Il mondo della musica ha perso una delle sue regine. La morte di Tina Turner, scomparsa a 83 anni nella sua casa in Svizzera, ha scosso colleghi e fan, che sui social le hanno riservato l’ultimo saluto. Talento poliedrico, capace di spaziare dal soul all’r&b fino al rock’n’roll, ha inciso brani ancora oggi indimenticabili. In circa 50 anni di carriera, dai duetti negli Anni 60 con il marito Ike alle hit dei 90, ha venduto 180 milioni di dischi e vinto 12 Grammy Awards. Prima afroamericana ad apparire in copertina su Rolling Stone, vanta anche la stella sulla Hollywood Walk of Fame. Ecco una selezione con i 10 migliori brani, dall’intramontabile The Best alla colonna sonora di Goldeneye, prima apparizione di Pierce Brosnan nei panni di James Bond.

Tina Turner, le 10 migliori canzoni della regina del rock’n’roll
1. River Deep, Mountain High, la prima hit con il marito Ike
Nel 1966, sei anni dopo aver iniziato la sua collaborazione musicale con il marito Ike, Tina Tuner sbarcò in radio con River Deep, Mountain High. Grazie all’aiuto del produttore Phil Spector, l’artista incise il brano con il contributo di un’intera orchestra e un coro di voci. «Ero solo una ragazza del Tennesse», ha scritto nella sua autobiografia. «Mai avevo visto nulla di simile, se non nei film». La canzone, che raggiunse la terza posizione in Regno Unito, si rivelò curiosamente un flop negli States. I critici americani dissero che non era sufficientemente decisa per rientrare nel rythm & blues oppure nel pop.
2. Proud Mary, la cover dei Creedence che divenne inno di libertà
Nel 1969, Ike e Tina Turner presentarono al pubblico la loro versione di Proud Mary, già brano cult dei Creedence Clearwater Revival. L’atmosfera country rock della traccia divenne, come sottolinea la Bbc, un vero e proprio inno alla libertà in chiave funk. A differenza del brano precedentemente citato, stavolta arrivò anche il consenso della critica americana tanto da fruttare un Grammy Award. Beyoncé ne ha realizzato una personale versione nel 2005, prima di cantarla proprio con Tina Turner tre anni dopo.
3. Nutbush City Limits, l’ultimo successo di Tina Turner con Ike
Gli Anni 70 regalarono ai fan di Ike e Tina Turner il brano Nutbush City Limits, title track dell’omonimo album pubblicato nel 1973. La melodia allegra nasconde in realtà un ricordo nostalgico del Tennessee, memoria d’infanzia dell’artista. Si tratta, come ricorda la Bbc, dell’ultimo grande successo della coppia prima del divorzio. Soltanto nel 1981, la cantante trovò il coraggio di raccontare gli abusi subiti durante la relazione, parlando di una «paura matta». Nella sua autobiografica ha ricordato di aver subito percosse mentre era incinta e di aver dovuto assistere a uno spettacolo pornografico la prima notte di nozze.
4. Let’s Stay Together, il ritorno dal vivo come cantante solista
Dopo la fine della storia con Ike, Tina Turner attraversò un periodo difficile che ne mise a repentaglio la carriera. Lavorò duramente per presentarsi negli Anni ’80 come solista, anche grazie ad un improvviso incontro con Martyn Ware e Glenn Gregory degli Heaven 17. I due musicisti britannici infatti erano a corto di una voce per il loro progetto discografico quando si imbatterono in Turner, allora senza contratto. Agli Abbey Road Studios, spiazzata dall’assenza di un’orchestra o una band, l’artista registrò Let’s Stay Together, prima hit nel Regno Unito.
5. What’s Love Got to Do with It, la canzone che l’ha lanciata nell’Olimpo
Anche i fan meno affezionati conoscono What’s Love Got to Do with It, capolavoro del 1984 che scrisse il nome di Tina Turner fra le star della musica mondiale. Scritta da Terry Britten e Graham Lyle, era stata già rifiutata da Donna Summer e Sir Cliff Richard poiché troppo leggera e senza spinte. Turner accettò a patto di poter dare al brano una sua impronta personale «con forza e pura emozione». Anche grazie al videoclip, si rivelò un incredibile successo commerciale, fruttando all’artista il primo Grammy Award da solista. Con questa canzone divenne, a 44 anni, la cantante più anziana in vetta alle classifiche americane.
6. Private Dancer, il brano di Mark Knopfler che parla di una prostituta
La già citata What’s Love Got to Do with It uscì nel 1984 all’interno dell’album Private Dancer, che ancora oggi è il più venduto della carriera di Tina Turner. La traccia omonima vantò una firma d’eccezione, in quanto opera di Mark Knopfler, allora leader dei Dire Straits. Il cantante e chitarrista britannico la scrisse per la sua band, ma dovette rinunciarvi poiché inadatta a una voce maschile. Per questo la propose a Tina Turner, che accettò senza rendersi conto che parlasse di una prostituta. «Mentre la cantavo, ho pensato a quando rimasi con Ike per paura, nonostante volessi andarmene», ha poi scritto nell’autobiografia. Alla chitarra è possibile ascoltare il talento di un altro artista scomparso di recente, Jeff Beck.
7. We Don’t Need Another Hero, la colonna sonora del film Mad Max
Numero due nelle classifiche americane e nomination ai Grammy Awards per We Don’t Need Another Hero. Il brano, risalente al 1985, è parte della soundtrack di Mad Max oltre la sfera del tuono, terzo capitolo della saga di fantascienza di George Miller. Tina Turner ha anche recitato nel film, interpretando il personaggio di Aunty Entity al fianco di Mel Gibson. «Mi sono avvicinata alle sue lotte», dichiarò l’artista nelle interviste promozionali. «Le ho vissute anche io». Il brano ottenne la nomination ai Golden Globes, arrendendosi però a Say You, Say Me di Lionel Richie.
8. The Best, “semplicemente” la canzone più famosa di Tina Turner
Chi pensa a Tina Turner non può non canticchiare il ritornello di The Best, molto spesso erroneamente chiamata Simply The Best. Un successo incredibile che, dalla sua uscita nel 1989, ha accompagnato negli anni pubblicità, spot promozionali per eventi sportivi e commerciali. Originariamente scritto per Bonnie Tyler, che l’anno prima ne aveva pubblicato con scarso successo una sua versione, è oggi una vera icona degli Anni 80 grazie alla potenza vocale di Tina Turner. Il brano è anche inno della squadra di calcio dei Rangers Glasgow, che la cantano ad Ibrox durante le partite più importanti.
9. Steamy Windows, la suoneria del cellulare di Emma Watson
Nell’album Foreign Affair, assieme a The Best, c’è anche Steamy Windows, prima traccia del disco. Il brano, una sensuale melodia blues, racconta il desiderio di prendere l’iniziativa durante un incontro sessuale. La critica, soprattutto il mensile Music Week, lo definì «deliziosamente audace e caratterizzato da chitarre birichine». Curiosamente, la canzone è stata anche suoneria del cellulare di Emma Watson, attrice inglese nota per aver interpretato Hermione Granger in Harry Potter. Durante un’intervista del 2009, infatti, la star dovette scusarsi per un’improvvisa chiamata che interruppe il discorso.
10. Goldeneye, in carriera Tina Turner ha cantato anche per 007
Sulla cresta dell’onda per il biopic What’s Love Got to Do with It, Tina Turner ricevette anche la chance di interpretare la soundtrack per un film di James Bond. Nel 1993, infatti, i produttori di 007 la chiamarono per cantare Goldeneye, colonna sonora dell’omonimo film che segna l’esordio nella saga di Pierce Brosnan. Il brano, scritto dai membri degli U2 Bono e The Edge, le giunse grezzo e privo di una melodia specifica. «Non avevano fatto una demo adeguata», ha ricordato Turner alla Bbc nel 2018. «Ho lavorato duramente, ma allora mi resi conto che avrei potuto cantare qualsiasi cosa».