Era andata a Pechino con l’ambizione di centrare il pokerissimo. Cinque medaglie d’oro in altrettante gare, quanto bastava a battere la croata Janica Kostelic, altra regina dello sci ferma a quota quattro. È finita invece con una decina di porte spalmate in due discese. Mikaela Shiffrin è rimasta 20 minuti con la testa in mezzo alle gambe, seduta a bordo pista, mentre le avversarie le sfrecciavano attorno. La foto ha fatto in fretta il giro del mondo, sintesi perfetta di una delusione immensa. Per rifarsi la statunitense avrà altre tre specialità, ma intanto le discussioni si sono aperte e difficilmente si chiuderanno nel breve periodo. A meno di risultati clamorosi. Su di lei, d’altronde, si erano concentrate aspettative enormi, forse eccessive. Già lo scorso 9 gennaio era suonato il campanello d’allarme, quando era uscita dallo slalom sloveno di Kranjska Gora. La sua specialità, la stessa di oggi. In 10 anni di carriera era successo solo tre volte. Adesso, a un mese esatto di distanza, ecco servita la quarta. Nel giorno più atteso.

Le parole di Mikaela Shiffrin dopo l’esclusione dalla gara di slalom
In mezzo, lunedì era arrivata l’esclusione dal Gigante: «È terribile. Ma non può essere terribile per sempre», ha commentato a caldo, visibilmente triste per aver deluso se stessa e soprattutto gli altri. «Certo, ho bisogno di capire che cosa non va, devo analizzare i miei errori e ripartire. Queste due uscite mi fanno ripensare ai miei 15 anni sugli sci, mi fanno rimettere in discussione tutto ciò che pensavo di sapere. Sono giù. Sono stata meglio, ma sono stata anche peggio». E in tanti hanno tirato in ballo i paragoni con Naomi Osaka e Simone Biles, campionesse di tennis e ginnastica, che ai giochi estivi di Tokyo hanno vissuto drammi apparentemente simili, raccontando in favore di telecamere le difficoltà di reggere pressioni estenuanti. Fantasmi che il collega e compagno norvegese Aleksander Aamodt Kilde ora ha provato a rispedire al mittente: «Quando succede un fatto simile tutti tirano in ballo queste cose. Non pensano, invece, faccia parte dello sport e possa semplicemente succedere». A denti stretti cerca di farlo anche Mikaela, due volte oro olimpico, sei iridato, in 73 occasioni – più di tutte – vincitrice nelle gare di coppa del mondo: «Cercherò di resettare tutto di nuovo. Però non so nemmeno come farlo. Non sono mai stata in una situazione simile e non saprei come comportarmi. Ho costruito la mia carriera in molti anni. Da tempo non ho più paura delle aspettative che si creano attorno a me».
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La solidarietà di Simone Biles a Mikaela Shiffrin
Un atteggiamento opposto rispetto a quello della connazionale Biles che in estate aveva rivisto i suoi impegni a cinque cerchi, spiegando come la salute mentale contasse più dello sport. E oggi con un tweet è stata tra le prime a tendere la mano a Shiffrin. Tre cuori bianchi e un tag. Quanto basta per essere vicine da un continente all’altro. Una settimana fa era accaduto il contrario. «Biles è una campionessa e nessuno può comprendere quanto siano grandi le pressioni in vista di un’Olimpiade. L’appuntamento che vale una vita. Anche se hai vinto e lo hai fatto di nuovo, battere tutti non è scontato, ma sempre difficilissimo», spiegò in un video. La sciatrice, dal canto suo, adesso ha parlato di manche troppo aggressive, di essersi spinta oltre il limite: «Forse dovrei chiedere aiuto a uno psicologo. Ora avranno tutti un’opinione diversa in proposito. Io resto perplessa e non so spiegarmi cosa sia andato storto».
🤍🤍🤍 @MikaelaShiffrin
— Simone Biles (@Simone_Biles) February 9, 2022
La scomparsa del padre e le preoccupazioni legate al Covid
A uno specialista si era già rivolta in passato, dopo l’improvvisa scomparsa del padre Jeff, caduto dal tetto dell’abitazione in Colorado, mentre lei gareggiava in Europa e da qualche mese aveva deciso di sostituire la figura della madre-allenatrice. Shriffin aveva continuato a vincere anche dopo la tragedia, ma le era servito un anno per tornare a correre. «Vorrei solo poterlo chiamare», ha ammesso dopo la débâcle olimpica. Ma ci sarebbe di più. Come scrivono i media americani, la campionessa era apparsa inquieta e preoccupata anche per il vento e le condizioni climatiche. E ancora, per i protocolli legati al contenimento del Covid, da cui era stata contagiata nel 2020. Non esattamente un ritratto della serenità.