Nazioni Unite: «Le donne sono le più colpite da guerre e crisi climatica»

Redazione
15/03/2022

Dalla guerra in Ucraina a quella in Afghanistan, le Nazioni Unite confermano come siano le donne a pagare il prezzo più alto delle crisi. Discorso identico per il cambiamento climatico. Le indicazioni dell'Onu per invertire rapidamente il trend.

Nazioni Unite: «Le donne sono le più colpite da guerre e crisi climatica»

Dal Myanmar all’Afghanistan, passando per Sahel, Haiti e l’Ucraina, sono sempre le donne a pagare il prezzo più alto delle guerre e delle crisi umanitarie. A confermarlo Sima Bahous, sottosegretario generale di UN Women, l’ente delle Nazioni Unite che si occupa della tutela dell’uguaglianza di genere e dell’empowerment femminile. Nel discorso di apertura del meeting annuale della Commissione sullo Status delle Donne, la diplomatica ha sottolineato come, ogni giorno, il conflitto scoppiato tra Russia e Ucraina distrugga le vite, le speranze e il futuro di bambine, ragazze e adulte, che, tra le tante problematiche legate ancora al genere, si trovano anche costrette a subire le gravi ripercussioni che lo scontro tra due nazioni produttrici di petrolio e grano ha sulla sicurezza alimentare e l’accesso ai servizi essenziali. «Prego per loro e per chiunque stia vivendo la guerra in prima persona», ha sottolineato, «spero riescano presto a toccare con mano la pace».

Tra guerre e crisi climatica, le donne sono sempre meno tutelate

Come si legge su AP News, per il 2022 i dibattiti della Commissione, ritornati finalmente in presenza, partiranno tutti da un tema centrale: fornire alle donne gli strumenti giusti per accostarsi con efficacia al tema del cambiamento climatico. «Come in tutte le situazioni critiche», ha spiegato Bahous, «anche l’emergenza climatica le mette a dura prova». Un discorso valido soprattutto per i ceti più povere. Molte studentesse, ad esempio, sono costrette a perdere giorni di scuola dovendo percorrere chilometri per fare scorta d’acqua in tempi di siccità. Senza dimenticare le più anziane, fragili e poco tutelate. «Tutto questo è il risultato di millenni di cultura patriarcale, che esclude le donne e impedisce alle loro voci di farsi sentire», ha aggiunto Antonio Guterres, segretario generale dell’ONU, «tra inquinamento, perdita della biodiversità e, di recente, pandemia e guerra russo-ucraina, tutti siamo stati messi a dura prova ma la parte femminile molto di più, ritrovandosi a fare i conti con minacce di morte 14 volte più frequenti rispetto agli uomini e danni difficili da arginare come la penuria di risorse locali, inclusi cibo e acqua, primi target a cedere all’impatto dell’emergenza ambientale e di condizioni atmosferiche estreme». 

Perché le donne pagano il prezzo più alto di guerre e crisi
Tra le vittime della guerra in Siria, le donne sono state sicuramente il target più colpito (Twitter)

Le donne tra i civili maggiormente in pericolo nella guerra in Ucraina

«L’attacco che Putin ha sferrato all’Ucraina sta colpendo sempre di più i civili, tra cui un gran numero di donne di tutte le età e di bambini, da un momento all’altro costretti ad abbandonare casa e famiglia per salvarsi», ha ribadito Gladys Acosta Vargas, capo del Comitato per l’Eliminazione della Discriminazione di Genere. «L’unica strada per arrivare all’inclusione e tentare di ragionare in termini di uguaglianza è reclamare a gran voce la tregua e fare di tutto per ritornare a un clima pacifico ed equilibrato». Una soluzione resa ancora più urgente dal fatto che già il Covid aveva distolto l’attenzione del mondo dalla lotta per le pari opportunità e contro la violenza di genere, ma i recenti accadimenti hanno peggiorato ulteriormente la situazione. «In ogni caso, non ha impedito a uragani, inondazioni e incendi di attentare alla vita delle ragazze sparse per il mondo», ha precisato, facendo riferimento al fatto che, spesso, il degrado degli habitat naturali le porta a coprire distanze ben più ampie del normale e, dunque, a esporsi maggiormente al rischio di aggressioni e delitti a sfondo sessuale.

Perché le donne pagano il prezzo più alto di guerre e crisi
Una rifiugiata ucraina abbandona la sua terra in cerca di salvezza (Twitter)

Le proposte per riportare in primo piano la tutela delle donne

Quali, dunque, le proposte per reagire in maniera proattiva e rivoluzionare un sistema ancora improntato sugli stereotipi e sul patriarcato? Per il Presidente dell’Assemblea Generale Abdulla Shahid, le priorità sono tre: l’introduzione di un regime fiscale progressivo, un miglioramento dei diritti economici delle donne e un intervento drastico su disuguaglianze e discriminazioni attraverso un ampliamento della rappresentanza femminile nelle stanze dei bottoni. A partire proprio dall’ONU: «Mi incaricherò personalmente di portare avanti la battaglia affinché il prossimo segretario generale sia una donna», ha concluso, «mi auguro di non essere solo».