Per non sprecare l’occasione del Piano nazionale di ripresa occorre un «Pnrr delle città». E Napoli può essere un modello. «Solo se sperimentiamo sulla prima metropoli del Sud le risorse umane e finanziarie indispensabili a giocare questa grande partita, il Paese vincerà la sfida». Ne è convinto Gaetano Manfredi che, dopo aver presentato la proposta al premier Mario Draghi, a Repubblica spiega: «Ora che abbiamo oltre 80 miliardi per il Sud c’è il rischio concreto che non saranno mai spesi, per l’impossibilità di tanti Comuni del Mezzogiorno di presentare i progetti del Recovery per mancanza delle strutture tecniche».
Quel Patto per Napoli scomparso dalla bozza della Finanziaria
Napoli può rialzarsi davvero. Ma «ora o mai più», mette in chiaro il neo sindaco pronto persino a lasciare se Roma non onorasse gli impegni, cioè quel Patto per Napoli per salvare la città dal commissariamento promessa in campagna elettorale e scomparsa dalla bozza della Finanziaria. Per ripartire serve «un forte intervento nella Finanziaria», insiste l’ex rettore della Federico II che ipotizza un intervento di 200 milioni l’anno per la spesa corrente, per cinque anni. «E abbiamo bisogno di almeno 1000 unità tra personale tecnico per il Pnrr, informatici, vigili urbani, impiegati, dirigenti». Proprio per questo ha proposto al premier Mario Draghi un Pnrr delle città, «una cabina di regia» che garantisca «una verifica costante» sui processi con il governo e con il Mef.
A Napoli i soldi del Pnrr rischiano di non essere spesi
Manfredi ha definito la situazione della macchina comunale «inimmaginabile», sia per quanto riguarda il personale – mancano i dirigenti in area tecnica – sia per la «disorganizzazione dei servizi». Il Comune, continua il sindaco, «oggi non è in grado di sviluppare progettazione in proprio. E stiamo già pagando un prezzo molto alto sul Pnrr. In generale abbiamo presentato pochi progetti per accedere ai fondi del Recovery Plan». In un parola «dismissione». E questo significa «che la zavorra dei vincoli e del debito che derivano dal passato, uniti a un Palazzo quasi desertificato, ci impedisce qualunque movimento. Non avere alcuna agibilità sul Bilancio significa impattare enormemente sulla qualità di vita dei cittadini», spiega Manfredi. Una paralisi doppiamente grave perché arriva proprio quando una pioggia di miliardi sta arrivando al Sud. «Soldi che, però, rischiano di non arrivare mai sui territori, e di non essere mai spesi». La questione meridionale è più che mai attuale, dunque. E il gap con il Nord «resta enorme»: dal numero bassissimo di asili nido al tasso di dispersione scolastica e inoccupazione femminile. Oggi Napoli può recuperare questo divario che la schiaccia e la fa scivolare «indietro di circa 10-15 anni rispetto ad altre grandi città italiane». Un treno che non può perdere.