Circa 5 mila bambini e ragazzi russi domenica 22 maggio hanno giurato simbolicamente come Giovani Pionieri del Partito Comunista, la costola del partito che, ai tempi dell’Unione Sovietica e prima di essere sciolta nel 1991, accoglieva e raggruppava le nuove leve. Una nuova pagina della propaganda del Cremlino
Il giuramento dei Giovani Pionieri in nome della patria e del Partito comunista
Come riportato dal Moscow Times, a fare da cornice alla cerimonia, messa in piedi in occasione del 100esimo anniversario dell’organizzazione, è stata la Piazza Rossa di Mosca che, nel corso della giornata, si è riempita di bandiere con la falce e il martello, cappelli e fazzoletti rossi, sfoggiati con orgoglio da piccoli comunisti in erba d’età compresa tra i 9 e i 14 anni e provenienti da diverse parti del Paese. Un vero e proprio revival storico con padrone di casa Gennady Zyuganov, leader del partito e segretario della Gioventù Comunista nel 1967. «Se vogliamo un Paese forte, coraggioso e vittorioso, facciamo rivivere i pionieri del partito comunista. Mobilitiamoci affinché si parli di patriottismo e lo si insegni sia a scuola che in famiglia», ha ribadito con veemenza nel suo discorso. «Cari compagni, miei giovani amici, oggi siete qui per fare il vostro primo giuramento, una dichiarazione di devozione alla nostra amata patria, che ha una storia millenaria, e alle tradizioni della vecchia generazione di vincitori, quella dei vostri padri e dei vostri nonni», ha aggiunto. Cinque le promesse fondamentali a cui i reclutati dovranno tenere fede, dopo aver dato la loro parola «in nome di Lenin, del partito comunista, della propria terra e del popolo»: amare ardentemente e proteggere il Paese, adempiere alle regole dei Giovani Pionieri, essere i primi nello studio e nella vita pubblica, onorare e aiutare i veterani della guerra e del lavoro e comportarsi da degni cittadini.

Il desiderio di riportare in auge tradizioni del passato
Sin da quando l’esercito russo ha invaso l’Ucraina il 24 febbraio scorso, l’immaginario sovietico è stato più volte rispolverato. E il giuramento dei Giovani Pionieri lo dimostra. Nonostante il movimento si sia dissolto ormai più di 30 anni fa, con la fine dell’Urss, diversi politici continuano a spingere affinché ne nasca una versione moderna (l’ultima proposta risale agli inizi di maggio, quando un gruppo di legislatori ha lanciato l’idea di fondare un collettivo sponsorizzato dallo Stato e chiamato Bolshaya Peremena, ‘Il grande cambiamento’) utile a instillare nelle nuove generazioni e sin dalla più tenera età i valori fondamentali del patriottismo. Proprio come succedeva in epoca sovietica, quando gli scolari venivano chiamati a «costruire il comunismo, lavorare per il benessere dalla madrepatria e prepararsi a diventarne difensori», oltre ad assolvere a una serie di mansioni utili a migliorare la vita delle comunità a cui appartenevano. Un training che puntava a prepararli per l’entrata ufficiale nella Komsomol, l’Unione della Gioventù Comunista Leninista (che comprendeva membri tra i 14 e i 28 anni) e, in un secondo momento, nel partito vero e proprio. Sebbene il Cremlino abbia negato un ritorno ufficiale dei Pionieri, la manifestazione ha sicuramente ribadito il ruolo che l’organizzazione continua ad avere nella propaganda russa. Nonostante le numerose critiche che, negli ultimi mesi, gli oppositori hanno più volte mosso alle scuole nazionali, accusate di strumentalizzare i minori per iniziative di supporto alla guerra.