Al Mise è iniziata la guerra, nemmeno tanto sotterranea, tra il ministro Giancarlo Giorgetti, numero due della Lega, e la viceministra pentastellata Alessandra Todde, il cui peso ora rischia di essere ridimensionato. «I 5 stelle non stanno toccando praticamente palla, come si poteva immaginare», spiega a Tag43 chi conosce le dinamiche ministeriali. «Resta loro il capitolo delle crisi aziendali». Quello affidato a Todde, appunto, e che non è proprio poca cosa: riguarda la salvaguardia di migliaia di posti di lavoro. I confronti sono aperti per 97 aziende. Tra i tavoli ci sono, giusto per citare alcuni casi, Ideal Standard e Bekaert. Il quadro è però decisamente cambiato rispetto al precedente esecutivo. E le diverse visioni sulla vertenza Italcomp (ex Embraco) ne sono una conferma: Giorgetti punta sul socio privato, Todde preferisce l’ingresso del pubblico.
L’asse inedito tra Giorgetti e Orlando isola la pentastellata Todde
Sotto l’impulso di Giorgetti, d’intesa con il ministro del Lavoro, il dem Andrea Orlando, è partita la ristrutturazione della gestione dei tavoli di crisi. Un asse inedito che mette ai margini l’esponente dei 5 stelle. In che modo? Con un decreto che, ufficialmente, “riorganizza le funzioni e la composizione della Struttura per le crisi d’impresa” con reclutamento di nuove figure. Si punta, nel dettaglio, a “potenziare l’organismo che supporta il vertice politico-amministrativo nella gestione dei tavoli di crisi, dotandolo di competenze professionali qualificate, funzionali a elaborare proposte operative e di intervento per il superamento delle crisi aziendali”. Secondo quanto ha appreso Tag43, si tratta di un modo soft per ridimensionare, se non commissariare, Todde e il capo della sua segreteria tecnica, Stefano D’Addona, il docente che spesso presiede le riunioni con aziende e sindacati. Todde non è isolata solo al Mise, ma anche all’interno dello stesso Movimento. Eppure la sua conferma nel governo Draghi è arrivata quasi a sorpresa. La rosa dei papabili era lunga e di primo piano. Lei ha avuto la meglio anche su Stefano Buffagni che nel Movimento è stato sempre il punto di riferimento per il mondo dell’impresa e che nel Conte bis in qualità di viceministro al Mise si era mosso a suo agio. E sempre al Mise avrebbe lavorato volentieri anche con Giorgetti con il quale condivide l’attenzione per le imprese del Nord.

Così Todde ha “scavalcato” Buffagni al Mise
Dopo aver lavorato principalmente nel mondo del digitale, Todde aveva chiuso l’esperienza a capo di Olidata per accettare la candidatura con i 5 stelle alle ultime Europee. Una scommessa persa. La mancata elezione è stata però ricompensata con la nomina al ministero, in quel momento al fianco di Stefano Patuanelli. La conferma con il governo Draghi, secondo quanto si dice nei corridoi, è stata favorita proprio dall’ostilità di una parte del M5s nei confronti di Buffagni accusato di essere troppo ambizioso e poco uomo di partito. Todde invece risultava meno problematica in questo senso e sicuramente gradita ai vertici, vecchi e nuovi. Ma adesso la viceministra deve mettersi sulla difensiva: il suo main sponsor è alla Farnesina e ha altri problemi a cui pensare, compreso il destino del Movimento. E poi ci sono i sindacati che lamentano l’assenza della viceministra dai tavoli di trattativa dove spesso è sostituita da D’Addona, il numero uno della segreteria tecnica. Certo, il docente dell’Università di Roma Tre vanta un prestigioso curriculum, dagli studi negli Stati Uniti alla cattedra all’Ateneo romano e ha sicuramente gli strumenti per affrontare le questioni tecniche. Ma in questo momento Giorgetti richiede un approccio più politico.