I fari sulle nomine sono accesi da un po’. Certo, in primo piano ci sono Enel, Eni, Poste, ma dietro spunta un gruppo nutrito di altri enti, come quello del parco nazionale dell’Asinara o la Cassa di previdenza delle Forze armate. Un elenco lunghissimo su cui il nuovo governo potrà determinare, di fatto, un nuovo sistema di potere. Il dossier non è ancora entrato nel vivo, siamo al livello di scaramucce. Ha fatto parecchio scalpore, per esempio, quello che da più parti è stato definito un “pizzino” della Lega nei confronti dei partner di maggioranza. Lunedì 20 febbraio, infatti, fonti del Carroccio hanno fatto sapere all’Ansa che secondo il partito del vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, «le grandi aziende di Stato come Eni ed Enel devono cambiare profondamente le loro politiche e il loro approccio alla modernità. Serve un cambio di passo».
Liste da presentare entro il 15 marzo: pronto un tavolo
Un po’ di tempo ancora c’è. Le liste per le partecipate vanno presentate entro il 15 marzo e probabilmente la maggioranza organizzerà un tavolo per far quadrare il cerchio: si fanno i nomi di Francesco Lollobrigida e Giovanbattista Fazzolari per Fratelli d’Italia, Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo per Forza Italia, Giulio Centemero e Alberto Bagnai per la Lega.

Ma facciamo un riepilogo: di quante e quali nomine si tratta? Nel 2023 devono essere rinnovati, in tutto o in parte, gli organi di amministrazione di 18 società direttamente partecipate dallo Stato, 49 società di II livello e tre società di III livello indirettamente partecipate da Cassa depositi e prestiti. E queste sono solo le prime. Al 31 dicembre 2023 scadono – e dovranno quindi essere rinnovati nel 2024 – gli organi di amministrazione di 10 società direttamente partecipate, 51 società di II livello e quattro società di III livello indirettamente partecipate da Cdp.
Il capitolo più corposo è in mano al ministero dell’Economia
A conti fatti, le società a controllo pubblico i cui organi di amministrazione dovranno essere rinnovati tra la primavera del 2023 e il 2024 sono 135. Di cui 70 quest’anno. Facciamo una mappa per il 2023. Il capitolo più corposo, ovviamente, è in mano al ministero dell’Economia: Amco–Asset management company, banca Monte dei Paschi di Siena, Cinecittà (limitatamente a due consiglieri), Consap, Consip, Enav, Enel, Eni (da cui dipendono anche i rinnovi, sempre quest’anno, dell’agenzia giornalistica Agi e della raffineria di Gela, mentre per Saipem se ne parla nel 2024), Equitalia Giustizia, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Ita, Leonardo (sotto c’è Avio, da rinnovare sempre nel 2023), Poste Italiane (da cui dipende Postepay, anche qui scattano le nomine nel 2023), Sogesid, Sport e Salute (per la sola carica di presidente/ad), Sogin (l’incarico della struttura commissariale della società scade il 18 luglio 2023).

In ballo Difesa e servizi, sotto l’ombrello del ministero di Crosetto
E ci sono anche le Ferrovie Appulo lucane (del Mit) e Difesa e servizi (sotto il cappello del ministero attualmente guidato da Guido Crosetto). Niente male il capitolo Invitalia (il cui vertice è stato rinnovato nel 2022) sotto il cui ombrello rientrano Infratel Italia, Cdp Venture Capital e Mediocredito Centrale – Banca del Mezzogiorno, mentre il dossier Acciaierie d’Italia Holding (la ex Ilva) riporta la data del 2024.

Da rinnovare anche Rai Cinema, Rai Com e Rai Way
Fari puntati anche sul Gse. L’intenzione della maggioranza sarebbe quella di sostituire l’amministratore unico (Andrea Ripa di Meana) con un cda (per la cui guida si parla del leghista Paolo Arrigoni). Una mossa che anticiperebbe il rinnovo dal 2024 al 2023, allineandolo così alle nomine di Gme, Au e Rse. Da rinnovare anche i vertici di Rai Cinema, Rai Com e Rai Way, ma quello di viale Mazzini è un dossier a parte in attesa di capire come ci si muoverà con la “mamma” Rai.

Sei società “scadute” prima del 31 dicembre e non ancora rinnovate
A questo elenco bisogna poi aggiungere altre sei società i cui organi di amministrazione sono scaduti prima del 31 dicembre 2022 e non ancora rinnovati. Si tratta, in particolare, di Invitalia Partecipazioni e Eur Tel (la prima è in liquidazione, mentre per la seconda il Mef ha reso noto che è stata avviata la ricerca di acquirenti disposti a rilevare la quota dell’80 per cento della partecipazione); quattro società con organi scaduti il 31 dicembre 2021 (Italia Turismo, società in liquidazione partecipata da Invitalia, G. Imm. Astor, Mps Covered Bond e Mps Tenimenti partecipate da Monte dei Paschi di Siena). Quest’anno dovrà pure essere composto il consiglio di amministrazione dell’Istituto per il credito sportivo (da cui arriva il ministro dello Sport, Andrea Abodi), che la legge di Bilancio per il 2023 ha trasformato in società per azioni di diritto singolare, denominata Istituto per il credito sportivo e culturale.

All’Istat potrebbe rimanere Gian Carlo Blangiardo, con deroga
Ma la lista non è finita. Ci sono infatti gli enti pubblici, in cui rientrano poltrone pesanti come quelle dei presidenti dell’Agenzia spaziale italiana e dell’Inps. Le cariche scadute o in scadenza entro il 30 giugno 2023 riguardano 26 enti. Tra cui: i presidenti dell’Autorità per la laguna di Venezia–Nuovo magistrato delle acque, dell’Agenzia nazionale del turismo-Enit, del Consorzio del Ticino, dell’Ente parco nazionale del Pollino, dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (insieme a tre membri del collegio), del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale (e due componenti), dell’Istat (dove non è detto non rimanga Gian Carlo Blangiardo, con tanto di deroga alla norma che vieta incarichi ai pensionati), del parco geominerario storico ambientale della Sardegna.

In uscita dall’Inps Pasquale Tridico e Rosario De Luca
E ancora: i presidenti della Cassa di previdenza delle Forze armate (e 15 membri del cda), dell’Ente parco nazionale dell’Asinara, della Commissione di vigilanza sui fondi pensione – Covip, dell’Ente parco nazionale Isola di Pantelleria, dell’Agenzia spaziale italiana (e sei consiglieri di amministrazione), dell’Inps (dove uscirà Pasquale Tridico, assieme al membro del cda Rosario De Luca che si è dimesso dopo che la moglie, Marina Elvira Calderone, è diventata ministra del Lavoro), dell’Ente parco nazionale di La Maddalena, dell’Ente parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, dell’Ente parco nazionale del Vesuvio, dell’Istituto nazionale di fisica nucleare.

Michele Ainis verso l’addio all’Agcm
Finito? Niente affatto. Ci sono ancora un consigliere dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato-Agcm (è in uscita Michele Ainis), un commissario della Consob, il direttore e vicedirettore del Grande progetto Pompei, due componenti del consiglio di amministrazione della Fondazione ordine mauriziano, cinque membri della Commissione di garanzia sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali, un componente del consiglio di amministrazione dell’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa–Indire, due componenti del consiglio direttivo dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca-Anvur. Calcolatrice alla mano, sono 63 poltrone. La nuova mappa del potere dell’Italia targata centrodestra.