Le Amministrative 2021 le hanno confermato il posto in Campidoglio. Rachele Mussolini, 47 anni e un cognome pesante – «È sempre stato più un problema che un vantaggio» – nel consiglio comunale di Roma ci è rientrata dalla porta principale: più votata nella lista Fratelli d’Italia, 4.435 preferenze. Oltre mille voti in più del secondo Giovanni Quarzo, fermo a 3.385. Un exploit sorprendente, ma fino a un certo punto, se si considera che già cinque anni fa la nipote del duce, come accennato, si era ritagliata la sua poltrona. Quella volta, sempre al fianco di Giorgia Meloni, correva, però, in una lista civica. Ora, a suon di consensi, si è presa le luci della ribalta. Figlia di Romano, nata dal matrimonio con l’attrice Carla Maria Puccini, porta il nome della nonna, donna Rachele di cui, ha raccontato in una recente intervista a Repubblica, ammette di non ricordare granché: «Andavamo a trovarla a Villa Carpegna. Ma avevo cinque anni quando è morta».

Parla di sé come una moderata, non le piacciono «i fanatismi e gli eccessi», come bolla i comportamenti dei protagonisti nell’inchiesta di Fanpage. Spiega, invece, di avere amiche di sinistra, che alcune l’hanno addirittura votata: «Hanno beneficiato del disgiunto, scelto me, poi Calenda o Gualtieri». Eppure va a Predappio «c’è sepolto mio padre» e due anni fa è stata bannata dai social per aver indossato un fiocco nero, omaggio all’anniversario di morte del nonno. «Aveva una connotazione esclusivamente familiare la politica non c’entra». Sarà, intanto, conseguenza diretta dell’elezione, su Twitter è diventata virale una foto in cui tiene in mano un cartello. Vi capeggia la scritta «il 25 aprile festeggio solo (sottolineato) San Marco». Dietro, attaccata alla parte, la bandiera di fratelli d’Italia. Ad ognuno la sua ricorrenza insomma.
“#Mussolini ha fatto tante cose buone”
Vietò lo sciopero e sciolse i sindacati. Le donne dovevano stare a casa a servire l’uomo e sfornare figli. Il matrimonio riparatore. Ancora, il caso Matteotti, ritenuto un omicidio politico. Basta inneggiare al fascismo. #RacheleMussolini pic.twitter.com/x3sSsJMDyU— SE PARLO ROVINO FAMIGLIE ✈️ (@AnnaPilon5) October 6, 2021
Alessandra Mussolini, dal Msi alla metamorfosi rainbow: «Sono una ragazza di sinistra»
Ma Carla Maria Puccini, e di conseguenza Rachele, sono arrivate dopo. Romano, musicista, pianista e raffinato compositore di musica jazz, prima aveva sposato Maria Scicolone, sorella di Sophia Loren. Dall’unione, il 30 dicembre 1962, è nata Alessandra, altro volto noto della politica italiana. Laureata in medicina e chirurgia alla Sapienza di Roma, con buona pace del giuramento di Ippocrate, la sua fama è legata soprattutto alla carriera da deputata, senatrice ed europarlamentare, passata tra le file del Movimento sociale italiano, di Alleanza nazionale e di Forza Italia. Una vita intensa, divisa tra gli scranni dei palazzi del potere e gli show televisivi. Su cui, digerito l’addio a comizi e campagne elettorali, ultimamente ha spesso trovato asilo. «Non è stata una decisione facile, ma ti accorgi quando è il momento di dire basta. È la politica a fartelo capire», disse lo scorso aprile a Maurizio Costanzo nel corso della trasmissione S’è fatta notte. Ballando con le stelle, Il cantante mascherato, la lista delle partecipazioni è lunga: «Per andare in tv c’è voluto coraggio e sfacciataggine». Doti che si è sempre riconosciuta, come l’assenza di peli sulla lingua, sfoggiata nella risposta all’ex magistrato Antonio Di Pietro. Questo nel salotto di Porta a porta l’additò come «fascista». «Me ne vanto», replicò secca, salvo poi aggiungere in seguito a un battibecco con Vladimir Luxuria «meglio fascista, che frocio». Una posizione radicale e smussata dal tempo e da Instagram. Qui, in tinta arcobaleno ha espresso solidarietà al Dll Zan. «Combattiamo insieme contro le discriminazioni che purtroppo esistono ancora», si legge nel post. Ad agosto, in una intervista a Vanity Fair, la definitiva metamorfosi: «Sono una ragazza di sinistra. Sono una diversamente ragazza che ha fatto battaglie nelle quali ha creduto, al di là dei colori».
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Mussolini, il 2019 è l’anno di Caio Giulio Cesare
Non solo donne nella casata, perché da Roma a Buenos Aires, andata e ritorno, nell’albero genealogico dei Mussolini di ultima generazione c’è anche Caio Giulio Cesare. Nome di rimando imperiale e origini argentine, per il pronipote del duce. Figlio di Guido, nipote del primogenito di Benito, Vittorio, nacque in Sudamerica, dove il nonno si era rifugiato dopo la caduta del regime. Alla ribalta salì nel 2019 per il video davanti al Colosseo quadrato (costruito per volere del bisnonno) dell’Eur. Fu lo sfondo per l’annuncio, tra le fila di Fratelli d’Italia, della sua candidatura alle Europee nella circoscrizione meridionale. Il filmato accanto a Giorgia Meloni, tuttavia, non portò benissimo: l’allora 50enne ottenne 21.561 voti, insufficienti per approdare a Bruxelles. Niente lieto fine anche per la battaglia del deputato della Lega Claudio Durigon, che nei mesi scorsi proponeva di intitolare ad Arnaldo Mussolini un parco oggi dedicato alla memoria di Falcone e Borsellino. E che per il momento resterà tale.