I centristi di Noi moderati non ce l’hanno fatta ad allargare le maglie dell’esecutivo. La richiesta di cambiare la Riforma dell’organizzazione del governo del 1999 per portare il totale massimo dei componenti di governo da 65 a 68 (con l’intento di ottenere caselle in più per loro alla voce “sottosegretario”) non è andata in porto. Il malumore creato all’interno della maggioranza dalla richiesta ha consigliato ai firmatari dell’emendamento al decreto Ministeri, Alessandro Colucci e Maurizio Lupi, di ritirare la proposta. Che non è stata quindi votata in commissione Affari costituzionali della Camera e che rimarrà lettera morta.
Dopo il caso Toffanin, un’altra infornata di personale
Ma a fronte della sconfitta di Noi moderati, che quindi rimarrà rappresentata al governo dal solo sottosegretario agli Esteri, Giorgio Silli, c’è un grande vincitore dall’esame del dl Ministeri. È il titolare dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. Il ministro in quota Forza Italia ha ottenuto la possibilità di poter assumere nel suo gabinetto 30 unità di personale. Tutte assunzioni dirette, senza concorsi né selezioni. Proprio come nel caso dell’ex senatrice di Fi, Patrizia Toffanin, che dopo la mancata rielezione alle ultime politiche il ministro ha voluto al proprio fianco come consigliera economica.

Un nutrito team tutto concentrato sulle bollette degli italiani
E ora, proprio grazie alla norma infilata nel decreto Ministeri con il quale il governo ha voluto ridisegnare funzioni e nomi dei dicasteri, Pichetto potrà aggiungere al libro paga del dicastero 30 figure professionali. Una scelta, come prevede lo stesso emendamento proposto dal governo e approvato in commissione, alla luce delle «accresciute attività connesse agli interventi per la sicurezza energetica del Paese e la promozione delle energie rinnovabili». Insomma, un nutrito team per cercare una soluzione alla crescita vertiginosa delle bollette degli italiani.

Per Valditara 480 mila euro di budget in più, pazienza se si taglia altrove…
Ma se Pichetto è il vincitore indiscusso, non è andata male nemmeno al ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara. Anche per il titolare di viale Trastevere è arrivata in dono la possibilità di allargare gli uffici di diretta collaborazione. A confezionare il regalo Rossano Sasso, leghista ed ex sottosegretario proprio all’Istruzione nel governo Draghi. Nell’emendamento sottoscritto da lui e approvato in commissione non si fissano soglie di incremento, ma viene aumentata la destinazione di risorse al ministero «per assicurare la funzionalità degli uffici di diretta collaborazione». Si passa da 800 mila euro a 1,28 milioni, con un incremento di budget di 480 mila euro. Risorse sottratte ad altre voci del dicastero. Alla spending review ci penseremo poi.