Nazioni Unite: «Le donne sono le più colpite da guerre e crisi climatica»
Dalla guerra in Ucraina a quella in Afghanistan, le Nazioni Unite confermano come siano le donne a pagare il prezzo più alto delle crisi. Discorso identico per il cambiamento climatico. Le indicazioni dell'Onu per invertire rapidamente il trend.
Dal Myanmar all’Afghanistan, passando per Sahel, Haiti e l’Ucraina, sono sempre le donne a pagare il prezzo più alto delle guerre e delle crisi umanitarie. A confermarlo Sima Bahous, sottosegretario generale di UN Women, l’ente delle Nazioni Unite che si occupa della tutela dell’uguaglianza di genere e dell’empowerment femminile. Nel discorso di apertura del meeting annuale della Commissione sullo Status delle Donne, la diplomatica ha sottolineato come, ogni giorno, il conflitto scoppiato tra Russia e Ucraina distrugga le vite, le speranze e il futuro di bambine, ragazze e adulte, che, tra le tante problematiche legate ancora al genere, si trovano anche costrette a subire le gravi ripercussioni che lo scontro tra due nazioni produttrici di petrolio e grano ha sulla sicurezza alimentare e l’accesso ai servizi essenziali. «Prego per loro e per chiunque stia vivendo la guerra in prima persona», ha sottolineato, «spero riescano presto a toccare con mano la pace».
Tra guerre e crisi climatica, le donne sono sempre meno tutelate
Come si legge su AP News, per il 2022 i dibattiti della Commissione, ritornati finalmente in presenza, partiranno tutti da un tema centrale: fornire alle donne gli strumenti giusti per accostarsi con efficacia al tema del cambiamento climatico. «Come in tutte le situazioni critiche», ha spiegato Bahous, «anche l’emergenza climatica le mette a dura prova». Un discorso valido soprattutto per i ceti più povere. Molte studentesse, ad esempio, sono costrette a perdere giorni di scuola dovendo percorrere chilometri per fare scorta d’acqua in tempi di siccità. Senza dimenticare le più anziane, fragili e poco tutelate. «Tutto questo è il risultato di millenni di cultura patriarcale, che esclude le donne e impedisce alle loro voci di farsi sentire», ha aggiunto Antonio Guterres, segretario generale dell’ONU, «tra inquinamento, perdita della biodiversità e, di recente, pandemia e guerra russo-ucraina, tutti siamo stati messi a dura prova ma la parte femminile molto di più, ritrovandosi a fare i conti con minacce di morte 14 volte più frequenti rispetto agli uomini e danni difficili da arginare come la penuria di risorse locali, inclusi cibo e acqua, primi target a cedere all’impatto dell’emergenza ambientale e di condizioni atmosferiche estreme».

Le donne tra i civili maggiormente in pericolo nella guerra in Ucraina
«L’attacco che Putin ha sferrato all’Ucraina sta colpendo sempre di più i civili, tra cui un gran numero di donne di tutte le età e di bambini, da un momento all’altro costretti ad abbandonare casa e famiglia per salvarsi», ha ribadito Gladys Acosta Vargas, capo del Comitato per l’Eliminazione della Discriminazione di Genere. «L’unica strada per arrivare all’inclusione e tentare di ragionare in termini di uguaglianza è reclamare a gran voce la tregua e fare di tutto per ritornare a un clima pacifico ed equilibrato». Una soluzione resa ancora più urgente dal fatto che già il Covid aveva distolto l’attenzione del mondo dalla lotta per le pari opportunità e contro la violenza di genere, ma i recenti accadimenti hanno peggiorato ulteriormente la situazione. «In ogni caso, non ha impedito a uragani, inondazioni e incendi di attentare alla vita delle ragazze sparse per il mondo», ha precisato, facendo riferimento al fatto che, spesso, il degrado degli habitat naturali le porta a coprire distanze ben più ampie del normale e, dunque, a esporsi maggiormente al rischio di aggressioni e delitti a sfondo sessuale.

Le proposte per riportare in primo piano la tutela delle donne
Quali, dunque, le proposte per reagire in maniera proattiva e rivoluzionare un sistema ancora improntato sugli stereotipi e sul patriarcato? Per il Presidente dell’Assemblea Generale Abdulla Shahid, le priorità sono tre: l’introduzione di un regime fiscale progressivo, un miglioramento dei diritti economici delle donne e un intervento drastico su disuguaglianze e discriminazioni attraverso un ampliamento della rappresentanza femminile nelle stanze dei bottoni. A partire proprio dall’ONU: «Mi incaricherò personalmente di portare avanti la battaglia affinché il prossimo segretario generale sia una donna», ha concluso, «mi auguro di non essere solo».