Dopo le minacce, la tensione alle stelle e perfino il sito Flightradar24 crollato per le troppe visualizzazioni del suo volo, Nancy Pelosi è atterrata a Taipei, capitale di Taiwan. Non accadeva dal 1997: la speaker della Camera degli Stati Uniti è la rappresentante americana più alta in grado ad atterrare sull’isola. All’aeroporto di Songshan c’erano Sandra Oudkirk, direttrice dell’American Institute di Taiwan, e il ministro degli Esteri Joseph Wu, oltre a un buon numero di alti funzionari del Paese, alcuni in divisa militare. La rappresentante statunitense, in tailleur rosa, ha salutato la folla ed è stata acclamata dai cittadini della capitale. La Cina ha risposto a distanza facendo alzare in volo alcuni jet militari, che hanno minacciosamente sorvolato lo stretto di Formosa.

Le parole di Nancy Pelosi: «Impegno incrollabile degli Usa per sostenere Taiwan»
Sul profilo Twitter di Nancy Pelosi è stato diffuso un comunicato ufficiale con le prime parole della presidente della Camera dopo l’atterraggio. In una serie di tre tweet la rappresentante americana spiega: «La visita della nostra delegazione a Taiwan onora l’incrollabile impegno dell’America nel sostenere la vivace democrazia taiwanese. Le nostre discussioni con la leadership di Taiwan riaffermano il nostro sostegno al nostro partner e promuovono i nostri interessi condivisi, incluso il progresso di una regione indo-pacifica libera e aperta. La solidarietà dell’America con i 23 milioni di abitanti di Taiwan è oggi più importante che mai, poiché il mondo deve scegliere tra autocrazia e democrazia. La nostra visita è una delle numerose delegazioni del Congresso a Taiwan e non contraddice in alcun modo la politica statunitense di lunga data, guidata dal Taiwan Relations Act del 1979, dai Comunicati congiunti USA-Cina e dalle Sei assicurazioni».
Our delegation’s visit to Taiwan honors America’s unwavering commitment to supporting Taiwan’s vibrant Democracy.
Our discussions with Taiwan leadership reaffirm our support for our partner & promote our shared interests, including advancing a free & open Indo-Pacific region.
— Nancy Pelosi (@SpeakerPelosi) August 2, 2022
La risposta cinese: «La riunificazione si farà»
Più volte nei giorni scorsi Pechino ha mostrato quelle che oggi definisce la «ferma opposizione» e la «ferma condanna» all’arrivo di Nancy Pelosi sull’isola di Taiwan. La Cina ha fatto volare i propri caccia Su-35 sullo stretto di Formosa, chiudendo contemporaneamente lo spazio aereo su tutto il proprio territorio. Un gesto minaccioso e atteso, dopo le dichiarazioni di ieri rilasciato dal ministero degli Esteri secondo cui l’esercito non sarebbe «rimasto a guardare». In una nota, poco dopo l’atterraggio, la posizione di Pechino: «La madrepatria deve essere unificata ed è destinata a essere unificata. Non importa come Pelosi e altri “sostengano Taiwan e contengano la Cina”, non possono fermare il processo storico di riunificazione della Cina». Da Mosca arriva un’ulteriore condanna: «Gli Usa portano destabilizzazione nel mondo».
