In un’annata in cui artisti più o meno noti hanno venduto le loro opere virtuali a cifre stellari e acquistare un meme o una gif è diventato la normalità, il Collins English Dictionary ha deciso di rendere onore al boom degli NFT e ha scelto l’acronimo come parola dell’anno.
NFT è la parola dell’anno secondo il Collins English Dictionary
Nel corso del 2021, l’utilizzo della sigla, che sta per non-fungible token, è aumentato dell’11.000 per cento nel Regno Unito. E, per quanto il concetto possa sembrare complesso, il comitato editoriale ha provato a stabilirne una definizione precisa: si tratta di un certificato digitale di proprietà, generalmente registrato su blockchain, che consente agli autori del manufatto o del contenuto di commerciarlo come se fosse un prodotto fisico, rimanendo in possesso del copyright. In questo modo, l’acquirente ottiene l’esemplare originale e, contemporaneamente, il creatore può riprodurne il numero di copie che desidera. Qualsiasi asset può diventare un NFT: dalla copertina di una rivista a un collage (come quello realizzato da Beeple, battuto all’asta da Christie’s a 50.3 milioni di sterline, a oggi la cifra più alta in assoluto), fino ad arrivare a un tweet.
BREAKING NEWS The Collins Word of the Year is… NFT.
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— Collins Dictionary (@CollinsDict) November 24, 2021
Le motivazioni della scelta
La scelta dei lessicografi, che si sono occupati di monitorare un corpus di oltre 4 miliardi di parole, ha una motivazione precisa: l’abbreviazione cela una commistione di arte, tecnologia e commercio unica nel suo genere e, con la sua comparsa, ha spezzato il monopolio del termine Covid nelle conversazioni quotidiane. «È raro che una sigla sia protagonista di un exploit così rapido e inizi a essere adoperata così tanto in un intervallo di tempo così breve», ha spiegato al Guardian Alex Beecroft, amministratore delegato di Collins Learning. «E invece NFT sembra essere arrivato ovunque, nell’ambito artistico, nella finanza, tra i corridoi delle gallerie, sui social media. Non so se sopravviverà a lungo o sarà una meteora ma il fatto che abbia letteralmente invaso i discorsi degli addetti ai lavori e della gente comune lo rende assolutamente meritevole del titolo di ‘parola dell’anno’». Discorso più o meno analogo a quello fatto nel 2019 per Climate strike, sciopero per il clima, e nel 2020 per Lockdown.
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Gli altri lemmi della Top 10
Nella corsa al primo posto, NFT ha battuto altri due candidati: Crypto, versione ridotta di Cryptocurrency, criptovaluta (che, rispetto al 2020, ha visto un incremento nell’uso del 468 per cento) e Metaverse, metaverso, coniato dal romanziere Neal Stephenson nel 1992 e adoperato per descrivere un mondo parallelo in tre dimensioni dove ci si muove attraverso un avatar. Tra gli altri lemmi che sono riusciti a ritagliarsi uno spazio nella top 10, troviamo anche Cheugy, attributo riferibile a qualcosa che è passato di moda, Climate anxiety, eco-ansia, la sempre più diffusa preoccupazione generata dall’emergenza ambientale, Double-vaxxed, per indicare chi ha ricevuto entrambe le dosi di vaccino, Hybrid working, lavoro ibrido, un mix tra lo smart working e il lavoro in ufficio, Neopronoun, un pronome coniato appositamente per evitare le distinzioni di genere (come lo iel francese), Regencycore, un trend sdoganato dalla serie tivù Bridgerton e che ha portato alla ribalta corsetti, panciotti e vestiti ispirati a quelli indossati durante l’età della Reggenza in Inghilterra e Pingdemic, l’accumulo di segnalazioni inviate dall’app del servizio sanitario britannico e relative al tracciamento dei positivi al Covid-19.
Pingdemic made the #CollinsWOTY shortlist this year.
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L’Oxford Dictionary la pensa diversamente
Differente, invece, la decisione degli esperti dell’Oxford English Dictionary. Che, qualche settimana fa, hanno incoronato come parola dell’anno Vax. «È stata una scelta ovvia», ha sottolineato alla BBC Fiona McPherson, senior editor del dizionario, «Ha avuto un impatto sorprendente sulla nostra lingua». Pur non trattandosi di un neologismo, infatti, ha saputo dimostrare una certa versatilità nel dare vita a nuove espressioni come Vax-a-thon, maratona vaccinale, e Vaxinista, l’influencer dei vaccini. E, soltanto nel mese di settembre, è stata usata 72 volte in più rispetto allo stesso periodo, lo scorso anno.