Una partita calcio che finisce a calci. Pugni, schiaffi, spintoni e grande caos, sugli spalti e in campo. Rivalità sportive, e non solo, che debordano in una sfida all’Ok corral. Le scene della partita di Ligue 1 Nizza-Olympique Marsiglia sono un nuovo capitolo di un romanzo poco edificante. La reazione dei calciatori marsigliesi alle provocazioni dei tifosi di casa ha iscritto la sfida tra le due squadre negli annali del calcio. E non certo per buoni motivi.
Del resto sono episodi che, purtroppo, si ripetono, quando la rivalità è accesa, tanto da travalicare l’aspetto sportivo. In questo caso, nel “Derby del mare”, è in ballo la supremazia culturale nella regione: Marsiglia è identificata come la città più rappresentativa della Provenza, un fatto che ai nizzardi non è mai andata giù. È noto che Nizza abbia sempre ambito a staccarsi per formare la regione autonoma della Costa Azzurra. Ruggini che sono culturali e deflagrano durante una partita di calcio.
Il derby “intercontinentale” tra Galatasaray e Fenerbahce
La storia racconta di un altro match storicamente infuocato, il cosiddetto derby “intercontinentale” perché riguarda i due estremi del Bosforo, tra le squadre di Istanbul del Galatasaray e del Fenerbahce. Il Galatasaray è da sempre associato alle classi più agiate, rappresentative della parte di città musulmana, mentre il Fenerbahce, del quartiere Fener, è espressione dei lavoratori, la classe media legata a una delle più importanti sedi della cristianità: l’antica città di Costantinopoli. Ogni gara è una simulazione di una battaglia. Nel 2012 ci furono scontri da guerra civile al termine della partita decisiva per l’assegnazione del titolo del campionato turco. Anche in campo la situazione è spesso al limite con cartellini, gialli e rossi che fioccano in seguito a scorrettezze reciproche. Nel 2009 è iscritta nella memoria una sfida con quattro espulsi e sei ammoniti nei novanta minuti di gioco.
Liverpool-Manchester, i derby di Londra: le sfide “calde” della Premier League
L’Inghilterra è un’altra patria di rivalità bollenti. Su tutti spicca Manchester United-Liverpool, riassumibile sotto l’etichetta di North-West derby. Tra le note di colore c’è l’ironia a colpi di musica, per cui i tifosi dello United hanno sempre preferito ascoltare i Rolling Stones rispetto ai Beatles, simbolo della città di Liverpool. La distanza inferiore ai sessanta chilometri è un elemento di contrasto per il controllo economico del nord del Paese. Ma nel calcio rientra anche la capacità di conquistare titoli: a differenza di tanti altri derby, che spesso vedono una delle due rivali storicamente più debole, quello tra United e Liverpool mette di fronte due squadre molto blasonate con bacheche traboccanti di trofei.
Sempre in Premier League, tra i tanti derby di Londra c’è Arsenal-Tottenham, il North London derby. Non proprio due invincibili armate, ma che possono vantare su tifoserie molto calorose la cui rivalità risale agli anni Dieci del 1900. In particolare da quando, nel 1919, l’Arsenal fu ripescato in prima divisione a discapito del Tottenham. Si vocifera che fu merito del presidente dell’epoca dei Gunners, Henry Norris, che fece valere i suoi buoni uffici con i poteri forti. Per i supporter il match è quello che vale più di tutti, capace di segnare uno spartiacque nella stagione. Anche se spesso il titolo della Premier League è appannaggio di altri club.
Cattolici e protestanti, repubblicani e monarchici: l’Old Firm di Glasgow
Sempre nel Regno Unito spicca quello tra Celtic e Rangers, entrambe di Glasgow. È un derby con un significato che travalica il semplice campo di calcio. L’Old Firm, come viene definita la rivalità, ha una matrice prima di tutto religiosa: i Rangers sono per lo più scozzesi protestanti, identificati con la borghesia del Paese; mentre il Celtic ha una tifoseria identificata negli immigrati irlandesi, di fede cattolica, e di natura più proletaria. C’è poi la divergenza politica: i Gers incarnano valori unionisti, fedeli alla corona, i Celts hanno uno spirito indipendentista. Tra gli episodi storici, c’è quello del 2004: il portiere polacco del Celtic, Artur Boruc, fece il segno della croce verso la curva dei Rangers. Finì addirittura sotto inchiesta per istigazione alla violenza.
In Germania il derby della Ruhr
Anche nel cuore dell’Europa c’è una sfida che scalda la Bundesliga. Il “Derby della Ruhr”, Borussia Dortmund-Schalke 04, ha una caratteristica: mette di fronte due squadre operaie, abitanti di città a forte vocazione industriale. Le fabbriche di acciaio e carbone sono infatti simbolo della regione. Niente “lotta di classe”, come succede di frequente tra opposte fazioni. Ed è proprio questa assonanza ad alimentare l’antagonismo tra le tifoserie: vogliono primeggiare nel calcio oltre che nell’economia.
Il Derby eterno di Belgrado tra Partizan e Stella Rossa
Quando si parla di derby più bollenti d’Europa, è obbligatorio menzionare il Veciti Derbi, il derby eterno, tra le squadre di Belgrado, Partizan e Stella Rossa. Il Partizan è la “squadra dell’esercito”, dei partigiani che hanno combattuto contro i nazisti nelle Seconda guerra mondiale, e i loro tifosi sono i Grobari, “becchini”. La Stella Rossa è invece alfiere del nazionalismo serbo, tesa alla difesa e alla valorizzazione della patria. I supporter sono i Delije, gli “eroi a testa alta”. Il comandante Arkan, a capo del gruppo paramilitare delle Tigri, era proprio un tifoso della Stella Rossa. Giusto per confermare come il calcio, in certi casi, sia solo l’arena di tensioni molto più profonde.