Multa di 200 mila euro alla Bocconi per il riconoscimento facciale degli studenti durante esami a distanza

Redazione
29/09/2021

Secondo il Garante della privacy l'informativa fatta firmare agli studenti prima di sostenere le prove in remoto con i software Respondus era lacunosa.

Multa di 200 mila euro alla Bocconi per il riconoscimento facciale degli studenti durante esami a distanza

L’università Bocconi è stata multata dal garante della Privacy con una sanzione di 200 mila euro per l’utilizzo, non corretto, di un sistema di “controllo” per gli esami a distanza durante i mesi del lockdown, quando gli studenti erano costretti a sostenere gli esami da remoto. Inoltre è stato ordinato lo stop all’utilizzo dei due programmi in questione.

Il Garante della Privacy multa la Bocconi: nel mirino due software della società Usa Respondus

Come riporta Milano Today, nel mirino del garante sono finiti due software della società Usa Respondus, necessari, stando a quanto sostiene l’ateneo, per aiutare i professori nel controllo dello svolgimento delle prove scritte. Il primo software è stato usato per bloccare le altre attività sui computer degli studenti, mentre il secondo come videocamera per intercettare e segnalare comportamenti anomali come lo sguardo non sul monitor, l’assenza dello studente dalla postazione, la non corrispondenza tra la foto con documento di identità mostrata prima dell’esame e il volto dello studente al lavoro sul computer.

Le lacune nell’informativa firmata dagli studenti della Bocconi prima di sostenere gli esami con i software 

Tutto è partito lo scorso aprile dalla segnalazione al garante della Privacy di uno studente inglese. E la risposta è arrivata il 21 settembre con la multa da 200 mila euro. Nella sentenza, come riporta sempre Milano Today, è ribadito che «tali sistemi non devono essere indebitamente invasivi e comportare un monitoraggio dello studente eccedente le effettive necessità». Il garante sottolinea poi le lacune nell’informativa firmata dagli studenti sul sito dell’Università prima di sostenere gli esami con i software. Secondo il garante non c’è «menzione della fotografia scattata dal sistema all’inizio della prova allo studente, cui viene chiesto di esibire un documento d’identità e di effettuare una ripresa panoramica dell’ambiente circostante»; «il testo non indica gli specifici tempi di conservazione dei dati personali». Non solo: «L’informativa non menziona che i dati personali sono oggetto di trasferimento negli Stati Uniti d’America», Paese dove le maglie della tutela della privacy sono molto più larghe.

Per il garante della Privacy «il trattamento non può ritenersi conforme al principio di liceità, trasparenza e correttezza non essendo stati forniti tutti gli elementi informativi»

Il Garante ha dunque stabilito che «il trattamento posto in essere dall’ateneo non può ritenersi conforme al principio di liceità, trasparenza e correttezza non essendo stati forniti tutti gli elementi informativi». È possibile affermare che «Respondus monitor effettua un trattamento tecnico specifico di una caratteristica fisica degli interessati per confermare la presenza e la coincidenza dell’interessato per tutta la durata della prova. Seppur il sistema non comporta l’identificazione del candidato, effettua comunque un trattamento di dati biometrici che consiste nella raccolta, elaborazione e analisi del video prodotto dal software tramite un algoritmo di intelligenza artificiale al fine di produrre i flag».