Migranti, la Polonia usa i cannoni ad acqua

Redazione
16/11/2021

Al confine con la Bielorussia il clima resta teso. Quattromila profughi cercano di sfondare il blocco polacco, generando la reazione dei militari.

Migranti, la Polonia usa i cannoni ad acqua

Il lancio di sassi da una parte, acqua sparata con i cannoni dall’altra. Al confine tra Bielorussia e Polonia il clima continua a essere incandescente. Le forze di sicurezza polacche hanno deciso di utilizzare i cannoni contro le migliaia di persone che da giorni sono ferme a cavallo tra i due paesi. La polizia avrebbe intimato ai migranti di eseguire gli ordini, perché se no «contro di te verrà usata la forza». Dall’altra parte in risposta è arrivato il lancio di oggetti. Bottiglie e tronchi di legno hanno colpito i militari polacchi mentre i migranti cercavano anche di forzare il blocco con dei bastoni.

Il governo polacco denuncia: un poliziotto gravemente ferito

Il ministero dell’Interno della Polonia ha parlato di un poliziotto gravemente ferito. Sarebbe stato colpito da un oggetto e avrebbe rimediato la sospetta frattura del cranio. Dal ministero della Difesa, invece, arriva l’accusa alla Bielorussia di aver fornito ai migranti delle granate sonore da lanciare dall’altra parte della frontiera. L’obiettivo sarebbe stato colpire proprio le forze dell’ordine e sfondare la recinzione. Secondo fonti ufficiali, attualmente al confine sono presenti circa 4mila migranti. Non possono né varcare il confine né tornare indietro. Dall’altra parte, la Polonia dichiara che a comporre il presidio sono circa 20mila tra soldati, poliziotti e guardie di frontiera.

Dall’Ue previste nuove sanzioni per Lukashenko

L’Unione Europea, intanto, prepara nuove sanzioni contro Alexander Lukashenko. Il presidente bielorusso sarebbe indicato come il regista occulto della manovra, sfruttando i 4mila migranti per ricattare i paesi europei. La “battaglia” tra l’Ue e Lukashenko continua dopo le precedenti sanzioni. Anche la Nato ha parlato della vicenda attraverso il suo segretario generale, Jens Stoltenberg. Quest’ultimo si è detto preoccupato per la «strategia di attacchi ibridi contro altri Paesi che sta mettendo a rischio la vita dei migranti ed è un modo per strumentalizzare le persone». Mentre i 4mila restano bloccati al confine, circa 200 iracheni potranno tornare a casa. L’Iraq ha organizzato un volo di evacuazione da Minsk per giovedì 18 novembre.