Il ministero dell’Università e della Ricerca è diventato bersaglio, sui social network, di critiche dopo un bando pubblicato l’8 marzo scorso. Il Mur, guidato da Anna Maria Bernini, ministra in quota Forza Italia, ricercava 15 dipendenti, con una «elevata specializzazione». Nulla di strano se non fosse che all’alta specializzazione non corrispondeva alcuna gratificazione economica. I lavoratori, infatti, avrebbero firmato un contratto di 18 mesi a tempo pieno, prorogabili su richiesta del ministero ma soprattutto a titolo gratuito. «Il ministero», recitava testualmente il bando, «provvederà a stipulare con i suddetti esperti contratti di lavoro autonomo a tempo determinato e a titolo gratuito, senza alcun vincolo di subordinazione».
Il ministero ritira l’avviso pubblico per un «errore tecnico»
In serata il passo indietro del ministero. Con una nota, il Mur ha infatti comunicato che l’avviso pubblico “per la selezione, ai sensi dell’articolo 7, comma 6, del D.lgs. 30 marzo 2001, n. 165, di numero 15 esperti da inserire nel Nucleo di Coordinamento delle attività di analisi, di studio e di ricerca (N.C.A.R.)” è stato ritirato a causa di un errore tecnico nella sua stesura. «Il contenuto e i termini dell’avviso pubblico non rispecchiano la volontà e il modo di procedere del ministero», si legge nel comunicato, «che considera il lavoro comunque configurato un valore cui deve corrispondere sempre un’adeguata retribuzione». Bernini, secondo rumors furiosa per l’accaduto, ha convocato per mercoledì 22 marzo l’intero staff per capire cosa sia successo.
