delle carriere di giudici e pm. Con il codice di procedura penale di Giuliano Vassalli (1989), ha spiegato, il pm svolge un ruolo completamente diverso dal giudice e quindi non ha senso che stia nello stesso ordine. Quindi il capitolo sull’azione penale e sulla sua contrarierà all’obbligatorietà: «Si è tradotta in un intollerabile arbitrio, poiché il pubblico ministero può trovare spunti per indagare nei confronti di tutti ma senza rispondere a nessuno. A volte spinto dalle proprie ambizioni, anche se per fortuna sono pochi i magistrati così».

Le dichiarazioni su abuso d’ufficio e traffico di influenze
Il ministro è infine tornato sul leit motiv dell’abuso d’ufficio da modificare aggiungendovi anche il reato di traffico di influenze. Per il primo reato, ha evidenziato, «le condanne sono minime e per episodi di scarsissimo valore», con indagini frutto di «una spasmodica e improduttiva ricerca di garantire la pubblica amministrazione attraverso la via giudiziaria». A proposito di «indagini arbitrarie e perniciosi interventi della magistratura», ha quindi proposto di abolire anche il secondo reato.