Metti una sera con Bruno Vespa al Mercato Centrale Roma. Nella capitale l’imprenditore Umberto Montano ha riaperto la struttura situata sul lato destro della Stazione Termini con un doppio evento, presentando una rinnovata squadra di 20 artigiani del gusto per altrettante botteghe, un palinsesto di eventi e nuovi servizi digitali, nella storica cappa Mazzoniana. Montano nella mattinata ha salutato le istituzioni e omaggiato i “padroni di casa”, ovvero l’amministratore delegato di Grandi Stazioni Retail Alberto Baldan e quello di Grandi Stazioni Rail Silvio Gizzi. Come presidente di Mercato Centrale, Montano ha tenuto a dire che «finalmente riapriamo, torniamo al lavoro con la passione e l’ottimismo di sempre ma stavolta siamo guidati anzitutto dalla prudenza», in un «luogo d’elezione del cibo di qualità e della socialità di cui, nonostante la pandemia, si continua ad avvertire forte il bisogno». E se lo chef Davide Scabin è tornato a Torino, nella sua città, il testimone del ristorante romano passa a Giovanni Alferini Bertugno, con l’attesa La locanda di stazione. Nella tappa serale, venerdì, sono arrivati gli amici di Montano, con protagonista assoluto Bruno Vespa, seduto al tavolo a parlare di tutto con il patron, in ore che offrivano al conduttore di Porta a Porta proposte alternative in tema enogastronomico, come Vinòforum nel Parco di Tor di Quinto, dal ceo Emiliano De Venuti, e la Vendemmiata Romana all’Orto Botanico, da Luca Maroni. E nel Mercato Centrale Roma c’era anche un filosofo di straordinario valore come Giacomo Marramao, capace di offrire visioni a lungo termine sulle prospettive mondiali, uno che già nel 2004 aveva detto che «il problema dell’Occidente non sta nel rapporto con l’Islam ma nel confronto con l’Asia».

Da poco inaugurata anche la struttura gemella di Milano
Intraprendente come pochi altri, Montano. L’inaugurazione di Roma arriva a poche settimane da quella del Mercato Centrale Milano, salutato dal sindaco Beppe Sala e dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. A Repubblica l’imprenditore ha evocato la sua storia, quasi romanzesca: «Le valigie non erano di cartone, ma erano buste di plastica. Era il 1981. Sono dovuto praticamente scappare dal mio paese, Stigliano in provincia di Matera. Avevo 23 anni, ero giovanissimo, avevo aperto un piccolo locale e insegnavo all’alberghiero di Matera. Non volli cedere ai ricatti dei taglieggiatori e andai via, arrivai a Firenze. Non avevo nulla, solo la passione per i fornelli e nessuno mi dava credito. Presi dei soldi ‘a strozzo’, trenta milioni. Chi mi prestò i soldi non mi chiese neanche i documenti. Da una parte mise i soldi, dall’altra una pistola e mi disse ‘fra un anno ne voglio 45, ti sta bene?’ Risposi di sì. L’anno successivo avevo ripagato il mio debito e da lì a poco avrebbero arrestato sia questo personaggio che il suo complice, un funzionario di banca che non erogava il prestito regolarmente e dirottava i malcapitati presso l’usuraio». È partito con il ristorante Alle Murate, in via Ghibellina. Poi è riuscito ad aprire il Mercato Centrale a Firenze. Con amicizie trasversali, infinite: era tra i 56 finanziatori elencati da Matteo Renzi nel 2012, tra coloro che lo aiutarono a diventare sindaco. E quando ha aperto per la prima volta il Mercato Centrale Roma c’era Beppe Grillo.
