È morto a 79 anni Carlo Tavecchio, ex presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio. In carica dall’11 agosto 2014 al 20 novembre 2017, si dimise dopo la mancata qualificazione al Mondiale in Russia da parte dell’Italia guidata dal ct Gian Piero Ventura. A lungo a capo della Lega Nazionale Dilettanti, Tavecchio era tornato due anni fa nel mondo del calcio assumendo la guida del Comitato regionale della Lombardia, la sua regione.

La carriera dirigenziale nella Federcalcio
Nato a Ponte Lambro (Como) nel 1943, Tavecchio aveva iniziato la carriera dirigenziale all’interno della Federcalcio con l’incarico di consigliere del Comitato Regionale Lombardia della Lega Nazionale Dilettanti (LND), mantenuto dal 1987 al 1992, diventandone poi vice presidente. Nel 1996 era poi stato eletto al vertice del Comitato Regionale Lombardia. Nel 1999 era diventato poi presidente della LND. Vice presidente della Figc dal 2007, dopo le dimissioni di Giancarlo Abete a seguito dell’eliminazione dell’Italia dal Mondiale in Brasile, si era candidato alla presidenza, forte dell’appoggio di diciotto club di Serie A. L’11 agosto 2014 era stato eletto presidente con il 63 per cento dei voti, prevalendo sull’altro candidato Demetrio Albertini. Tre anni dopo le dimissioni.

Le contestate dichiarazioni su giocatori africani e calcio femminile
Impossibile non parlare di Tavecchio senza citare due brutti episodi che l’hanno visto protagonista. A luglio del 2014, già candidato alla presidenza della Figc, durante l’assemblea estiva della Lega Dilettanti pronunciò una frase ritenuta razzista nei confronti dei giocatori extracomunitari, in particolare africani: «Le questioni di accoglienza sono una cosa, quelle del gioco un’altra. L’Inghilterra individua dei soggetti che entrano, se hanno professionalità per farli giocare lo fanno, noi invece diciamo che “Opti Poba” è venuto qua che prima mangiava le banane e adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così». E poco prima, a proposito del calcio femminile, aveva detto a Report: «Si pensava che le donne fossero handicappate rispetto al maschio, ma abbiamo riscontrato che sono molto simili».