Bassetti, Maglie, Tremonti: i nomi (rivedibili) del totoministri

Stefano Iannaccone
13/08/2022

Bassetti proprio non riesce a stare lontano dai riflettori e vuole il ministero della Salute. Il redivivo Tremonti, consigliere economico della Meloni, punta al Tesoro. La giornalista Maglie spunta per le Pari opportunità e la famiglia. Sgarbi brama la Cultura. Cosa bolle nel totoministri.

Bassetti, Maglie, Tremonti: i nomi (rivedibili) del totoministri

Nel timore che la pandemia possa un giorno effettivamente cessare, lasciandolo senza riflettori, Matteo Bassetti si è già fatto avanti: ha dato la disponibilità a essere nominato ministro della Salute, dimostrando di non temere le ironie. Indipendentemente dall’esito elettorale, e dagli equilibri nel prossimo governo, l’infettivologo ligure ha prenotato una poltrona per succedere a Roberto Speranza, con cui non è mai stato troppo d’accordo. Bassetti punta a un posto governativo, senza nemmeno passare dal parlamento. Troppo noioso il seggio, che richiede capacità di compromesso: meglio avere una postazione di comando. Un po’ in quota tecnica e un po’ anche politica, visto che non ha mai fatto mistero della vicinanza al mondo del centrodestra, senza distinzione tra la Lega di Matteo Salvini o Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Per non sbagliare ha anche intrattenuto buoni uffici con il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti. Il virostar, insomma, si è iscritto motu proprio nel totoministri che impazza ovunque, nonostante la campagna elettorale non sia ancora iniziata ufficialmente. I sondaggi infatti danno per scontato l’esito, scatenando gli appetiti e gli egocentrismi di ogni risma, dei tecnici – e affini – d’area.

Bassetti, Maglie, Tremonti: i nomi (rivedibili) del totoministri
Matteo Bassetti.

Che fine aveva fatto Tremonti? Ora vuole «raddoppiare il cinque per mille»

Così è riemerso dalle nebbie pure l’ex ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, pronto a riprendere la tolda di comando del Mef, suo vecchio pallino. Dopo l’allontanamento politico da Silvio Berlusconi e l’avvicinamento alla Lega, adesso si è cucito addosso il ruolo di consigliere economico di Giorgia Meloni, immaginandola come futura presidente del Consiglio. Per questo Tremonti si è concesso qualche sortita che sembra l’anticipazione di manifesto per un programma economico del governo di centrodestra. «Una cosa che farei subito è raddoppiare il cinque per mille al dieci per mille per aiutare le persone che fanno la fila nei luoghi di povertà», ha detto, entrando nel gioco delle promesse elettorali un tanto al chilo. E ancora: «Una via per creare ricchezza è ridurre la legislazione». Da questa annotazione è partita la bacchettata all’esecutivo in carica: «Il governo Draghi, in 17 mesi, ha fatto 1.755 decreti, nuove regole estese come 25 campi di calcio. Questo non è diritto, è rovescio». Allora, ecco la lezione tremontiana: «Se vuoi creare ricchezza, devi smettere di creare leggi. Le leggi sono troppe». Un’autocandidatura nemmeno tanto discreta. E dal pragmatismo dell’asse Draghi-Franco si passa al teorico della finanza creativa.

Bassetti, Maglie, Tremonti: i nomi (rivedibili) del totoministri
Giulio Tremonti. (Getty)

La Maglie alla Famiglia per salvaguardare i valori tradizionali…

L’opinionista Maria Giovanna Maglie è un altro nome caldo di questi giorni, rimbalzando dall’ipotesi di candidatura in parlamento alla possibilità di ricevere un incarico nel futuro esecutivo. Trattandosi di un profilo eclettico, che in tivù dispensa opinioni sulla qualunque, è spendibile su vari fronti. C’è chi la vedrebbe bene come ministra delle Pari opportunità e della famiglia, a guardia dei valori tradizionali conservatori che l’hanno resa una sorta di totem per i lettori di centrodestra, scaldando anche i cuori dei leader, da Salvini alla Meloni. Seppure sia garantista da sempre, è difficile che le venga affidato un ministero delicato come quello della Giustizia. Poi magari dovrà accontentarsi di un ruolo di consolazione in Transatlantico, ma sognare non costa nulla. Di sicuro c’è un altro volto noto che vuole essere in primo piano in un governo di centrodestra: il critico d’arte Vittorio Sgarbi, che si vede ministro della Cultura in pectore. A meno che non vinca una sua antica battaglia, l’istituzione di un ministero della Bellezza che gli verrebbe assegnato quasi d’ufficio. Non fosse altro che è un suo vecchio pallino, dove potrebbe essere soddisfatto senza null’altro a pretendere.

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