Godard è ricorso al suicidio assistito: «Non era malato, era semplicemente esausto»
Il regista della Nouvelle Vague si era confrontato con il tema del suicidio nel corso di tutta la sua carriera e più volte aveva espresso la sua posizione a riguardo.
Jean-Luc Godard, regista della Nouvelle Vague morto oggi all’età di 91 anni, è ricorso a suicidio assistito. La vedova Anne-Marie Miéville e i suoi produttori lo hanno confermato in tarda mattinata spiegando che si è spento «pacificamente circondato dai suoi cari», nella sua casa a Rolle, sulle rive del lago di Ginevra. «Non era malato, era semplicemente esausto», ha aggiunto un parente.

«Se sono troppo malato, non voglio essere trascinato in una carriola… Per niente»
Il tema del suicidio è ricorrente nei suoi film e lo stesso regista ne ha parlato in più occasioni. Come nel 2014 al Festival di Cannes dove era in concorso con Adieu au langage. Come ricorda Libération, ospite della della trasmissione Pardonnez-moi della radio televisione svizzera, Godard interruppe la domanda del giornalista: «Quando morirà, il più tardi possibile…». «Non necessariamente il più tardi possibile. Non sono ansioso di perseguire a pieno regime», lo corresse il regista. «Se sono troppo malato, non voglio essere trascinato in una carriola… Per niente». «Quindi ricorrerebbe al suicidio assistito?». «Sì», rispose Godard chiarendo però che questa «morte “scelta” è ancora molto difficile».

Godard e la fascinazione per il suicidio
Godard, racconta chi gli è stato vicino, per tutta la sua carriera ha frequentato il tema suicidio. «È affascinato dal suicidio», scrive il critico cinematografico Jean-Luc Douin in Jean-Luc Godard. Dizionario delle passioni. Da giovane «portava una lama di rasoio nel portafoglio». E, ancora: «Rohmer lo trovò un giorno nel suo studio, intriso del suo sangue, per un idillio brutalmente terminato. Una sera, durante le riprese di Une femme est une femme, litigò così violentemente con Anna Karina (sua compagna all’epoca, ndr) da tagliarsi le vene». Nel 2004, a Libération, il regista confidò di aver tentato di farla finita dopo il 1968 «in un modo un poco ciarlatanesco». «Perché la gente mi presti attenzione», spiegava. Nel film Notre Musique del 2004 fece interpretare a un’attrice una frase di Albert Camus tratta dal Mito di Sisifo: «C’è un solo problema filosofico veramente serio: il suicidio». Nel 1987, in Soigne ta droite, porge a Michel Galabru Suicide, mode d’emploi, un libro tolto dalle vendite in Francia pochi anni dopo la sua uscita nel 1982. «Lo possiede ancora [il libro]?», gli chiese un giornalista durante una lunga intervista a France Inter nel 2014. «Sì, sì», rispose Godard. «Non lo sfogliavo da molto tempo…».