Blitz di Ultima Generazione a Milano, questa volta gli attivisti si sono scagliati contro la statua di Vittorio Emanuele II imbrattandola di vernice e rovinando gran parte del monumento.
🎨Milano – Imbrattato il monumento di Vittorio Emanuele II
"l'Italia è fatta, tutto è salvo."
No, non bastano i proclami.
Nel 1861 come oggi, le dichiarazioni di chi governa possono essere del tutto incoerenti con la realtà.#ultimagenerazione #siccita #governo #a22network pic.twitter.com/ejjnxgne6D— Ultima Generazione (@UltimaGenerazi1) March 9, 2023
Il blitz degli attivisti di Ultima Generazione a Milano
Quest’oggi alcuni attivisti di Ultima Generazione hanno deciso di imbrattare la statua di Vittorio Emanuele II a Milano, uno dei simboli della città. Gli attivisti hanno scavalcato le transenne di protezione della statua e hanno gettato della vernice gialla su di essa, imbrattandola in gran parte. Sono poi dovuti intervenire i carabinieri sul luogo che hanno bloccato gli attivisti e li hanno portati in caserma. Da tempo i membri di Ultima Generazione stanno effettuando questi blitz e infatti mesi fa avevano anche imbrattato il Senato a Roma.

La nota dell’associazione
L’associazione Ultima Generazione ha rilasciato una nota per spiegare questo evento. Nella nota si legge: «La statua di Vittorio Emanuele II è un simbolo caro ai milanesi, in un punto nevralgico della città. Ma ha senso indignarsi per un po’ di vernice lavabile su una statua mentre si continua a ignorare la distruzione delle fondamenta stesse del nostro futuro? Laghi e fiumi ai minimi storici per la siccità, ghiacciai che scompaiono, ondate di calore ed eventi estremi sempre più devastanti e frequenti: Questi sono gli effetti della crisi climatica, visibili e allarmanti, ma invece di agire per mitigarli il governo fa di tutto per aggravarli, alleandosi con le aziende del fossile che stanno registrando, in un crudele paradosso, i profitti più alti di sempre».
La nota continua con queste parole: «Continuare a immettere CO2 nell’atmosfera bruciando carbone, petrolio e gas significa accelerare la nostra corsa verso il baratro, mentre dovremmo tirare il freno a mano e ripensare radicalmente le basi del nostro sistema economico. La comunità scientifica è ignorata e derisa, le manifestazioni ‘classiche’ non hanno sortito alcun effetto: non abbiamo altri mezzi per richiamare l’attenzione sul problema se non entrare in resistenza civile. Lanciamo il nostro grido d’allarme sempre più alto, siamo terrorizzate e non ci fermeremo finché il governo italiano non avrà tolto fino all’ultimo euro dai combustibili fossili per investirli in una transizione giusta, anteponendo al profitto il futuro delle prossime generazioni e la vita di tutte noi».