La National Gallery ribattezza le “Danzatrici russe” di Degas: ora sono ucraine
La decisione del museo di Londra arriva dopo una campagna portata avanti sui social. Il pittore francese aveva ritratto le ballerine con ghirlande e nastrini gialli e blu tra i capelli.
Con l’obiettivo di spingere altre istituzioni culturali a ripensare interpretazioni “pigre” o etichettature errate dell’arte e del patrimonio ucraino, la National Gallery di Londra ha cambiato il titolo del dipinto di Edgar Degas comunemente conosciuto come “Danzatrici russe” (ha ritratto varie volte questo soggetto). La decisione è arrivata dopo una campagna social da parte di diversi cittadini ucraini: il dipinto in questione è un pastello, al momento non in mostra, raffigurante tre danzatrici impegnate in un ballo tradizionale.

Le danzatrici del dipinto di Degas portano tra i capelli i colori nazionali dell’Ucraina
Le tre danzatrici ritratte da Degas probabilmente stanno ballando il gopak (o hopak), una danza tradizionale russo-ucraina cosacca, singola o di gruppo, caratterizzata da movimenti binario molto ritmati, salti acrobatici e piroette. Il folclore e la cultura dell’Impero Russo erano di gran moda a Parigi nel XIX secolo: si ritiene che Degas abbia assistito a questo tipo di spettacolo nei locali di Montmartre, il quartiere parigino dove viveva, rimanendone particolarmente impressionato. E che le modelle provenissero proprio da uno dei tanti gruppi di danza popolare itineranti che si sono esibivano in giro per l’Europa. Il giallo e il blu, colori nazionali dell’Ucraina, sono evidenti nelle ghirlande che le danzatrici indossano in testa e nei nastri per i capelli. Un portavoce della National Gallery ha dichiarato: «Il titolo di questo dipinto è motivo di discussione da anni. Tuttavia c’è stata una maggiore attenzione su di esso nell’ultimo mese, a causa della situazione attuale, quindi abbiamo ritenuto che fosse un momento appropriato per aggiornare il titolo, che adesso riflettere meglio il soggetto».

Cosa aveva detto la direttrice dell’Istituto ucraino di Londra
Sulla questione a tutto tondo si era espressa in modo critico Olesya Khromeychuk, direttrice dell’Istituto ucraino di Londra. «Ogni visita in una galleria o in un museo di Londra, dove c’è una mostra con arte dell’Urss, rivela una voluta o pigra descrizione di quel territorio come una Russia senza fine. Proprio come vorrebbe vederlo l’attuale presidente della Federazione Russa», aveva scritto sulla rivista tedesca Der Spiegel. « I curatori non hanno problemi a presentare l’arte e gli artisti ebrei, bielorussi o ucraini come russi. In una rara occasione in cui un ucraino non viene descritto come russo, viene essere presentato come “nato in Ucraina”. È successo con il regista Oleksandr Dovzhenko, in una delle principali mostre sull’arte rivoluzionaria a Londra».