Milano non si ferma (più)

Elisabetta Grandi
17/05/2021

Progetti realizzati e altri ancora su carta. Vaccinazioni di massa e tanti eventi in programma, mentre a settembre incombono le elezioni. Così il capoluogo lombardo prova a ripartire dopo la pandemia.

Milano non si ferma (più)

Poter avviare la campagna di rielezione a sindaco, proprio mentre la tua città è in piena euforia per lo scudetto dell’Inter, è una di quelle botte di fortuna che un politico non può progettare a tavolino. Se hai culo, ti capita. E a Beppe Sala, più interista che politico, è capitato. Accusato da più parti di non aver saputo contenere la folla che festeggiava la vittoria dei nerazzurri in Piazza Duomo, davanti alle telecamere dei tg ha balbettato qualche scusa con scarsa convinzione, lasciando intendere che quella gioia la provava anche lui, e cosa ci volete fare.

Non solo Inter, comunque. Sala si rimette in gioco mentre cadono le restrizioni anti-Covid che hanno tenuto Milano bloccata per mesi: altra botta di (più prudente) euforia, ora che la città può dispiegare gradualmente le sue energie, rimaste compresse per troppo tempo. Considerato che le elezioni comunali si svolgeranno a settembre, con in mezzo i mesi vacanzieri di luglio e agosto, è adesso che i motori della campagna devono scaldarsi, sfruttando anche l’evidente impasse della controparte di destra, che finora non ha trovato di meglio che riciclare il grigio ex-sindaco Gabriele Albertini, senza riuscire a convincerlo ad accettare la corsa.

Albertini e Sala: le due facce di Milano

Albertini sarebbe stato la faccia della Milano più anziana, della media borghesia un po’ ammuffita, che assiste ai cambiamenti della metropoli, dopo essere uscita dai suoi circuiti produttivi. Ma le fasce più giovani e progressiste della popolazione guardano ancora a Beppe Sala, soprattutto nella sua qualità di ex manager, capace di interpretare, anche meglio di Pisapia, quello spirito innovatore che aveva fatto di Milano, prima della tragedia Covid, una vera e propria città-Stato, distinta dal resto del Paese.

Milano città di render, ecco come sarà

Dopo essere passato al partito dei Verdi Europei, con l’avvicinarsi delle elezioni, il sindaco ha ricominciato a diffondere una gragnuola quotidiana di annunci: progetti, rifacimenti, migliorie, riqualificazioni, con un occhio ai grattacieli e uno alle periferie. È tutto un circolare di render che mostrano come diventerà la tale via, il tale quartiere, la tale piazza.

In cima alla lista via Padova, la strada più multietnica di Milano, oggetto di un imminente restyling che la popolerà di alberi, piantati a terra o in vaso. I marciapiedi saranno allargati e rivestiti in cubetti di granito e alcuni incroci abbelliti con aiuole e panchine. Nei render diffusi dal Comune, si vedono figurine di cittadini e cittadine dall’aria serena e laboriosa che camminano o stazionano nelle piazzole. Nessuna traccia, invece, dei problemi, prostituzione inclusa, che attanagliano la zona. Poco importa, la gentrificazione avanza e la via assomiglierà a un boulevard, cuore del quartiere già da tempo ribattezzato NoLo (North of Loreto).

Dal Giambellino a Città Studi, la mappa dei lavori

Lavori in corso anche al Giambellino, quartiere periferico e popolare, che gode di un finanziamento di circa cento milioni di euro, stanziati già nel 2016 per risistemare strade e giardini. Dopo una lunga inerzia, ecco che, a ridosso delle elezioni, è tutto uno scavare, transennare, aggiungere piste ciclabili, allargare e ripavimentare marciapiedi. I cubetti di granito sembrano l’ingrediente magico: rendono tutto più elegante, così i valori immobiliari delle case riprendono a salire.

Nel Piano Quartieri, sul quale il Comune di Milano ha messo oltre un miliardo e mezzo di euro, non si nega niente a nessuno. La zona di Città Studi, per esempio, può godere, da pochi giorni, della completa ristrutturazione dello storico Centro Sportivo Giuriati, che è del Politecnico, ma ai cui lavori ha contribuito anche l’amministrazione cittadina. Il centro è stato ampliato e modernizzato: ora comprende campo coperto per basket e pallavolo, pista d’atletica e campo da rugby e da calcetto, palestra e un’area masterclass dedicata a svariati corsi. Anche qui, cinquanta nuovi alberi, altro immancabile ingrediente di ogni progetto.

Il restyling di piazzale Loreto

Il restyling annunciato più di recente porta il nome di LOC, Loreto Open Community e prevede una radicale trasformazione del piazzale, da anni solamente uno svincolo stradale. Diventerà una vera piazza, con alberi, passeggiate, fontane, uno spazio centrale per mercati e concerti, attività commerciali e uffici. L’intervento riguarda un’area di  diecimila metri quadrati, sulla quale verranno piantati, guarda un po’, 500 arbusti. L’investimento iniziale è di 60 milioni, l’obiettivo completare il tutto prima del 2026, anno delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina.

Giochi che coinvolgono anche l’area del vecchio Scalo di Porta Romana, oggetto di un mega rifacimento, che includerà il villaggio per ospitare gli atleti. Anche in questo caso, sono stati diffusi render a pioggia per illustrare il progetto. Parole chiave di tutte queste riqualificazioni: car-free, sostenibilità, inclusività, biodiversità, connettività. E ancora, benessere, co-working, quartiere “15 minuti”, dove il necessario per la vita quotidiana e il lavoro sia raggiungibile in un quarto d’ora. Magari in bicicletta. Ma vanno bene anche i mezzi pubblici, visto che continua ad aumentare il numero di autobus full-electric in giro per la città.

Gli architetti della rinascita milanese

A tal proposito, l’intera area di Porta Romana è stata recentemente acquistata dalla Coima, (insieme a Covivio e Prada), per 180 milioni, mentre il concorso per il suo restyling globale è stato vinto da un gruppo di progettisti che include lo studio di Carlo Ratti, architetto simbolo delle “rigenerazioni intelligenti”, insieme, è ovvio, a Stefano Boeri.

Questo, a sua volta, sarà firma di un nuovo Bosco Verticale, che sorgerà a poca distanza da quello esistente. A lui, poi, sono stati assegnati la direzione artistica e il coordinamento dell’edizione 2021 del Salone del Mobile che, dopo molte incertezze, avrà luogo a settembre. Sei giornate piene di eventi aperti al pubblico, in cui si potrà anche acquistare a prezzi speciali il meglio del design prodotto nell’ultimo anno.

La collaborazione tra pubblico e privato

Se architettura, design e sviluppo immobiliare continuano a essere tra i cardini della crescita della città, molti altri segnali dicono che Milano sta tornando a essere Milano. Se a Roma ci si vaccina all’Auditorium Parco della Musica, Milano risponde con l‘Hangar Bicocca, dove le iniezioni sono praticate nello spazio che ospita i monumentali Sette Palazzi Celesti dell’artista tedesco Anselm Kiefer. Un’operazione resa possibile dalla disponibilità della Fondazione Pirelli, proprietaria dell’Hangar, secondo la classica collaborazione pubblico-privato di cui Milano va da sempre fiera.

Uno spirito che si ritrova anche nell’accordo annunciato pochi giorni fa fra le Università Statale, Bicocca e Pavia, per avviare un corso di laurea in Artificial Intelligence. Innovativo, a vocazione internazionale, collega i tre atenei con le migliori università al mondo, che già offrono percorsi formativi avanzati in questa materia.

Alle elezioni anche il partito Lgbt+

E ancora. Mentre nel paese si dibatte aspramente sul Ddl Zan, alle elezioni di Milano si presenta il “Partito Gay per i diritti Lgbt+, ambientalista e liberale”, con una lista e un candidato sindaco. A viso aperto e senza paura, perché Milano accoglie tutti, specie se professionisti e businessmen. Come i 45 mila attesi per i primi di novembre a CPhI Worldwide 2021, fiera internazionale dell’industria farmaceutica.

Se ne parla poco, ma è uno degli appuntamenti più attesi per ridare fiato a taxisti, albergatori e gestori di locali. Per quella data, tutti gli abitanti potrebbero essere vaccinati e Beppe Sala riconfermato alla guida della metropoli. Tra nuovi alberi e cubetti di granito, sarà più facile dimenticare non solo la pandemia, ma anche le lunghissime file di persone davanti al Pane Quotidiano, che hanno un po’ offuscato l’immagine scintillante della “città che sale”. Anzi, che Sala.