Monica Vitti, il ricordo dell’attrice sulla stampa estera

Redazione
02/02/2022

"La regina del cinema italiano", "la musa di Antonioni", "Icona degli incandescenti Anni 60". Così la stampa straniera, da Libération e Le Monde al Guardian e Variety, ricorda l'attrice scomparsa oggi all'età di 90 anni.

Monica Vitti, il ricordo dell’attrice sulla stampa estera

“La regina del cinema italiano” e “la musa di Antonioni”. Così la stampa estera ricorda Monica Vitti, morta il 2 febbraio a 90 anni dopo una lunga malattia.

Il ricordo di Monica Vitti sulla stampa estera
L’articolo di Libération dedicato a Monica Vitti.

Morte di Monica Vitti, Libération: «Icona degli incandescenti Anni 60»

«È un interminabile lutto che finisce», scrive Libération. «La morte di Monica Vitti è l’ultimo atto della scomparsa dalle scene, 20 anni fa, dell’attrice italiana. Icona degli incandescenti Anni 60, figura di spicco del cinema rivoluzionario di Michelangelo Antonioni di cui era musa e compagna, immensa star del teatro, della commedia e della televisione italiana, si era ritirata dal mondo all’inizio degli anni 2000 dopo essere stata colpito dal morbo di Alzheimer. Non era mai più apparsa in pubblico, tranne, si narra, durante le passeggiate con il suo compagno, il fotografo e cineasta Roberto Russo, all’alba, per le strade di Roma, città dove era nata il 3 novembre 1931». Una scomparsa che il quotidiano francese definisce «brutale» e, per una crudele ironia, «l’epilogo di una carriera iniziata nel cinema proprio grazie a una scomparsa». Il riferimento è a L’avventura di Antonioni, del 1960, dove Monica Vitti è Claudia, la migliore amica di Anna (interpretata da Lea Massari) che scompare nel nulla durante una gita in barca. Claudia e il compagno di Anna la cercheranno finendo però per avere una relazione. «Una storia d’amore provocata, ma anche contrastata, dall’eco di questa scomparsa», scrive Libé. «Con l’Avventura nasce “la Vitti”, l’incarnazione dei suoi tempi travagliati».

Monica Vitti, il ricordo dell'attrice sulla stampa estera
L’articolo di Le Monde.

Le Monde ricorda il temperamento di Vitti: «Quando finisce lo spettacolo, per me finisce la realtà»

Le Monde ricorda invece il temperamento anticonformista dell’attrice e le sue ombre. «Ho deciso di fingere di essere qualcun altro», confessò l’attrice. «E di ridere il più possibile a teatro e al cinema. Nella vita, è una storia diversa». Il quotidiano spiega come volle diventare attrice «per non morire», «per reinventare, ricostruire tutto e ridere». Ammettendo che «saltare dalla farsa alla tragedia è un’occasione straordinaria» e che giocare a essere un altro era il suo modo di esistere: «Quando finisce lo spettacolo, per me finisce la realtà». Scelse come nome d’arte l’inizio del cognome della madre Vittiglia anche se fu lei a metterla in guardia: «La polvere del palcoscenico corrode l’anima e il corpo».

Il Guardian: «Addio alla regina del cinema italiano»

“La regina del cinema italiano è morta”. Titola così il Guardian ricordando i ruoli interpretati da Monica Vitti nei film di Antonioni. «Nata a Roma il 3 novembre 1931, Vitti – il cui vero nome era Maria Luisa Ceciarelli – scoprì la passione per il teatro durante la Seconda Guerra mondiale», scrive il sito del quotidiano britannico, «quando intratteneva la sua famiglia con i burattini per alleviare la noia». Di quegli anni raccontava: «Quando cadevano le bombe, quando dovevamo correre nei rifugi, io e il mio fratellino improvvisavamo dei piccoli spettacoli per intrattenere chi ci circondava».

Monica Vitti, il ricordo dell'attrice sulla stampa estera
L’articolo sulla Bbc.

La Bbc ricorda il suo ruolo in inglese in Modesty Blaise

Anche la Bbc sottolinea il rapporto tra Vitti e Antonioni, ricordando il ruolo in lingua inglese in Modesty Blaise del 1966. Il sito riporta poi il cordoglio del presidente del Consiglio Mario Draghi: «Attrice di grande ironia e di straordinario talento, ha conquistato generazioni di italiani con il suo spirito, la sua bravura, la sua bellezza. Ha dato lustro al cinema italiano nel mondo».

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Variety spiega la collaborazione tra Vitti e Antonioni

Variety spiega come Monica Vitti, «nota per la sua bellezza enigmatica e distaccata» fosse stata definita dalla All Movie Guide «la sacerdotessa dalla sensualità gelida». In un saggio della Criterion Collection, scrive sempre Variety, Gilberto Perez aveva sottolineato come nei film girati con Antonioni, Vitti si identificava completamente con il regista «di cui raddoppia lo sguardo. Altri registi uomini hanno adottato il punto di vista di un personaggio femminile, ma nessuno ha fatto di una donna il suo surrogato come Antonioni ha fatto con Monica Vitti».