Una santabarbara nella montagna

Redazione
14/06/2021

L'altura si trova in Svizzera e contiene oltre 70 tonnellate fra bombe e munizioni risalenti alla Seconda guerra mondiale. La bonifica dell'area costringerà gli abitanti del paesino di Mitholz ad abbandonare le case e potrebbe durare un decennio.

Una santabarbara nella montagna

Tonnellate di esplosivo nascoste in una montagna, abbandonate lì per anni. La santabarbara si trova a Mitholz, paesino dell’Oberland bernese, in Svizzera, ed è composta da 70mila chilogrammi di bombe e munizioni risalenti alla Seconda Guerra Mondiale.

Mitholz, cittadini e mandrie costretti a fare le valigie

«Siamo abituati a vivere con i pericoli », afferma alla Gazzetta Svizzera Roman Lanz, sindaco del comune di Kandergrund, che comprende anche il piccolo Mitholz. «Non ci hanno mai spinto ad andarcene». I circa 200 abitanti, che vivono principalmente di allevamento e agricoltura, hanno sempre saputo adattarsi ai pericoli naturali dell’area, fra cui frane, inondazioni o valanghe. Stavolta, però, potrebbero essere costretti lasciare le case e trasferirsi altrove. Un trasloco complicato, soprattutto se si tengono in considerazione le numerose mandrie di bovini, parte integrante dell’economia cittadina.

Un arsenale che risale alla Seconda guerra mondiale

La domanda che però sorge spontanea è un’altra: come mai in uno stato da sempre neutrale come la Svizzera sono nascoste 70 tonnellate di munizioni, bombe ed esplosivi? «Il deposito di Mitholz, accessibile in treno, ha giocato un ruolo cruciale durante la Seconda Guerra Mondiale», spiega lo storico Rudolf Jaun, emerito professore dell’accademia militare del Politecnico federale di Zurigo. Nell’estate 1940, il generale svizzero Henri Guisan decise infatti di spostare la maggior parte delle sue truppe nel cuore delle Alpi, per poter combattere l’avanzata del nemico tedesco nell’Altipiano. La strategia venne ribattezzata del Ridotto nazionale. Le munizioni, così, furono depositate in diversi arsenali segreti, fra cui Mitholz, con lo scopo di rifornire l’esercito in battaglia. In realtà, però, nessuna munizione proveniente da quel deposito è stata mai sparata.

La nuova perizia e il progetto di bonifica

Sebbene gli abitanti conoscano già dal 1947 la situazione inerente gli esplosivi nascosti nella montagna, è stata una perizia del 2018 a cambiarne le prospettive. Gli esperti, infatti, hanno giudicato «inaccettabili» i rischi legati al deposito di munizioni per le strade, la linea ferroviaria e gli abitanti. È stata così disposta l’operazione di bonifica dell’area, dal costo di un miliardo di franchi, che dovrebbe partire nel 2031 e potrebbe durare dieci anni. Ne deriva che gli abitanti dovranno trovare un alloggio temporaneo, mentre il valore delle attuali abitazioni potrebbe crollare a causa dell’abbandono.

Il sindaco del Comune, a stretto contatto con gli abitanti, affronta il tema quotidianamente. «Molti si rendono conto della realtà molto lentamente», ha detto il primo cittadino alla Gazzetta Svizzera. «Altri sperano che lo Stato rinunci all’operazione e tutto rimanga com’è, anche se la maggior parte è convinta che non si possa più sorvolare sul problema». C’è chi pensa persino di costruire un museo quando le gallerie saranno finalmente tranquille, o di sostituire le munizioni con il formaggio per la stagionatura.