Il primo ministro dell’Armenia Nikol Pashinyan, così come Kassym-Jomart Tokayev e Emomali Rahmon, ovvero i presidenti di Kazakistan e Tagikistan, hanno risposto “presente” e domani 9 maggio assisteranno insieme a Vladimir Putin alla tradizionale parata militare della Den Pobedi, ovvero la Giornata della Vittoria. In questa data, ogni anno in Russia così come nei Paesi dell’ex Urss viene celebrata la capitolazione della Germania nazista nella “Grande guerra patriottica”. I quattro presidenti si aggiungono al capo di Stato del Kirghizistan, Sadir Japarov, che aveva da tempo confermato la sua presenza sulla Piazza Rossa.

I leader attesi a Mosca per le celebrazioni della Den Pobedi
Il primo ministro armeno Pashinyan, su invito di Putin, è arrivato oggi a Mosca e domani prenderà parte agli eventi in onore della Giornata della Vittoria. Lo riferisce Interfax, citando il servizio stampa del governo armeno. La visita a Mosca in occasione della Giornata della Vittoria è stata confermata poi dal kazako Tokayev. Anche lui è in arrivo oggi in Russia e domani sarà in Piazza Rossa. Poi, come ha spiegato il suo ufficio stampa, visiterà anche il Memoriale di Rzhev, inaugurato nell’estate 2020 alla presenza di Putin e del fedelissimo Alexander Lukashenko, presidente della Bielorussi. Durante la battaglia di Rzhev (12 gennaio – 28 febbraio 1942), nel corso della Seconda guerra mondiale, l’Armata Rossa assaltò le posizioni della Wehrmacht riportando perdite pesantissime. Rahmon, in dubbio fino all’ultimo, ha rotto gli indugi e anche lui è atteso a Mosca.
LEGGI ANCHE: Russia, annullati i cortei del Reggimento Immortale

Nel 2022 nessun leader straniero aveva presenziato alla parata
Fino a oggi, solo un leader di uno Stato straniero aveva annunciato la presenza a Mosca per il 9 maggio: Japarov, presidente del Kirghizistan. Non è invece ancora dato sapere, scrive la Tass, se in Russia arriverà anche Serdar Berdimuhamedow, presidente del Turkmenistan, che è stato invitato da Putin con una telefonata. Nel 2022, a due mesi a mezzo dall’invasione dell’Ucraina, nessun leader straniero era arrivato a Mosca per celebrare la Giornata della Vittoria.