Nuovi guai per Giuseppe Conte. Dopo le dimissioni di Luigi Di Maio dal comitato di garanzia del M5s, la settima sezione civile del Tribunale di Napoli ha deciso di sospendere le due delibere del Movimento 5 stelle datate 3 e 5 agosto 2021 con cui era stato prima modificato lo statuto e poi scelto Conte come presidente del partito. L’unico che resta in sella è il garante Beppe Grillo.
Tribunale di Napoli: «Gravi vizi nel processo decisionale»
Il Tribunale di Napoli ha accolto il ricorso presentato da un gruppo di attivisti pentastellati che tramite l’avvocato Lorenzo Borrè combattono ormai da mesi contro le due delibere. E la settima sezione ha dato loro ragione, sospendendole entrambe le delibere in via cautelare perché sussisterebbero «gravi vizi nel processo decisionale». Tra questi, il principale sarebbe l’aver escluso oltre un terzo degli iscritti (più di 80 mila) al movimento dalla votazione. Un numero alto di attivisti che non avrebbe fatto raggiungere il quorum. Conte dunque non è più presidente.

Gli attivisti pentastellati: «Ripristinato il principio di necessità di partecipazione di tutti»
Esultano gli attivisti del M5s, tra cui figure come Steven Hutchinson, Renato Delle Donne e Liliana Coppola, supportati da centinaia di iscritti al movimento. «Oggi il Tribunale di Napoli», dichiarano, «accogliendo il reclamo per la sospensione dell’efficacia delle delibere che hanno modificato lo statuto e incoronato come candidato unico alla presidenza del M5S Giuseppe Conte, ripristina il principio della necessità della partecipazione di tutti gli iscritti nell’adozione delle scelte fondamentali del nostro MoVimento». Lo stesso avvocato Borrè spiega che «da Conte ai vice, sono state azzerate tutte le cariche del Movimento 5 Stelle. M5S decapitato, siamo all’anno zero: ora ritorna in vigore vecchio statuto, bisogna nominare il Comitato direttivo».

M5s, quale futuro? «Confidiamo in processo partecipativo»
Questa decisione potrebbe dare vita a una profonda lacerazione all’interno di un partito che già da tempo vive un momento non semplice. Dopo gli scontri e la guerra fredda tra lo stesso Conte e Di Maio, con tanto di intervento criptico di Beppe Grillo, adesso se davvero i quadri del movimento saranno azzerati cosa succederà all’interno del Movimento? «La parità dei diritti è una pietra angolare del M5S», continuano gli attivisti «e non può trovare deroga in alcun caso, tantomeno per l’accesso alle cariche statutarie in quanto non esistono primi inter pares. Ora confidiamo in un processo partecipativo aperto e in una riflessione sugli errori e sulle forzature fatte, chi ha sbagliato deve farsi da parte».
Pentastellati in ordine sparso
La decisione del tribunale di Napoli che ha azzoppato la leadership di Giuseppe Conte, già provata dalla guerra interna con Di Maio, è una nuova tegola su un Movimento 5 stelle già balcanizzato. Tanto che in serata su Facebook è intervenuto anche Alessandro Di Battista con poche, ma significative, righe: «Se solo Gianroberto potesse scendere per un paio d’ore…».