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Aia pesante

Le minacce al premier Rutte ora sotto scorta, i giornalisti e gli avvocati assassinati, gli attentati contro le redazioni dei giornali avrebbero un comune denominatore: la Mocro Maffia. L’associazione criminale di origine marocchina che da anni insanguina Olanda e Belgio.

29 Settembre 2021 18:07 Nicolò Delvecchio
Nei confronti della Mocro Maffia, in Olanda, si sta tenendo un processo verso 17 esponenti della criminalità organizzata. Ecco chi sono.

In Olanda la chiamano Mocro Maffia, e il nome è già tutto un programma: significa letteralmente Mafia marocchina, con il termine dispregiativo “Mocro” utilizzato per indicare chi ha origini nordafricane. La doppia “f” in Maffia è invece un comune errore di traduzione. E gli olandesi la chiamano così anche per pulirsi la coscienza: non siamo noi i “cattivi”, sono loro. Eppure, come ha scritto Roberto Saviano sul quotidiano olandese Nfc, «l’Olanda è uno dei Paesi più criminali al mondo». Non perché le sue istituzioni sono deboli, anzi sono abbastanza solide. Ma perché il sistema economico lo ha reso di fatto un territorio offshore, generando tantissima ricchezza ma rendendolo anche un porto franco per il riciclaggio di danaro: «Chi comanda in Olanda, comanda il cuore del riciclaggio europeo», ha scritto l’autore di Gomorra.

Alcuni eventi recenti hanno acceso i riflettori sui Paesi Bassi: l’uccisione nel 2019 dell’avvocato Derk Wiersum, difensore di un collaboratore di giustizia. L’assassinio, lo scorso luglio, del giornalista Peter De Vries, tra i più rispettati reporter d’inchiesta del Paese e vincitore di un Emmy. Fino alla necessità di mettere sotto scorta il premier Mark Rutte, solito girare per L’Aia in bicicletta, per delle presenze sospette nei pressi della sua abitazione.

La Mocro Maffia e il suo potere 

Il termine con cui adesso ci si riferisce alla criminalità organizzata di origine straniera (ma non solo nordafricana, visto che ci sono affiliati alle gang di qualsiasi nazionalità, compresi gli olandesi autoctoni) è diventato di uso comune nel 2014, quando i giornalisti Marijn Schrijver e Wouter Laumans pubblicarono il libro-inchiesta Mocro Maffia, poi adattato in film e serie tv. I gruppi operano soprattutto tra Olanda e Belgio, e nel 2012 proprio un furto di cocaina fatto nel porto di Anversa da parte di una gang belga innescò una sanguinosa faida che, in meno di 10 anni, ha causato oltre 100 vittime.

Nel 2019 un rapporto dell’organizzazione giornalistica InSight Crime rivelò come, tra i porti di Rotterdam e Anversa, i sequestri di droga fossero aumentati di oltre un quarto nel giro di un anno, indice dell’incremento dell’importanza degli hub nordeuropei nel traffico mondiale di stupefacenti. La maggior parte della droga sequestrata proveniva dall’America Latina, e gli inquirenti riuscirono a tracciare il canale diretto tra Rotterdam e la città brasiliana di Santos. Dati che, addirittura, portarono la polizia locale a parlare dell’Olanda come di un «narco-stato». E non solo: mentre il leader della Mocro Maffia Ridouan Taghi è attualmente detenuto in attesa di processo, il suo braccio destro Said Razzouki è imprigionato a Bogotà, in Colombia, in attesa di estradizione nei Paesi Bassi.

Le azioni più violente della Mocro Maffia

A parte le “fisiologiche” faide con i clan rivali, la Mocro Maffia ha spesso cercato di imporre il proprio potere anche con azioni particolarmente violente: nel 2016 era stato assassinato l’ex criminale e blogger Martin Kok, che aveva osato scrivere dei post contro Taghi. Due anni dopo la redazione di Panorama, giornale olandese che il giorno prima aveva rivelato importanti informazioni sul gruppo, era stata colpita da un razzo anticarro. Sempre nel 2018 un furgoncino era stato dirottato contro la redazione del quotidiano De Telegraaf, e poi gli era stato dato fuoco. Nel 2019, invece, il gruppo aveva piazzato a scopo intimidatorio una serie di ordigni nella città di Anversa, in Belgio.

Ma non solo. Musica ad alto volume, macchine ad alta cilindrata, gli affiliati ai clan non fanno nulla per passare inosservati. Se serve, sono disposti a sparare anche in pieno centro, anche alla luce del sole. Così è morto l’avvocato Derk Wiersum: appena uscito di casa, poco dopo le 7.30 di mattina, è stato raggiunto da alcuni colpi di pistola in pieno centro ad Amsterdam. La “colpa” di Wiersum era quella di difendere Nabil Bakkali, uno dei principali pentiti della Mocro Maffia. Poco prima, anche il fratello di Bakkali era stato ucciso per vendetta.

Unità speciali della polizia olandese nei giorni dell’udienza preliminare per il processo Marengo (Getty)

Bakkali aveva aiutato a ricostruire alcune importanti dinamiche per il processo Marengo, che mira a mandare dietro le sbarre 17 esponenti del gruppo, tra cui il leader Taghi. Le udienze dovrebbero continuare proprio in questi giorni, e questo spiega anche le misure di sicurezza extra previste per il primo ministro Rutte. Anche perché, negli ultimi giorni, degli affiliati ai clan erano stati visti nei pressi della sua casa a L’Aia. Altre misure sono anche state prese per magistrati, funzionari, giornalisti e per i palazzi delle istituzioni.

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