L’Antitrust ha sanzionato Tim per 2,1 milioni di euro. L’Autorità ha anche aperto un’istruttoria su Wind Tre, per gli aumenti di tariffa comunicati agli utenti via sms.

La multa a Tim da parte dell’Antitrust
In arrivo per Tim una multa da 2,1 milioni di euro. La compagnia ha ricevuto la sanzione per aver attuato una politica scorretta sull’aumentare la tariffa pagata dall’utente tramite sms. La multa è stata la fine di un procedimento istruttorio avviato nell’agosto 2022. La manovra fraudolenta contestata a Tim è iniziata a luglio 2022, visto che la società ha comunicato via web e SMS un aumento, fino al costo di 2 euro, della tariffa mensile dell’offerta mobile prepagata con la causale di un’offerta di Giga aggiuntivi, senza che gli utenti abbiano espresso alcun consenso ad accettare o meno.

La spiegazione dell’Antitrust per la sanzione
Secondo l’Antitrust il consumatore deve avere il consenso per rifiutare l’offerta e rimanere nel contratto precedente. Ecco perché l’Autorità ha scritto nel provvedimento: «La manovra è dunque finalizzata a fornire un servizio aggiuntivo a pagamento tramite l’utilizzo di un meccanismo poco trasparente di acquisizione del ‘silenzio assenso’ dell’utente, piuttosto che a seguito di una sua esplicita libera manifestazione di volontà. Viceversa, poiché la Società gestisce l’offerta originaria e i Giga aggiuntivi come due componenti distinte e separabili, la componente aggiuntiva dovrebbe essere proposta all’utente come una nuova offerta, ed erogata solo ove questi, qualora interessato, la accetti espressamente e preventivamente. L’automatismo generato dall’opt-out consente, inoltre, alla Società di avvantaggiarsi della mera distrazione o errore di quei clienti che, ad esempio, non abbiano letto il messaggio informativo o abbiano digitato male il testo previsto per rifiutare la variazione». Per l’Antitrust quindi l’aumento di giga a pagamento rappresenta «un servizio aggiuntivo opzionale con un suo costo specifico». Il provvedimento continua: «Telecom obbliga i clienti a manifestare espressamente, nelle modalità e nei termini indicati, anziché il proprio consenso all’attivazione, il proprio eventuale rifiuto ad essa, in assenza del quale Telecom procede automaticamente al relativo addebito. Il consumatore che non intende utilizzare il nuovo servizio è quindi costretto, per evitare l’addebito, ad attivarsi per mantenere invariato il contratto in essere».