La svolta digitale, almeno nel mondo della moda, ha radici più antiche dell’accelerazione imposta dalla pandemia. In Italia non ha ancora preso quota, ma nel resto del mondo, l’hyper real fashion è già realtà consolidata. Store digitali e modelli creati con il supporto dell’intelligenza artificiale: il futuro è qui. Neha Singh, founder di Obsess, una piattaforma di e-commerce che offre esperienze di shopping in 3D, è riuscita a coinvolgere in questa insolita avventura anche grossi brand del calibro di Dior, Tommy e Hilfiger. A tal proposito, la make-up artist Charlotte Tilbury ha spiegato a Vogue America: “I negozi possono essere tranquillamente riprodotti in digitale, senza dover avere un corrispettivo fisico. Non è nulla di arcano, anzi è un’opzione utile ai marchi per offrire sessioni di shopping particolari ai clienti”.
Come funziona Obsess?
Il sito di Obsess offre la possibilità di visitare negozi lontani o irraggiungibili per questioni di tempo e salute. Il cliente può aggirarsi nel pop up di New York o nel monomarca di Shangai: camminare tra gli scaffali, cercare quel che gli serve e acquistarlo. Esattamente come in un normale pomeriggio di compere. A offrire la possibilità di visitare punti vendita esistenti solo sul web ci hanno pensato, invece, Richard Thornn e Oksana Kukla, l’architetto e la mente nascosti dietro a SUMB0D1 (servizio di progettazione di show-room in 3D) e HUM.AI.N. In simili shop virtuali vengono messi a disposizione indossatori formato avatar, pensati per rifiutare ogni canone di bellezza precostituito. I modelli possono essere ingaggiati da brand per campagne pubblicitarie o essere adoperati come tester dal negozio per dare all’acquirente un’idea della vestibilità del capo. Servizio simile a quello offerto da Gucci e Dior che, attraverso alcune app, hanno messo a punto delle sneaker facilmente misurabili e acquistabili da un link affiliato. Senza fare un passo.
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Influencer virtuali
La febbre del virtuale, ovviamente, ha coinvolto anche gli influencer. Quelli in carne e ossa, oggi, sono spesso affiancati da creature fatte di pixel e intelligenza artificiale. Ad esempio Miquela, tre milioni di follower e una campagna pubblicitaria per Calvin Klein accanto a Bella Hadid. Nata dal brevetto di Brud Studio, scrive e si comporta come se fosse una ragazza qualunque. Talmente bene da sembrare vera.
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Per quanto sia calata in uno scenario da Black Mirror e annulli quasi del tutto il contatto umano, l’hyper fashion potrebbe essere una valida soluzione al problema della sostenibilità nella moda. “Il servizio garantisce sicurezza, soprattutto in questo momento, in cui il ritorno alla normalità piena è ancora da vedere, da organizzare”, ha ribadito Thornn, “Strizza, poi, l’occhio alla filosofia green perché il digitale non produce rifiuti di scarto e, conseguentemente, non inquina”.