Non c’è pace in Serie A. Dopo la penalizzazione di 15 punti alla Juventus per il caso plusvalenze e con la Procura che sta ancora indagando, ma sul Napoli, per fare luce sulla trattativa legata all’arrivo in Italia di Osimhen, ora anche il Milan finisce al centro di un’inchiesta. Nulla a che vedere con le plusvalenze. Il Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza dalla mattinata di oggi, giovedì 26 gennaio, sta acquisendo documenti relativi alla vendita della società rossonera, passata in estate dal fondo Elliott a RedBird. L’indagine è partita da un esposto dell’ex socio di minoranza del club, la lussemburghese Blue Skye, che già a settembre aveva tentato di fermare l’operazione, ma troppo tardi.

La GdF non ha perquisito gli uffici della sede del Milan
L’esposto è partito dalla lussemburghese Blue Skye. La società di Salvatore Cerchione e Gianluca D’Avanzo e la sua controllante, la Luxembourg Investment Company, si erano già mosse al Tribunale civile di Milano con un ricorso d’urgenza. L’obiettivo era di bloccare la vendita del Milan. L’istanza è stata poi ritirata perché la compravendita era stata perfezionata già a fine agosto. Una questione di tempi, quindi. Ora però il caso si riapre. Nel fascicolo del pm di Milano Giovanni Polizzi e dell’aggiunto Maurizio Romanelli, in cui si ipotizza la presunta appropriazione indebita, non risulta alcun indagato. Nessuno dei documenti acquisiti, inoltre, è stato prelevato da uffici della sede del Milan.

Blue Skye contestava un’operazione «opaca»
Nell’istanza di settembre, Blue Skye contestava l’acquisizione definendola «opaca». Nel ricorso le due società lussemburghesi spiegavano di non aver «potuto ottenere alcuna informazione su questa vendita, alla quale erano direttamente interessate». Si chiedeva, il 9 settembre, «l’accertamento della invalidità della rinuncia» di un pegno, quello «esistente in favore di Project Redblack». Si tratta di una società costituita nel 2017 proprio per gestire l’operazione di investimento all’interno del club rossonero. E intorno alla vendita del Milan erano stati aperti altri due procedimenti, uno in Lussemburgo e l’altro a New York.