Morto il regista Citto Maselli, aveva 92 anni

Redazione
21/03/2023

Noto anche per l’attività politica e militante nella sinistra italiana, aveva diretto film come "Gli indifferenti", "Gli sbandati" e “Il sospetto”.

Morto il regista Citto Maselli, aveva 92 anni

È scomparso a 93 anni il regista Citto Maselli. Tra i suoi film più celebri Gli indifferenti, tratto dal romanzo omonimo di Alberto Moravia, e I delfini, con protagonisti Tomas Milian e Claudia Cardinale, e Gli sbandati. La notizia della morte è arrivata da Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea: nella sua lunga carriera, Maselli ha sempre coniugato l’impegno politico alla passione per il cinema, realizzando una ventina di film.

Maselli, la militanza comunista e antifascista 

«Il cinema e la cultura italiana perdono un maestro e un grande regista, la sinistra un’intellettuale militante e un esempio di rigore e coerenza, noi di Rifondazione Comunista un compagno imprescindibile. Citto ha sempre conservato la passione che da ragazzino lo spinse a entrare nelle fila dell’antifascismo e della Resistenza. Per tutta la sua vita ha messo intelligenza, sensibilità, passione e spirito critico al servizio di un progetto collettivo di liberazione e trasformazione», ha scritto Acerbo.

Dopo lo scioglimento del Partito Comunista Italiano a cui si oppose con Pietro Ingrao, Maselli (vero nome Francesco) era stato tra i fondatori di Rifondazione Comunista, «continuando a essere un militante comunista e antifascista fino all’ultimo giorno», ha sottolineato Acerbo, aggiungendo poi: «Lo ricordiamo con noi più giovani con la cinepresa a raccontare un altro mondo possibile a Genova nel 2001 e sempre disponibile a dare il suo contributo alla lotta politica e culturale». Cordoglio anche da parte dell’Anpi.

Morto il regista Citto Maselli, noto anche per l’attività politica e militante nella sinistra italiana: aveva 92 anni.
Citto Maselli insieme a Mario Monicelli nel 2007 (Getty Images)

La carriera di Maselli, tra cinema e impegno politico

Nato a Roma il 9 dicembre 1930, nella Capitale occupata dai nazisti aveva organizzato gli studenti delle medie antifasciste, poi con la Liberazione si era iscritto al Partito Comunista. Diplomatosi al Centro Sperimentale di Cinematografia, aveva iniziato a lavorare come sceneggiatore e aiuto regista, collaborando con Luigi Chiarini, Michelangelo Antonioni e Cesare Zavattini. Nel 1953 il debutto alla regia, con l’episodio Storia di Caterina del film Amore in città. Nel 1955 ecco il primo lungometraggio da regista: Gli sbandati, che gira a soli 23 anni, premiato alla Mostra del cinema di Venezia.

Nel 1960, con I delfini, delineò un ritratto dell’alta borghesia della provincia italiana dell’epoca. Nel 1964 aveva poi portato sullo schermo Gli indifferenti. In Lettera aperta a un giornale della sera (1970) aveva narrato la vicenda di un gruppo di intellettuali di sinistra che, annoiati dalla routine quotidiana, decidono di fondare una brigata internazionale di combattenti per la guerra del Vietnam. Nel 1975 girò poi Il sospetto, storia di un operaio aderente al PCI che viene inviato dal comitato centrale del Partito Comunista d’Italia, esule in Francia, a Torino dove stanare un infiltrato dell’OVRA.

Nel corso della carriera si è poi dedicato a film incentrati su ritratti femminili: si ricorda in particolare Storia d’amore, che nel 1986 a Venezia valse a Valeria Golino la Coppa Volpi alla protagonista femminile. E proprio con la proiezione di questo film nel 2021 Maselli era stato omaggiato al Lido. Accanto a quella da regista, sempre l’attività politica e militante nella sinistra italiana: fino al 1989 fu membro della Commissione culturale della Direzione del Pci, nel 1992 entrò nel Comitato politico nazionale di Rifondazione comunista.