Nadef, arriva il via libera del Consiglio dei Ministri

Barbara Massaro
29/09/2021

E' stato varato dal Consiglio dei Ministri di Documento di programmazione economica per il prossimo anno. Pil e occupazione in crescita.

Nadef, arriva il via libera del Consiglio dei Ministri

Il Consiglio dei ministri ha deciso di dare il via libera alla nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, il cosiddetto Nadef. «La situazione sanitaria ed economica è nettamente migliorata negli ultimi mesi» si legge nella premessa alla Nota di aggiornamento al Documento di economia a finanza, firmata dal ministro dell’Economia Daniele Franco.

«Nel nostro Paese, ciò è avvenuto grazie a misure preventive ben calibrate e al grande sforzo del personale sanitario. A questa va aggiunta la consapevole disciplina dimostrata dai cittadini e le misure di sostegno economico attuate dal Governo».

Nadef, Pil in crescita del 6 per cento

Secondo i numeri snocciolati dal Nadef nel 2021 il Pil si attesterà a più 6 per cento e nel 2022 segnerà un più 4,7 per cento programmatico.

Nel documento si prevede quindi che gli interventi in programma per il prossimo anno spingano la crescita di mezzo punto percentuale: si parte infatti da un più 4,2 per cento tendenziale. Nello scenario programmatico la crescita del Pil sarà poi del 2,8 per cento nel 2023 e 1,9 per cento nel 2024.

Nella bozza si legge che si tratta del fatto che il «più alto livello di Pil e il minor deficit fanno anche sì che il rapporto tra debito pubblico e prodotto non salga ulteriormente quest’anno, come previsto nel Def, ma scenda invece al 153,5 per cento».

Nadef, bene i numeri del 2020 e le prospettive 2022

Il documento poi definisce «Molto positivo il prolungamento di misure adottate al MiSE nel corso del 2020 come il Superbonus 110 per cento, Transizione 4.0 e il potenziamento del Fondo Centrale di Garanzia per le PMI» L’occupazione cresce nel 2021 del 6,5 per cento, mentre nel 2020 era crollata del 10,3 per cento.

Nadef, il debito pubblico

Il debito pubblico italiano continuerà a scendere anche nei prossimi anni, dopo il calo al 153,5 per cento di quest’anno. Nel 2022 si posizionerà al di sotto del 150 per cento. Secondo i dati contenuti nella bozza della Nadef, il debito diminuirà al 149,4 per cento del Pil il prossimo anno. Passerà al 147,6 per cento nel 2023 e al 146,1 per cento nel 2024. Uno degli obiettivi, si legge nell’introduzione del ministro dell’Economia, Daniele Franco, è di «ricondurre il rapporto debito/Pil al livello precrisi (134,3 per cento) entro il 2030».

Il deficit torna sotto il 10 per cento, riducendo il livello rispetto alle previsioni di primavera. L’indebitamento netto nel 2021 si attesterà al 9,4 per cento (dall’11,8 stimato nel Def). Nel 2022 il deficit sarà al 5,6 per cento, per scendere al 3,9 per cento nel 2023 e avvicinarsi al 3 per cento nel 2024 (3,3 per cento).

Lo spazio di manovra per il 2022 aperto dalla differenza tra deficit tendenziale e programmatico ammonta a circa 22 miliardi. Il deficit programmatico è infatti fissato al 5,6 per cento del Pil e il tendenziale al 4,4 per cento. La differenza pari a 1,2 punti si traduce in risorse comprese tra i 21 e i 22 miliardi.

Nadef, la politica fiscale

La nota poi aggiunge: «Gli interventi di politica fiscale che il governo intende adottare determinano un rafforzamento della dinamica espansiva del Pil nell’anno in corso e nel successivo. Rilevano in particolare la conferma delle politiche invariate e il rinnovo di interventi in favore delle Pmi e per la promozione dell’efficientamento energetico e dell’innovazione. Si avvia inoltre la prima fase della riforma dell’Irpef e degli ammortizzatori sociali e si prevede che l’assegno unico universale per i figli sia messo a regime».

Nadef, la politica di bilancio

All’interno del Nadef si profetizza una progressiva diminuzione dell’impatto del Covid sullo sviluppo del paese. «Ipotizzando che il grado di restrizione delle attività economiche e sociali legato al Covid-19 si vada via via riducendo, l’intonazione della politica di bilancio resterà espansiva fino a quando il Pil e l’occupazione avranno recuperato non solo la caduta, ma anche la mancata crescita rispetto al livello del 2019. Si può prevedere che tali condizioni saranno soddisfatte dal 2024 in avanti»