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Così Nextalia e Multiversity si contendono il mercato della formazione

Un mercato ricco, due protagonisti di rango, Nextalia e Multiversity. Le Business School del Sole 24 Ore e della Luiss nel mirino. Il ruolo di Confindustria e la posizione di Fabio Vaccarono, insieme consigliere dell’editrice del quotidiano economico e ad della società controllata dal fondo Cvc.

3 Agosto 2022 09:11 Giovanna Predoni
Così Nextalia e Multiversity si contendono il mercato della formazione

La formazione è un business dal grande futuro. Così almeno sembra, se si guarda alla competizione che si è scatenata tra aziende e fondi di private equity che lo giudicano anche in prospettiva un investimento dagli allettanti ritorni. Se si deve risalire a una data che avrebbe segnato l’inizio questa sorta di corsa all’oro si deve risalire al novembre del 2017 quando il Sole 24 Ore, in difficoltà a far quadrare i propri conti, cedette per 40 milioni il 49 per cento della propria Business School al fondo inglese Palamon, il quale due anni dopo ne avrebbe acquisito la maggioranza assoluta.

I fondi CVC e Nextalia interessati a un mercato in grande crescita

Successivamente, nel novembre del 2021, l’operazione più importante è stata l’acquisizione dell’Università telematica Pegaso da parte del Fondo CVC Capital Partners, un deal da un miliardo di euro. Ora sul ricco mercato dell’educational si affaccia anche un altro protagonista, Nextalia, il fondo partecipato da Intesa Sanpaolo, Unipol Sai, la famiglia di Francesco Micheli (che ne è anche il presidente), Coldiretti e, per una piccola quota acquistata lo scorso aprile, Confindustria. Nextalia a febbraio aveva debuttato nel settore rilevando l’Academy di IntesaSanpaolo attraverso la Digit’ed di cui la banca guidata da Carlo Messina ha una quota del 20 per cento. Nextalia, grazie alla spinta di Francesco Canzonieri, ex Global Co-Head of Corporate & Investment Banking di Mediobanca che l’ha fondata e ne è l’amministratore delegato, in pochi mesi ha raccolto oltre un miliardo di euro da molti investitori. Ora era inevitabile i due più attivi protagonisti dell’educational finissero per pestarsi i piedi, e la competizione diventasse accesa. CVC punta dritta ad altre acquisizioni, dopo aver appena annunciato il 1 agosto quella dell’Università Telematica San Raffaele di Roma, 8 mila studenti, di proprietà della famiglia Angelucci. L’idea è quella di arrivare a una certa massa critica per poi portare tutto in borsa. Una strategia di cui non fanno mistero Andrea Ferrante (senior managing director di CVC) e Fabio Vaccarono, 51 anni, ex country manager di Google e ora amministratore delegato di Multiversity cui fa capo l’università telematica Pegaso) che personalmente il 3 per cento della società, quindi è evidentemente interessato alla sua rapida crescita e valorizzazione. Stessa cosa gli inglesi di CVC, di cui si è anche vociferato potessero cedere il 50 per cento della società operativa ad un altro fondo per rientrare degli ingenti investimenti fatti senza aspettare lo sbarco in borsa. Ma sono rumors che si rincorrono nei contesti in cui la competizione è a mille. Per il momento però CVC è concentrata sulla crescita di Multiversity e di Pegaso, rilevata nel novembre scorso dal lanciatissimo e liquidissimo Danilo Iervolino, neo editore dell’Espresso e proprietario della Salernitana calcio, ed è riuscita in poco tempo a far dimenticare la nomea di diplomificio per costruire una reputata università digitale.

Così Nextalia e Multiversity si contendono il mercato della formazione
Il logo della Business School del Sole 24 ore.

La Business School del Sole e quella della Luiss le prede più ambite

Ma la competizione guarda già alle prossime mosse. Con una peculiarità diciamo ingombrante, ovvero che le aziende messe nel mirino da Nextalia e Multiversity sono entrambe possedute da Confindustria. Dallo scorso settembre infatti il Sole 24 Ore è libero di muoversi sul mercato. Conclusosi il lungo periodo di non concorrenza con Palamon, la casa editrice può liberamente disporre del marchio della propria Business School. Così, in vista delle sua cessione, ha concesso l’esclusiva a Multiversity anche in virtù dei buoni rapporti tra l’attuale ad del Sole, Mirja Cartia d’Asero, e Vaccarono, che del quotidiano è anche consigliere d’amministrazione. L’esclusiva deve essere ora finalizzata contrattualmente, ma di fatto Multiversity ha già fatto suo anche il marchio della Business School e avrà mano libera nell’organizzarla partendo da zero. Sull’operazione però si stende l’ombra del conflitto di interessi, visto che Vaccarono è amministratore, ancorché indipendente, della società venditrice e titolare di un’offerta per la quale è stata deliberata un’esclusiva. Il manager assicura di aver agito nel rispetto della legge e che il muro cinese tra lui e il dossier non abbia mai avuto brecce. Ma evidentemente la piena legalità e il rispetto delle procedure non escludono il tema dell’opportunità di trovarsi oggettivamente nella scomoda posizione di venditore e compratore.

che farà bonomi in confindustria con Gubitosi?
Carlo Bonomi (Getty Images).

Il rischio di sovrapposizioni e conflitti di interesse

Un tema che deve aver suscitato le perplessità anche di Carlo Bonomi, se è vero che il presidente di Confindustria lo ha sollevato in alcuni contesti facendo presente però, anche se tardivamente, che risulterebbe assai problematico a questo punto cambiare la delibera del cda di una società quotata. Fu Cartia D’Asero, l’avvocatessa catanese che ha preso il posto di Giuseppe Cerbone alla guida del Sole 24 Ore ,ad aver propiziato, alcuni mesi orsono, il primo contatto tra Bonomi, Ferrante e Vaccarono dove Multiversity manifestò il proprio interesse anche per l’acquisto della Business School della Luiss (il secondo obiettivo che rientra nel perimetro di Confindustria), ricevendo in tutta risposta l’invito a contattare il presidente dell’Università romana, Vincenzo Boccia, che di viale dell’Astronomia è past president. Confindustria, socia anche di Nextalia, ha cercato di tenere sin qui un ruolo super partes. Ma le cose si sono evolute rapidamente, e dopo che Multiversity-CVC ha comprato l’Università San Raffaele con la relativa Business School guidata dall’ex ministro dell’Economia Giovanni Tria, la competizione si è infiammata. E rischia di deflagrare a scontro aperto proprio sul dossier che riguarda la Business School della Luiss, sul cui destino Confindustria è determinante.

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La Business School della Luiss.

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