Scomunica indù per i Kit Kat

Redazione
21/01/2022

In India Nestlé ha dovuto ritirare la barrette con gli involucri che rappresentavano divinità locali. Una censura che ha recentemente colpito anche Netflix e Amazon.

Scomunica indù per i Kit Kat

Guai in casa Nestlé. La multinazionale ha dovuto ritirare in India la gamma di Kit Kat Hindu che presentava immagini sacre sugli involucri. Troppe infatti le critiche da parte della popolazione, che ha parlato di un oltraggio alla fede locale e profonde ferite ai sentimenti religiosi.

Sugli involucri Nestlé erano presenti tre divinità della fede indù

La serie faceva parte di Kit Kat Travel Breaks, caratterizzata da particolari involucri della celebre barretta di cioccolato. Per alcuni Paesi, infatti, Nestlé ha progettato un imballaggio speciale arricchito da celebri opere d’arte locali. La versione indiana intendeva omaggiare l’artigianato dello stato di Odisha con grazie a immagini sacre delle divinità Jagannath, Balabhadra e Mata Subhadra. I nazionalisti però si sono scagliati contro la scelta: «Gli involucri potrebbero finire in bidoni dell’immondizia, scarichi e grondaie e molte persone potrebbero calpestarli», si legge in alcuni post su Twitter. «È un onore vedere la nostra cultura sui Kit Kat, ma è meglio pensare più di una volta prima di prendere una decisione».

Immediate le scuse di Nestlé. «Volevamo celebrare la cultura con disegni rappresentati Pittachitra, forma d’arte che si identifica con vivide immagini», ha dichiarato l’azienda su Twitter. «Volevamo avvicinare l’arte alla gente, ma comprendiamo la delicatezza della questione e ci scusiamo per aver inavvertitamente ferito i sentimenti delle persone». Non si tratta però di una prima volta per Nestlé. Il precedente risale allo scorso anno, quando un imballaggio aveva raffigurato il Lamjao National Park nello stato indiano di Meghalaya piuttosto che nel Manipur. Inoltre l’immagine presentava un panda rosso, animale non presente nel parco.

Anche Amazon e Netflix vittime del nazionalismo indù

Come riporta il Guardian, il nazionalismo indù sta crescendo e facendo presa su fette sempre più ampie di popolazione. Nel mirino degli hater era finita, nel giugno 2020, la serie Amazon Prime Video Rasbhari, la cui trama ruota attorno a un’insegnante seducente che arriva nella città di Meerut. La serie ha analizzato in modo ironico la sessualità adolescenziale, la repressione sessuale e gli stereotipi indiani, senza però scene di nudo. In 24 ore, una campagna di odio online aveva accusato lo show di essere anti-indiano e colmo di oscenità. Minacce e insulti avevano ricoperto anche la star dello spettacolo, Swara Bhasker, attore di Bollywood noto per la sua posizione antigovernativa.

Rasbhari è solo la punta dell’iceberg di un fenomeno che ha colpito libri, film, programmi tv e pubblicità. Sotto accusa anche la serie Netflix Leila, adattamento dell’omonimo romanzo indiano di Prayaag Akbar che si ambienta in un regime totalitario, e Paatal Lok. Quest’ultima, che il Guardian ha definito come «la più controversa serie di Bollywood» ha affrontato senza mezzi termini il divario e le diseguaglianze di casta in India.