Lutto nel mondo della musica italiana. Stamattina è stato trovato morto all’interno del proprio appartamento a Cuneo lo storico batterista e fondatore dei Marlene Kuntz, Luca Bergia. Dal 1989, anno di nascita della band, è stato al fianco dell’altro fondatore, Riccardo Tesio, per lunghi decenni di carriera fino al dicembre 2020. Nell’anno dell’inizio della pandemia da Covid, dopo aver vissuto un duro momento legato proprio al virus, aveva deciso di rinunciare alla musica e da tempo insegnava scienze alle scuole medie di Madonna dell’Olmo di Cuneo e Chiusa Pesio.

Bergia morto a 54 anni
Bergia e Tesio hanno fondato nel 1989 a Cuneo i Marlene Kuntz, prima dell’arrivo del frontman Cristiano Godano, che di fatto ha poi portato la band a palcoscenici più grandi. Fu il primo cantante della band a proporre Marlene come nome, in omaggio all’attrice Marlene Dietrich, mentre Godano aggiunse Kuntz, dopo aver accostato un brano dei Butthole Surfers. Bergia ha suonato con il gruppo fino al 2020. Oggi il ritrovamento del corpo nel suo appartamento: aveva 54 anni. Non è chiara ancora la causa del decesso e la famiglia ha mantenuto il riserbo, per rispetto dei figli Tommaso e Alessandro e dei due fratelli.

Il post con cui ha lasciato la musica
A dicembre 2020, Luca Bergia scrisse un lungo post di commiato alla band: «Sono uscito dal tour celebrativo 30/20/10, agli albori dell’undicesimo disco di casa Marlene, letteralmente spossato, spaesato, privo di energie mentali e creative. Avevo necessità di staccare la spina e prendermi un anno di stop (che poi sarebbero diventati due) per rimettermi in sesto sia fisicamente che psicologicamente: questa l’origine dei generici “motivi personali” che vi comunicammo all’epoca. Avevo bisogno di tempo e giusta calma per poter rispondere alle inattese domande che si facevano sempre più pressanti e urgenti alla mia mente. Ringrazio Cristiano e Riccardo che hanno capito e permesso di mettere tutto in stand by per concedermi del tempo che fosse solo mio. Sinceramente non mi sentivo pronto, né fisicamente né creativamente, per affrontare l’ennesimo disco cruciale: da un versante il precipizio del fallimento, dall’altro uno sperabile successo, per quel che possa significare al giorno d’oggi una parola così inconsistente».