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Gli Erode del Myanmar

Le violenze della giunta militare al potere dal primo febbraio non si fermano. Ora i soldati rapiscono anche i neonati per ricattare gli oppositori. La denuncia del relatore speciale delle Nazioni Unite per il Paese Tom Andrews.

23 Settembre 2021 10:3923 Settembre 2021 10:42 Redazione
le violenze in Myanmar non si fermano

La giunta militare del Myanmar rapisce sistematicamente i parenti degli oppositori per ricattarli, compresi neonati di appena 20 settimane. La denuncia, come riporta la Bbc, arriva dal relatore speciale delle Nazioni Unite per il Paese Tom Andrews, secondo cui le condizioni nel Paese continuano a peggiorare e «gli attuali sforzi della comunità internazionale per fermare la spirale di violenza semplicemente non stanno funzionando».

Today (22 Sept) I will tell the UN Human Rights Council that the junta has escalated its human rights violations and attacks on the people of Myanmar and that complacency and inaction should not be acceptable options. The session begins at 15:00 CET. https://t.co/l14lEezFUE

— UN Special Rapporteur Tom Andrews (@RapporteurUn) September 22, 2021

Da luglio la giunta militare ha ucciso 75 bambini tra i 14 mesi e i 17 anni

Gli uomini della giunta militare hanno ucciso più di 1.100 persone, ha confermato Andrews mercoledì 22 settembre al Consiglio per i diritti umani Nazioni Unite, tra cui decine di bambini: da luglio, le piccole vittime sono state 75, tutte di età compresa tra 14 mesi e 17 anni. «Ho ricevuto rapporti credibili secondo cui le forze della giunta hanno arbitrariamente imprigionato almeno 177 individui dopo che un ricercato era sfuggito all’arresto». Da quando i militari hanno preso il potere il primo febbraio scorso, sono state incarcerate più di 8 mila persone. Chiunque sfidi o critichi la giunta finisce dietro le sbarre: politici, attivisti, operatori sanitari e giornalisti.

In Myanmar ci sono più di 230 mila sfollati

Per questo Andrews ha sollecitato un cambio di rotta da parte della comunità internazionale in modo da evitare ulteriori violazioni di diritti umani e vittime e ricordando che gli sfollati a causa delle violenze della giunta sono ormai più di 230 mila. «La comunità internazionale deve impegnarsi maggiormente per garantire che gli aiuti arrivino a destinazione», ha aggiunto Andrews. «Le organizzazioni della società civile che stanno salvando vite hanno bisogno e meritano il nostro sostegno. Il piano di risposta umanitaria delle Nazioni Unite per il Myanmar del 2021 ha ricevuto fino a oggi solo il 46 per cento dei fondi richiesti. Possiamo e dobbiamo fare di meglio».

Sparatorie e vittime nella città di Thantlang al confine con l’India

Lunedì scorso, secondo i media, a causa degli scontri tra militari e oppositori, tutti i residenti di Thantlang, una città di 7.500 abitanti nell’ovest del Paese vicino al confine con l’India, sono stati costretti a fuggire. I soldati «hanno iniziato a sparare a caso dalle finestre» delle case, ha raccontato un testimone all’Afp. «Se ne sono andati quasi tutti», ha aggiunto mentre stava fuggendo con altri 500 in un villaggio vicino. Altre centinaia di persone si sono già dirette verso l’India.Il quotidiano indipendente Myanmar Now ha riferito che i soldati hanno ucciso a colpi di arma da fuoco un pastore battista. Al cadavere mancava l’anulare sinistro, ha riferito il presidente dell’Associazione delle chiese battiste di Thantlang ipotizzando che i soldati avessero rubato la sua fede nuziale.

 

 

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