La madre di Marco Pantani è sempre più convinta che il figlio non fosse solo, quel maledetto 14 febbraio 2004 , nella camera d’albergo di Rimini dove fu poi rinvenuto il suo corpo senza vita. Sentita per la Seconda volta in pochi mesi dagli inquirenti nell’ambito della nuova inchiesta (la terza) avviata dalla Procura di Rimini sulla vicenda, la donna ha invitato i carabinieri a indagare su due escort, che sarebbero salite nella stanza 5D del residence “Le Rose”, la mattina in cui Pantani è morto. In circostanze che a distanza di 18 anni rimangono avvolte nel mistero.

Pantani, la nuova deposizione della madre
Accompagnata dal suo avvocato, Tonina Belletti è rimasta per tre ore e mezzo nella sede del comando provinciale di viale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Al centro della deposizione, un racconto fatto da un autista a Le Iene, che la mattina del 14 febbraio 2014 avrebbe accompagnato due escort al residence “Le Rose” di Rimini. Le due ragazze sarebbero salite nella stanza occupata da Marco Pantani, per poi scendere con un maglione verde e un marsupio. Avevano davvero incontrato il campione di Cesenatico? E nel marsupio forse c’erano quei 20 mila euro in possesso del Pirata, che non sono mai stati trovati? Sono come detto tante, ancora troppe le domande riguardanti la scomparsa dello scalatore che nel 1998 centrò la doppietta Giro d’Italia-Tour de France.

Pantani, la mamma: «Voglio solo giustizia»
Mamma Tonina ha fornito ai carabinieri elementi «molti utili per l’indagine in corso», come ha spiegato il legale. «Voglio solo giustizia, per mettermi finalmente il cuore in pace. Vogliamo sapere com’è morto Marco e se c’era qualcuno con lui, come crediamo», ha detto la madre del Pirata. «Abbiamo chiesto alla Procura di Rimini di ottenere tutti gli atti della commissione antimafia su Pantani, che si è conclusa il mese scorso», ha dichiarato l’avvocato Fiorenzo Alessi sono stati proprio i lavori della commissione antimafia, iniziati nel 2019, a portare all’apertura del nuovo fascicolo.