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La morte di Berlusconi sulla stampa estera

Tra i primi a dare la notizia della morte di Berlusconi i siti russi. «La fine di un’era», titola la Bbc. Mentre The Guardian in un editoriale definisce l’ex premier «un populista proto-trumpiano». Per Libérationi il Cav «incarna i successi e gli eccessi della scintillante Italia». La rassegna stampa estera.

12 Giugno 2023 11:4512 Giugno 2023 12:21 Redazione
Silvio Berlusconi non c’è più. E la notizia della morte, per altro anticipata dal continuo aggravamento delle sue condizioni di salute, è qualcosa cui si stenta a credere. Perché il Cavaliere aveva costruito una buona parte della sua narrazione sulla compiaciuta mitologia del suo essere immortale, perché comunque la si giudichi la sua figura ha condizionato gli ultimi cinquant’anni della vita pubblica. Prima come imprenditore rampante, poi come politico. Infine, dal 1994 anno della sua discesa in campo, come politico-imprenditore. Molto su di lui è già stato scritto, molto detto, e ancora se ne scriverà negli anni venire. Perché la biografia di Silvio ha le prerogative dell’interminabilità. Perché l’uomo ha inciso non solo sull’economia e poi sulla politica, ma sull’immaginario collettivo di un Paese che a lui deve una vera e propria mutazione antropologica. Dal quartiere modello di Milano due al partito azienda, nulla della vita pubblica di questo paese è rimasto immune dalla sua impronta. Giocata con grandissima abilità su più registri: ispiratore, vittima, custode come nessuno mai del suo personale tornaconto, innovatore, narciso fino a rasentare la parodia di se stesso. Che succederà ora? Berlusconi lascia un impero mediatico il cui futuro è denso di interrogativi. I figli, specie Marina e Piersilvio, lo vorranno portare avanti. Ma avranno la forza di faro senza alle spalle un padre che ne ha sempre accompagnato le mosse, anche quando sembrava che la politica e poi la malattia allontanasse il suo interesse? E lascia anche un partito, Forza Italia, sui cui destini è più facile scommettere. Una sua personale creatura, una geniale invenzione che nel 1993 si affacciò sulla scena politica sorretta da un marketing senza precedenti, che non può avere eredi, e che quindi morirà con lui al termine di una diaspora per altro già da tempo iniziata. E sulla quale Giorgia Meloni potrà ultimare la sua opa non ostle concordata con la figlia Marina nei suoi primi giorni di governo. Per chi ne ha seguito dall’inizio l’irresistibile ascesa, viene in mente anche con una certa nostalgia il Berlusconi del Mundialito, del sole in tasca con cui pretendeva si presentassero i suoi venditori, della capacità di sparigliare la scena politica sponsorizzando Gianfranco Fini come sindaco di Roma e di fatto dando il via allo sdoganamento della Destra missina che proprio con l’ingresso di Meloni a Palazzo Chigi ha avuto il suo compimento. Il prima e il dopo nella vita di Berlusconi hanno segnato la biografia del personaggio. I successi imprenditoriali sono innegabili, così come la sua azione dirompente in politica. Se c’è un’osservazione da fare, a caldo, prima che di lui nei prossimi anni si scrivano fiumi di inchiostro, è che è stato un maestro nell’entrare in scena, ma non uno che alla fine è stato capace di uscirvi, quando la avrebbe potuto ritirarsi forse della nomea di padre nobile che nessuno avrebbe messo in discussione. Silvio un uomo di folgoranti inizi, ma di mesti finali, impaurito forse dall’idea della morte che ha cercato di arginare non come l’accettazione di un destino che la vecchiaia serenamente impone, ma sciorinando il mito di una eterna giovinezza che il suo inesausto a volte stonato slancio vitale non ha mai fatto venire meno.

La notizia della morte di Silvio Berlusconi  ha occupato le aperture dei siti esteri che hanno ricordato l’ex presidente del Consiglio italiano tra luci e ombre. A partire dai media russi. L’agenzia Ria Novosti ha ripercorso la vita del leader di Forza Italia definendolo il «patriarca della politica italiana».

La morte di Berlusconi sulla stampa estera
L’apertura di Ria Novosti.

Anche il Kommersant dedica alla notizia l’apertura con una ricca fotogallery di Berlusconi, «uno dei politici più eccentrici e scandalosi» e «uno dei principali amici e alleati del presidente Vladimir Putin».

Silvio Berlusconi non c’è più. E la notizia della morte, per altro anticipata dal continuo aggravamento delle sue condizioni di salute, è qualcosa cui si stenta a credere. Perché il Cavaliere aveva costruito una buona parte della sua narrazione sulla compiaciuta mitologia del suo essere immortale, perché comunque la si giudichi la sua figura ha condizionato gli ultimi cinquant’anni della vita pubblica. Prima come imprenditore rampante, poi come politico. Infine, dal 1994 anno della sua discesa in campo, come politico-imprenditore. Molto su di lui è già stato scritto, molto detto, e ancora se ne scriverà negli anni venire. Perché la biografia di Silvio ha le prerogative dell’interminabilità. Perché l’uomo ha inciso non solo sull’economia e poi sulla politica, ma sull’immaginario collettivo di un Paese che a lui deve una vera e propria mutazione antropologica. Dal quartiere modello di Milano due al partito azienda, nulla della vita pubblica di questo paese è rimasto immune dalla sua impronta. Giocata con grandissima abilità su più registri: ispiratore, vittima, custode come nessuno mai del suo personale tornaconto, innovatore, narciso fino a rasentare la parodia di se stesso. Che succederà ora? Berlusconi lascia un impero mediatico il cui futuro è denso di interrogativi. I figli, specie Marina e Piersilvio, lo vorranno portare avanti. Ma avranno la forza di faro senza alle spalle un padre che ne ha sempre accompagnato le mosse, anche quando sembrava che la politica e poi la malattia allontanasse il suo interesse? E lascia anche un partito, Forza Italia, sui cui destini è più facile scommettere. Una sua personale creatura, una geniale invenzione che nel 1993 si affacciò sulla scena politica sorretta da un marketing senza precedenti, che non può avere eredi, e che quindi morirà con lui al termine di una diaspora per altro già da tempo iniziata. E sulla quale Giorgia Meloni potrà ultimare la sua opa non ostle concordata con la figlia Marina nei suoi primi giorni di governo. Per chi ne ha seguito dall’inizio l’irresistibile ascesa, viene in mente anche con una certa nostalgia il Berlusconi del Mundialito, del sole in tasca con cui pretendeva si presentassero i suoi venditori, della capacità di sparigliare la scena politica sponsorizzando Gianfranco Fini come sindaco di Roma e di fatto dando il via allo sdoganamento della Destra missina che proprio con l’ingresso di Meloni a Palazzo Chigi ha avuto il suo compimento. Il prima e il dopo nella vita di Berlusconi hanno segnato la biografia del personaggio. I successi imprenditoriali sono innegabili, così come la sua azione dirompente in politica. Se c’è un’osservazione da fare, a caldo, prima che di lui nei prossimi anni si scrivano fiumi di inchiostro, è che è stato un maestro nell’entrare in scena, ma non uno che alla fine è stato capace di uscirvi, quando la avrebbe potuto ritirarsi forse della nomea di padre nobile che nessuno avrebbe messo in discussione. Silvio un uomo di folgoranti inizi, ma di mesti finali, impaurito forse dall’idea della morte che ha cercato di arginare non come l’accettazione di un destino che la vecchiaia serenamente impone, ma sciorinando il mito di una eterna giovinezza che il suo inesausto a volte stonato slancio vitale non ha mai fatto venire meno.
L’apertura del Kommersant.

The Guardian: addio a «un populista proto-trumpiano

Il britannico The Guardian in un editoriale ricorda come Berlusconi fosse noto anche «per le gaffe, le feste “bunga bunga” e l’ego smisurato». E come sia stato «un populista proto-trumpiano e una delle figure più controverse della politica europea».

La morte di Berlusconi sulla stampa estera
The Guardian.

Bbc: «An era is over»

Restando nel Regno Unito il sito della Bbc apre con un live delle reazioni mondiali alla morte di B con il titolo: «An era is over».

 

La morte di Berlusconi sulla stampa estera
L’apertura del sito della Bbc.

Libération: Il Cavaliere quitte la piste

«Nonostante una caotica transizione al potere, ripetuti scandali sessuali e numerosi contrattempi giudiziari, l’imprenditore, paladino della televisione commerciale, incarna i successi e gli eccessi della scintillante Italia», scrive il francese Libération.

Morte di Berlusconi sulla stampa estera
L’apertura di Libération.

Le Monde invece dedica al Cav un lungo e dettagliato ritratto, ripercorrendo la sua vita imprenditoriale e politica costellata di scandali e processi. Fino ad arrivare alle sue ultime dichiarazioni contro l’Ucraina, per il quotidiano francese sintomo della «perdita del contatto con la realtà» di un uomo ormai anziano.

Le Cavaliere, parvenu à trois reprises à la tête du gouvernement italien, entrepreneur de médias, longtemps propriétaire du club de football Milan AC, a vu sa carrière marquée par une série de scandales publics et privés. Il est mort à Milan, le 12 juin
L’apertura di Le Monde.

 

Cnn: il leader showman

La statunitense Cnn dando la notizia dipinge Silvio Berlusconi come «esuberante miliardario ed ex primo ministro italiano che una volta si definì il “Gesù Cristo della politica”».

La morte di Berlusconi sulla stampa estera
L’apertura della Cnn.

El Paìs: «Addio all’uomo che ha definito l’Italia del XXI secolo»

«Tre volte presidente del Consiglio, proprietario di Mediaset ed ex presidente del Milan, ha costruito la storia dell’Italia moderna», scrive lo spagnolo El Pais.

Tre volte presidente del Consiglio, proprietario di Mediaset ed ex presidente del Milan, ha costruito la storia dell'Italia moderna
El Pais.

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