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Il 3 giugno 2016 moriva Muhammad Alì

Il 3 giugno 2016 si spegneva a 74 anni Muhammad Alì. Tag43 lo ricorda dandovi il buongiorno con la sua partecipazione alla serata degli Oscar del 1977 in compagnia di Sylvester Stallone.

3 Giugno 2022 05:52 Redazione
17 gennaio 1942, a Louisville nasceva il pugile Muhammad Ali

Il 3 giugno 2016 moriva a 74 anni Muhammad Alì, uno dei più grandi pugili della storia. Cassius Marcellus Clay, questo il suo nome di battesimo, nacque a Louisville, in Kentucky, il 17 gennaio 1942. Lui e il fratello Rudolph vennero educati dal padre con gli insegnamenti di Marcus Garvey, attivista politico afroamericano della prima metà del Novecento. L’incontro con la boxe avvenne quando aveva appena 12 anni. A portarlo sul ring un poliziotto, Joe Martin, a cui il ragazzino si era rivolto dopo il furto della sua bicicletta. Martin gestiva anche una palestra di boxe, e suggerì all’adolescente di imparare a tirare pugni prima di affrontare il ladro. Per sei anni lo allenò. Il talento non ci mise molto a emergere. Nel 1960, da dilettante, conquistò la medaglia d’oro per i pesi mediomassimi alle Olimpiadi di Roma. Nella sua autobiografia del 1975, Alì raccontò di aver gettato quella medaglia in un fiume dell’Ohio come gesto di protesta per la discriminazione razziale negli Usa. Tornato da Roma, infatti, un cameriere si sarebbe rifiutato di servirlo perché nero. Secondo un’altra versione, invece, il pugile smarrì la medaglia d’oro un anno dopo le Olimpiadi. Fatto sta che nel 1996 ad Atlanta gli venne consegnata una medaglia sostitutiva.

Il professionismo e la conversione all’Islam

Dopo il trionfo a Roma, divenne professionista. A Miami cominciò a frequentare una moschea e gli attivisti della Nation of Islam, movimento guidato da Malcolm X. Nel 1964 si convertì assumendo il nome di Muhammad Alì. Dal 1964 al 1967 fu campione dei pesi massimi. Rimase poi alla storia il suo rifiuto di andare a combattere in Vietnam. «Non ho niente contro i vietcong, nessuno di loro mi ha mai chiamato negro», disse. Per questo gli venne impedito di lasciare il Paese e stette lontano dai ring fino ai 29 anni. Soprannominato “the Greatest”, il più grande, ancora oggi è considerato forse lo sportivo più famoso di tutti i tempi. Nel 1981 si ritirò dall’attività agonistica, tre anni prima che gli venisse diagnosticato il morbo di Parkinson. Dopo il ritiro Ali continuò a essere attivo politicamente mentre nel 1996 accese il braciere olimpico delle Olimpiadi di Atlanta.

17 gennaio 1942, a Louisville nasceva il pugile Muhammad Ali
Muhammad Ali con la torcia olimpica ad Atlanta (Getty).

Gli incontri epici di Muhammad Alì: da Frazier a Foreman

Tra gli incontri diventati cult c’è sicuramente quello contro Sonny Liston, a Lewistone, in Maine, il 25 maggio 1965. Dopo un minuto e una manciata di secondi Alì lo mandò al tappeto con quello che venne ribattezzato “the phantom punch”, il pugno fantasma. L’avversario storico di Alì però fu Joe Frazier, che l’8 marzo 1971 lo sconfisse al Madison Square Garden di New York in un incontro che è stato definito The Fight of the Century, l’Incontro del Secolo. La rivincita se la prese a Manila nel 1975 per KO tecnico, definendo quel match «la cosa più vicina alla morte mai vissuta». A Kinshasa il 30 ottobre 1974 Alì da sfavorito sfidò il campione George Foreman, che aveva 25 anni contro i suoi 32. Lo mandò al tappeto alla fine dell’ottavo round diventando campione del mondo dei pesi massimi. Tra gli ultimi incontri disputati ci fu quello violentissimo con Earnie Shavers («il pugile più potente mai incontrato», ammise Alì). Molti ritennero i colpi subiti la causa scatenante del Parkinson.

Il campione diventato icona

La International Boxing Hall of Fame ha riconosciuto Muhammad Alì fra i più grandi pugili di ogni tempo. Nel 1974 fu premiato dall’Associated Press come Atleta maschile dell’anno. Inoltre venne scelto dalla rivista TIME come una delle 100 persone più influenti del XX secolo nella categoria Heroes And Icons, unico sportivo insieme a Pelé e Bruce Lee. Nel 2005 fu insignito della Medaglia presidenziale della libertà e a Berlino della Medaglia Otto Hahn per la Pace in oro dalla Deutsche Gesellschaft für die Vereinten Nationen (Società Tedesca per le Nazioni Unite). Nel 2016, pochi giorni dopo la sua morte, l’Aeroporto Internazionale di Louisville è stato intitolato al grande campione. Muhammad Alì non poteva non essere presente anche nella cultura di massa. Ha infatti ispirato il personaggio di Apollo Creed in Rocky. Il suo stile di combattimento è identico a quello del campione, un mix di agilità e potenza. Anche lo stile provocatorio di Creed durante le conferenze e prima del match sembra imitare quello di Ali. Nel 1978 la DC Comics pubblicò un fumetto one-shot dal titolo Superman vs. Muhammad Alì, dove il famoso supereroe e il pugile si battono sul ring per fermare un’invasione aliena della Terra. Al campione è dedicato il biopic Alì diretto da Michael Mann nel 2001 e interpretato da Will Smith. Alì è apparso anche nei Simpson. Nell’episodio Robot-Homer, l’avversario finale del torneo “Robot Rombanti” è un automa chiamato Scassius Clay, detto Ammazzahmad Ahì. Nel film di Quentin Tarantino C’era una volta a… Hollywood, il coprotagonista (in un suo personale flashback di riflessione) discute animatamente fino ad arrivare alle mani con Bruce Lee circa il risultato di un ipotetico incontro tra Lee e Muhammad Alì. Infine nel 2020 Muhammad Ali, interpretato da Eli Goree, è uno dei protagonisti del film One Night in Miami.

Tag43 vi dà il buongiorno con Sylvester Stallone e Muhammad Ali alla cerimonia degli Oscar del 1977.

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