Basta spreco con un’App

Redazione
27/05/2021

L’Associazione Recup recupera il cibo dai mercati rionali di Milano e lo ridistribuisce alla comunità. Ora l'attività si snellisce grazie a un nuovo software.

Basta spreco con un’App

Ciò che perde valore economico, può ritrovare valore sociale. È la filosofia seguita dall’Associazione Recup che, con i suoi oltre 230 volontari, recupera il cibo dai mercati rionali di Milano e lo ridistribuisce alla comunità, dopo averlo suddiviso tra commestibile e non. Lo scorso anno grazie a questo sistema, l’associazione ha salvato 25 tonnellate di cibo, aiutando quasi cinquemila famiglie nell’ambito del progetto “Milano aiuta”, coordinato dalla Food Policy del Comune. Ora, grazie a un partner digitale, la software house italiana WWG, potrà rendere più efficiente questo servizio grazie a una app, che renderà più semplice mappare i mercati dal centro alla periferia e permetterà di gestire in maniera più efficace le attività dei volontari sul territorio. Inoltre, grazie ai processi di Data Analysis si potranno analizzare e monitorare i kg di cibo salvati e distribuiti. L’attività di Recup è cominciata nel 2015. «Il primo anno abbiamo salvato una tonnellata di cibo, e nel 2019 siamo arrivati a 47 tonnellate», racconta Alberto Piccardo, presidente dell’Associazione. «In pochi anni di attività siamo riusciti a creare una vera e propria comunità, dando vita anche a un contatto interculturale e intergenerazionale che mancava».

Ogni italiano ogni anno spreca 65 kg di cibo contro i 58 della media Ue

Secondo la Fao, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, in Europa più del 20 per cento di tutto il cibo prodotto viene gettato via, per un totale di 88 milioni di tonnellate l’anno. È il cosiddetto food waste, che solo nei Paesi dell’Ue costa 143 miliardi di euro, di cui i due terzi, circa 98 miliardi, sono attribuibili allo spreco domestico. Ogni italiano, secondo il Food Sustainability Index della Fondazione Barilla, spreca 65 kg di cibo all’anno, sette sopra la media europea, che è di 58 kg.
Tra i prodotti che si sprecano di più troviamo – in ordine decrescente – latticini, carne, uova, pasta e pane, prodotti ortofrutticoli e pesce, per una perdita di circa 450 euro l’anno a famiglia. Ma non è tutto. Allo spreco domestico si aggiunge il food loss, cioè lo spreco che si verifica in ogni passaggio della filiera alimentare, dalla raccolta e stoccaggio alla trasformazione, dall’agricoltore al consumatore. I prodotti possono essere scartati perché deteriorati, oppure perché cadono fuori da determinati standard estetici. Per lo più, vengono gestiti come rifiuti o utilizzati per la produzione di mangimi, senza però essere distribuiti alle fasce deboli della popolazione. Per molte persone il cibo scartato è una fonte di sostentamento, «ma Recup», precisa Piccardo, «nasce con l’intento di condividere il cibo con tutti, a prescindere da status sociale, età, etnia. Il cibo, se ancora commestibile, non deve essere mai sprecato».