L’ex ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani è entrato a far parte del consiglio di amministrazione dell’Innovation Fund della Nato, fondo multi-sovrano di venture capital che, introdotto in occasione del vertice di Madrid di giugno 2022, punta a stanziare un miliardo di euro per innovare e migliorare la dotazione tecnologica dell’Alleanza Atlantica. Consulente per l’energia del Governo Meloni, il nome di Cingolani tra l’altro sta circolando sui tavoli che si stanno occupando del dossier nomine. Fino a poco tempo fa era dato come nuovo ad di Leonardo, ma adesso le sue quotazioni sembrano in calo.

Cosa è l’Innovation Fund della Nato
L’innovation Fund mira a finanziare soluzioni tecnologiche all’avanguardia, in grado di contribuire a risolvere le maggiori sfide in termini di difesa e sicurezza Nato. E poi a rafforzare gli ecosistemi di innovazione tecnologica profonda, sostenendo un portafoglio di start up deep tech. Intelligenza artificiale, big data, biotecnologie, tecnologie quantistiche e spaziali: gli ambiti in tal senso sono molteplici. Le tecnologie da finanziare sono quelle previste dal Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic, ovvero Diana, l’acceleratore di innovazione della difesa della Nato avviato al summit dei capi di Stato e di governo di Bruxelles del giugno 2021 con l’obiettivo di garantire all’Alleanza Atlantica e ai Paesi membri il sostegno necessario a preservare la propria superiorità tecnologica nella sfida posta da Russia e Cina. Il Governo Meloni, con l’articolo 130-bis dell’ultima manovra approvata, ha stanziato per il 2023 la somma di 8 milioni di euro da destinare alla partecipazione dello Stato italiano al fondo multi-sovrano.
Gli altri membri del cda eletti insieme a lui
La nomina di Cingolani è arrivata insieme a quella del presidente Klaus Hommels, fondatore del fondo di venture capital tecnologico Lakestar, e a quella di Fiona Murray del Massachusetts Institute of Technology. Il consiglio di amministrazione del Fondo, che avrà sede nei Paesi Bassi, sarà composto da nove membri: ne mancano ancora sei da nominare. Il board supporterà e consiglierà il Senior Management Team, che sarà formato nelle prossime settimane.

La carriera di Roberto Cingolani
Nato a Milano nel 1961, Cingolani è cresciuto a Bari, dove si è laureato in Fisica nel 1985, prima di perfezionarsi alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Dal 1992 al 2004 è stato professore all’Università del Salento, dove ha visto diventare il National Nanotechnology Laboratory un polo d’eccellenza internazionale per le nanotecnologie. Membro del Max Planck Institute di Stoccarda e visiting professor presso l’Università di Tokyo e la Virginia Commonwealth University, nel 2005 è stato nominato direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, dove ha lanciato il programma interdisciplinare Humanoid Technologies. Ha poi lasciato l’incarico nel 2019, quando è stato nominato Responsabile Tecnologie e Innovazione della multinazionale del settore difesa e aerospazio Leonardo. Posto nel 2021 da Mario Draghi alla guida del nuovo ministero della Transizione ecologica, dallo scorso ottobre è consigliere per l’energia del governo Meloni.