Diversi monasteri benedettini dislocati in sei regioni italiane chiedono di essere iscritti nella lista dei siti classificati come Patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco. Tra questi Montecassino, ma anche il monastero di Subiaco.
Quali sono i monasteri che chiedono il riconoscimento Unesco
È partito ieri sera dal consiglio comunale di Cassino l’iter dell’accordo di programma per la candidatura. Questo vede il loro monastero, insieme ad altri sette Comuni italiani sede di abbazia benedettina, come papabili siti Patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco e dall’agenzia dell’Onu per l’Educazione, la Scienza e la Cultura.
Oltre a Cassino stanno partecipando all’iter i monasteri di Subiaco e di Santa Maria di Farfa (Lazio), San Vincenzo al Volturno (Isernia), San Pietro al Monte a Civate (Lecco), San Michele della Chiusa (Sant’Ambrogio di Torino), Sant’Angelo in Formis (Capua) e San Vittore alle Chiuse di Genga (Ancona).

Una volta completate le adesioni, il progetto sarà presentato al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano verso la metà di maggio e anche all’ufficio Unesco di Roma perché possa esprimere il suo parere di conformità sulle candidature e autorizzi lo step successivo, la nomination ufficiale da inviare alla sede di Parigi.
Le caratteristiche dei luoghi
Il Monastero di Montecassino è il secondo monastero più antico d’Italia dopo quello di Santa Scolastica. Fu fondato nel 529 da San Benedetto e nel 1944 fu distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale. Tra il 1948 e il 1956 fu ricostruito interamente. Il Monastero di Subiaco custodisce la grotta in cui all’inizio del VI secolo il giovanissimo San Benedetto da Norcia visse da eremita. Addossato alla roccia, si compone di due chiese sovrapposte e di molteplici cappelline.

La fondazione del Monastero di Santa Maria di Farfa (Lazio) risale intorno al 560-570 d. C. da parte di San Lorenzo Siro giunto dalla Siria insieme alla sorella. Nell’800 ci sostò anche Carlo Magno. Il Monastero San Vincenzo al Volturno (Isernia) ospita gli scavi dell’abbazia longobarda del V secolo sulla riva sinistra del fiume e la nuova abbazia del XII secolo sulla riva destra, tutt’oggi visitabile.
Il Monastero di San Pietro al Monte a Civate (Lecco) si compone di tre edifici: la basilica di San Pietro, l’oratorio intitolato a San Benedetto e quello che era il monastero di cui rimangono solo rovine. Il Monastero di San Michele della Chiusa (Sant’Ambrogio di Torino), arroccato sulla vetta del monte Pirchiriano, ha vissuto il suo massimo splendore dal XII al XV secolo, diventando uno dei principali centri della spiritualità benedettina in Italia.
Infine ci sono il Sant’Angelo in Formis (Capua) e San Vittore alle Chiuse di Genga (Ancona). Il primo fu edificato dove prima c’era un tempio dedicato a Diana Tifatina, mentre il secondo sorse come chiesa conventuale benedettina e la sua edificazione dovrebbe risalire al 1060-1080.