Si potrebbe definire «generazione Nevermind» quella che negli Anni 90 aveva tra i 15 e i 25 anni. Nessun album, infatti, come Nevermind dei Nirvana si può considerare il manifesto di una generazione intera di ragazzi.
Esattamente 30 anni fa, 24 settembre 1991, Nevermind irrompeva sul mercato musicale mondiale con la sua carica dissacrante e iconica.
Nevermind: il disco simbolo degli Anni 90
Il successo del disco è stato immediato grazie a ingredienti giusti mixati nel momento storico giusto. Nevemind, in pratica, era quello di cui in quel momento c’era bisogno.
L’album è riuscito a unire un suono perfettamente in equilibrio fra il dissonante e l’agrodolce, un contrasto di pezzi pesati ed omogenei e una risposta di mercato superiore a ogni aspettativa. A coronare il tutto ci ha pensato MTV e una campagna marketing senza precedenti nella storia del grunge.
Ecco come il grunge è diventato mainstream
Canzoni come Smells Like Teen Spirit, Come As You Are, Polly hanno cominciato a essere canticchiate a tutte le latitudini e il successo dei Nirvana è diventato di portata globale.
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Il genere creato dai Nirvana risulta nuovo, fresco e insieme sporco; melodico, acustico, violento e difficilmente catalogabile.
Arriva all’ascolto di tutti, ma viene compreso nella sua tragicità da pochi.
Un successo inaspettato
Kurt Cobain nel 1991 aveva 24 anni e pensava che Nevermind, il suo secondo album con i Nirvana (Kurt Cobain, Dave Grohl e Krist Novoselic) non avrebbe venduto più di 250.000 copie. Ne vendette 30 milioni travolgendo Kurt divenuto dall’oggi al domani idolo e portavoce del dolore e del malessere feroce di una generazione spaesata.
Nevermind in poco tempo si sarebbe trasformato nel fulcro di un’aggregazione generazionale a cavallo fra disperazione punk e potenza dissacrante heavy metal.
A 30 anni di distanza le 12 tracce di Nevermind restano un capolavoro assoluto da un punto di vista musicale e iconico.
Nevermind: dalla storia al mito
Per celebrare i 30 anni del mito il 12 novembre è in uscita una collezione di 92 brani, di cui 70 inediti, tratti da quattro concerti dal vivo dei Nirvana «dimensione» come scrive Corriere della Sera oggi «in cui Kurt e soci rendevano in maniera plastica la loro iconoclastia».