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Addio tacco 12 e pantaloni attillati. Largo a maglia, bluse e alle sneaker. Così il lockdown e i mesi di smartworking hanno cambiato il look da lavoro. E non solo.
Se è difficile prevedere quali tendenze fashion detteranno legge nel post-pandemia, una cosa è certa: con il lockdown la moda è cambiata e, più che rincorrere il glamour a tutti costi, punta al comfort. Per quanto i look da lavoro siano molto poco inclini all’innovazione, gli ultimi dati forniti da Lyst, la piattaforma di e-commerce che analizza le abitudini dei consumatori nel mondo, fotografano un exploit di outfit che, fino a poco tempo fa, sarebbero stati additati come eccessivamente casual per l’ufficio. Nel suo ultimo report, la compagnia ha notato una crescita importante nelle vendite di sneaker e calzature sportive che, a quanto sembra, stanno gradualmente trasformandosi in una valida alternativa alle décolleté e alle scarpe col tacco, fino a ora considerate un must have per le donne in ufficio.
Largo ai look in maglia e al loungewear
Ma non è tutto. Per quanto riguarda l’abbigliamento vero e proprio, Lyst ha evidenziato il desiderio di trovare un compromesso tra comodità e formalità, optando per look in maglia, morbidi ma mai sciatti, e pezzi di loungewear (che fino a poco tempo fa erano relegati al tempo libero o ai momenti di relax). Niente più pantaloni stretti o blazer striminziti, spazio a camicie larghe e pantaloni a campana. «Dopo un anno e mezzo di telelavoro, il ritorno alla normalità vedrà l’esplorazione di un dress code meno rigido», ha spiegato in un’intervista all’Independent la giornalista di moda Morgane Le Caer. «Mi aspetto di vedere capi oversize, accessori informali e tanti, tanti colori per spezzare l’egemonia del nero. Insomma, è il momento di sdoganare abbinamenti misti, a metà tra il registro serio e quello più sportivo».
Inizia l’era del look ibrido
A dominare, dunque, gli uffici sarà un look ibrido, fatto di accostamenti apparentemente casuali ma, in realtà, studiati con cura. Comodi mom jeans e t-shirt dai colori pastello, vestiti a fantasia floreale e ballerine morbide. In questo senso, le passerelle autunno/inverno 2021 hanno già anticipato molte delle tendenze da cui prendere ispirazione. «Nelle ultime sfilate, i brand hanno presentato proposte davvero interessanti per il rientro a lavoro», ha sottolineato Emily Gordon-Smith, dirigente del settore consumi dell’agenzia Stylus, specializzata nell’analisi dei trend. «Tutto sta nell’optare per una costruzione del look a strati, puntando su una maglieria morbida e cardigan dai toni neutri. Insomma, elevare gli standard casalinghi per renderli compatibili con la vita fuori casa». Rispetto alle novità modaiole, rapide a imporsi quanto a dissolversi – non durano mai più di un paio di anni – questa rivoluzione nel guardaroba da lavoro sembra avere tutti i presupposti per una vita lunga. «Già prima del Covid era qualcosa che si avvertiva nell’aria. La pandemia ha ribadito ulteriormente quanto sentirsi a proprio agio nei vestiti che si indossano sia una priorità. Anche e soprattutto perché influenza pesantemente i risultati delle prestazioni dei singoli professionisti, dal top manager all’impiegato», ha aggiunto Gordon-Smith.
Anche l’alta moda cambia copione: dettagli preziosi e tessuti morbidi
I cambiamenti innescati dal Covid, ovviamente, hanno spinto anche molti stilisti a rivedere le dinamiche di creazione e produzione delle collezioni, assecondando le nuove abitudini dei potenziali clienti. «I designer hanno optato per aggiustamenti discreti ma importanti, soprattutto nella scelta dei tessuti e nell’utilizzo di modelli in grado di conciliare agio e buon gusto, senza rischiare di diventare fuori moda», ha ribadito Francesca Muston, vicepresidente della compagnia di trend forecasting WGSN. «Le bluse sono impreziosite dall’utilizzo della seta o del popeline e non sono più così sagomate, i pantaloni si convertono quasi esclusivamente al modello wide leg, svasato e dritto, gli accessori provano a lasciarsi alle spalle i codici tradizionali per diventare giocosi ma mai volgari. Insomma, il cambiamento sarà inevitabile perché rifletterà quanto anche noi, dopo un periodo così difficile e surreale, non siamo più gli stessi di prima. Esattamente come il nostro modo di vestire».