Un gruppo di scienziati Usa specializzati in genetica ha ricostruito in maniera dettagliata i volti di tre mummie egizie, grazie all’analisi di una sequenza di Dna di oltre 2000 anni fa. Il team è partito dal presupposto che la carnagione dei tre fosse olivastra chiara e senza lentiggini, con occhi e capelli scuri. Il Dna ha confermato che mummie erano di origine ebraica e provenivano da Yemen, Marocco e Tunisia. Lo studio è stato presentato in Florida da Parabon NanoLabs, uno studio specializzato in servizi di fenotipizzazione del Dna. «Siamo rimasti sorpresi e affascinati nel vedere che il Dna non è simile a quello degli egiziani moderni», spiega Ellen McRae, direttrice del dipartimento bioinformatico della società. A riportare la notizia è El Paìs.
Le origini delle mummie egiziane a cui è stato dato un volto
Le mummie da cui è stato prelevato il Dna provenivano dal sito archeologico Abusir El Meleq, toccato dal Nilo e abitato dal 3250 a.C. al 700 a.C. Gli individui analizzati hanno vissuto in epoche diverse, dal tardo Nuovo Regno al periodo romano dell’Antico Egitto, e sono stati battezzati con codici alfanumerici: JK2134, il più antico, databile tra il 776 e il 569 a.C., JK2911 vissuto tra l’anno 769 e il 560 dello stesso tempo, e JK2888, il più giovane, vissuto tra gli anni 97 e 2 a.C.
I risultati dell’analisi, che dimostrano come l’ascendenza dei tre individui non fosse sub-sahariana, sono coerenti con studi precedenti grazie ai quali è stato rilevato come gli antichi egizi fossero più simili agli abitanti del Medio Oriente rispetto agli egiziani moderni maggiormente “influenzati” da altre popolazioni africane. «Se si confrontano geneticamente questi individui con gli uomini di oggi si nota come il loro Dna sia più simile a quello delle popolazioni di Yemen, Tunisia e Marocco più che a quello degli egiziani moderni», ha affermati McRae. «Potrebbero provenire da altre parti del Mediterraneo, e non hanno ascendenze africane, al contrario degli egiziani di oggi», ha aggiunto.
Come si ricostruisce il volto di una mummia
Nel database di Parabon sono contenuti migliaia di Dna. Pertanto, quando il laboratorio riceve un campione di una persona ignota – come nel caso delle mummie – procede a un confronto utilizzando modelli predittivi per determinare le caratteristiche facciali. Successivamete un artista forense ricrea l’aspetto. Nel caso delle tre mummie la difficoltà principale è stata l’antichità del Dna, estremamente danneggiato e al quale mancavano alcuni dati delle sequenze. Dati che sono stati poi ricostruiti con il sequenziamento a bassa copertura che permette di individuare i dati mancanti su base statistica.