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Mise en guerre

Il ministro Giorgetti e la vice Todde sono ormai separati in casa. Il leghista, in un asse inedito col collega Pd Orlando, avrebbe di fatto commissariato la pentastellata e il suo braccio destro D’Addona nella gestione delle crisi aziendali.

26 Maggio 2021 11:4326 Maggio 2021 11:44 Stefano Iannaccone
gelo al mise tra giorgetti e la viceministra Todde

Al Mise è iniziata la guerra, nemmeno tanto sotterranea, tra il ministro Giancarlo Giorgetti, numero due della Lega, e la viceministra pentastellata Alessandra Todde, il cui peso ora rischia di essere ridimensionato. «I 5 stelle non stanno toccando praticamente palla, come si poteva immaginare», spiega a Tag43 chi conosce le dinamiche ministeriali. «Resta loro il capitolo delle crisi aziendali». Quello affidato a Todde, appunto, e che non è proprio poca cosa: riguarda la salvaguardia di migliaia di posti di lavoro. I confronti sono aperti per 97 aziende. Tra i tavoli ci sono, giusto per citare alcuni casi, Ideal Standard e Bekaert. Il quadro è però decisamente cambiato rispetto al precedente esecutivo. E le diverse visioni sulla vertenza Italcomp (ex Embraco) ne sono una conferma: Giorgetti punta sul socio privato, Todde preferisce l’ingresso del pubblico.

L’asse inedito tra Giorgetti e Orlando isola la pentastellata Todde

Sotto l’impulso di Giorgetti, d’intesa con il ministro del Lavoro, il dem Andrea Orlando, è partita la ristrutturazione della gestione dei tavoli di crisi. Un asse inedito che mette ai margini l’esponente dei 5 stelle. In che modo? Con un decreto che, ufficialmente, “riorganizza le funzioni e la composizione della Struttura per le crisi d’impresa” con reclutamento di nuove figure. Si punta, nel dettaglio, a “potenziare l’organismo che supporta il vertice politico-amministrativo nella gestione dei tavoli di crisi, dotandolo di competenze professionali qualificate, funzionali a elaborare proposte operative e di intervento per il superamento delle crisi aziendali”. Secondo quanto ha appreso Tag43, si tratta di un modo soft per ridimensionare, se non commissariare, Todde e il capo della sua segreteria tecnica, Stefano D’Addona, il docente che spesso presiede le riunioni con aziende e sindacati. Todde non è isolata solo al Mise, ma anche all’interno dello stesso Movimento. Eppure la sua conferma nel governo Draghi è arrivata quasi a sorpresa. La rosa dei papabili era lunga e di primo piano. Lei ha avuto la meglio anche su Stefano Buffagni che nel Movimento è stato sempre il punto di riferimento per il mondo dell’impresa e che nel Conte bis in qualità di viceministro al Mise si era mosso a suo agio. E sempre al Mise avrebbe lavorato volentieri anche con Giorgetti con il quale condivide l’attenzione per le imprese del Nord.

guerra al mise tra giorgetti e todde
Il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti (Getty Images).

Così Todde ha “scavalcato” Buffagni al Mise

Dopo aver lavorato principalmente nel mondo del digitale, Todde aveva chiuso l’esperienza a capo di Olidata per accettare la candidatura con i 5 stelle alle ultime Europee. Una scommessa persa. La mancata elezione è stata però ricompensata con la nomina al ministero, in quel momento al fianco di Stefano Patuanelli. La conferma con il governo Draghi, secondo quanto si dice nei corridoi, è stata favorita proprio dall’ostilità di una parte del M5s nei confronti di Buffagni accusato di essere troppo ambizioso e poco uomo di partito. Todde invece risultava meno problematica in questo senso e sicuramente gradita ai vertici, vecchi e nuovi. Ma adesso la viceministra deve mettersi sulla difensiva: il suo main sponsor è alla Farnesina e ha altri problemi a cui pensare, compreso il destino del Movimento. E poi ci sono i sindacati che lamentano l’assenza della viceministra dai tavoli di trattativa dove spesso è sostituita da D’Addona, il numero uno della segreteria tecnica. Certo, il docente dell’Università di Roma Tre vanta un prestigioso curriculum, dagli studi negli Stati Uniti alla cattedra all’Ateneo romano e ha sicuramente gli strumenti per affrontare le questioni tecniche. Ma in questo momento Giorgetti richiede un approccio più politico.

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