Capitolo nomine, gran marasma all’interno della maggioranza di governo. Trovare un accordo che accontenti le varie componenti si fa sempre più complicato. In assenza di un tavolo permanente di valutazione tecnica e politica (in uso nei governi politici da sempre) ogni nomina diventa occasione di guerriglia tra interessi diversi, anche in seno a ciascun partito. Il caso del Comandante generale della Guardia di Finanza è esemplare. Pur essendo passato quasi un mese di tempo dalla designazione di Giuseppe Zafarana alla presidenza dell’Eni, Giorgia Meloni si è trovata alla vigilia della scadenza, cioè martedì 9 maggio, senza un nome condiviso. Ed è stata costretta al rinvio. Così rischia di essere anche per gli altri vertici delle partecipate, alcune di rilievo come il Poligrafico dello Stato o la Consap.

La delicata partita di Rfi: in corsa Lebruto, Siragusa e, staccato, Strisciuglio
Ma i riflettori sono ora tutti puntati sulle Ferrovie, società sotto il controllo del ministero delle Infrastrutture guidato da Matteo Salvini. Sono in rinnovo i cda di Rfi (la rete sulla quale si concentrano miliardi di investimenti PNRR) e Trenitalia, che muove ogni giorno milioni di viaggiatori. Anche in questo caso nessun tavolo di concertazione e tutti contro tutti a rischio di scelte al ribasso o sbagliate. Rfi, infatti, è storicamente una società complicata, ipertecnica, nella quale il riconoscimento del leader da parte delle decine di migliaia di dipendenti è prioritario. Quando in passato sono state fatte scelte non coerenti la conseguenza sono stati disagi, investimenti fermi, persino il moltiplicarsi di microincidenti e deragliamenti. È per questo che in cuor loro i ministri guardano proprio a manager interni per la successione e in particolare di tecnici, ingegneri, che abbiano percorso tutte le aree aziendali. E non sono molti ad avere queste caratteristiche: Umberto Lebruto, attuale numero uno di Fs Sistemi Urbani, è considerato il favorito per esperienza e competenza, per capacità relazionali e per efficacia di gestione. Dalla sua anche la profonda conoscenza del gruppo Fs, dove ha praticamente speso tutta la sua carriera. Accanto al suo nome gira quello di Stefano Siragusa, 47 anni, fino allo scorso agosto in Tim da dove è uscito per divergenze di veduta con l’attuale ad Pietro Labriola, e in precedenza in Ansaldo Sts. Un candidato di prestigio che però come manager esterno potrebbe trovare qualche difficoltà di integrazione. Più staccato nei pronostici un altro interno, Gianpiero Strisciuglio, numero uno di Mercitalia Logistics, azienda capogruppo di Settore del Polo Logistica di Ferrovie dello Stato. Più facile invece la soluzione per Trenitalia, dove viene data quasi per sicura la riconferma di Luigi Corradi.

In Consap potrebbe essere confermato presidente Masi, mentre sul Poligrafico il boccino è in mano a Fazzolari
Meno complicato anche il dossier Consap, dove alla presidenza potrebbe essere confermato Mauro Masi e come ad indicato un manager delle assicurazioni, magari pescato nel mondo Poste. Sul Poligrafico, dove sono in scadenza presidente e ad, il boccino è in mano a Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e braccio destro della Meloni, ma avranno voce in capitolo anche Matteo Piantedosi (il cui ministero è un grande committente) e Giancarlo Giorgetti, visto che il controllo della società fa capo al Mef.