È il giorno dell’informativa alla Camera del ministro dell’Interno sui fatti di Cutro. Dopo le polemiche e i botta e risposta tra chi chiede le dimissioni e chi, invece, lo difende, Matteo Piantedosi è stato chiamato a rendere conto di fronte ai deputati del naufragio di migranti in Calabria. E il ministro si difende, non senza rinnovare «prima di tutto il cordoglio, mio personale e di tutto il Governo, per le vittime di questo ennesimo, tragico, naufragio e la vicinanza alle loro famiglie e ai superstiti». Poi il bilancio «non ancora definitivo», con i numeri della Prefettura di Crotone che parlano di 72 vittime, «di cui 28 minori, mentre i superstiti sono 80. Di questi, 54 sono accolti nel locale Centro di accoglienza richiedenti asilo, 12 nel Sistema Sai a Crotone, 8 sono ricoverati in ospedale, 2 minori non accompagnati sono stati collocati nelle strutture dedicate e 3 soggetti, presumibilmente gli scafisti, sono stati arrestati».

Piantedosi: «Gravi falsità contro il governo»
Nel lungo discorso di Matteo Piantedosi, uno dei passaggi chiave riguarda quelle che definisce le «gravi falsità» dette, a sue dire, contro il governo. Il ministro spiega: «Il quadro normativo nazionale, peraltro sottoposto a vincoli di natura internazionale con specifico riguardo alla materia del soccorso in mare, non è assolutamente stato modificato dall’attuale Governo. Peraltro, le modalità tecnico-operative dei salvataggi non possono essere in alcun modo sottoposte a condizionamenti di natura politica o a interventi esterni alla catena di comando. Dunque, sostenere che i soccorsi sarebbero stati condizionati o addirittura impediti dal Governo costituisce una grave falsità che offende, soprattutto, l’onore e la professionalità dei nostri operatori impegnati quotidianamente in mare, in scenari particolarmente difficili». E prosegue spiegando che «è essenziale chiarire che l’attivazione dell’intero sistema Sar non può prescindere da una segnalazione di una situazione di emergenza. Solo ed esclusivamente se c’è tale segnalazione, si attiva il dispositivo Sar. Laddove, invece, non venga segnalato un distress, l’evento operativo è gestito come un intervento di polizia, anche in ragione di quanto prima osservato circa la capacità di soccorso delle nostre unità navali. È esattamente quanto avvenuto nel caso in questione».
«Da Frontex nessuna segnalazione di pericolo»
Piantedosi prosegue raccontando che intorno alle 4 di domenica «sull’utenza di emergenza 112 giunge una richiesta di soccorso telefonico da un numero internazionale che veniva geolocalizzato dall’operatore della Centrale operativa del Comando provinciale dei Carabinieri di Crotone e comunicato, con le coordinate geografiche, alla Sala Operativa della Capitaneria di Porto di Crotone. È questo il momento preciso in cui, per la prima volta, si concretizza l’esigenza di soccorso per le autorità italiane». Prima, invece, «la segnalazione Frontex circa l’imbarcazione non rappresentava una situazione di pericolo. Non c’erano state chiamate di soccorso di nessun genere».
I risultati del governo per Piantedosi: «Salvate 36 mila persone»
Il ministro parla anche dei salvataggi: «Dal 22 ottobre 2022 al 27 febbraio 2023, le nostre Autorità hanno gestito 407 eventi Sar, mettendo in salvo 24.601 persone. Nello stesso periodo, nel corso di 300 operazioni di polizia per il contrasto dell’immigrazione illegale, la sola Guardia di Finanza ha tratto in salvo 11.888 persone. Per un totale, tra Sar e law enforcement, di 36.489 persone salvate. Dunque, dati alla mano, è del tutto infondato che le missioni di law enforcement non siano in grado di effettuare anche salvataggi».
Piantedosi: «Solidarietà il faro di ogni mia azione e decisione»
Durante l’informativa, Piantedosi è poi tornato sulle parole pronunciate poche ore dopo la tragedia, che hanno indignato tanti parlamentari che ne hanno chiesto le dimissioni. Il ministro ha spiegato che si riferiva alla condotta criminale degli scafisti quando parlava «con commozione, sdegno e rabbia e negli occhi l’immagine straziante di tutte quelle vittime innocenti, ho fatto appello affinché la vita delle persone non finisca più nelle mani di ignobili delinquenti, in nessun modo volendo colpevolizzare le vittime. Mi dispiace profondamente che il senso delle mie parole sia stato diversamente interpretato. La sensibilità e i principi di umana solidarietà che hanno ispirato la mia vita personale, sono stati il faro, negli oltre trent’anni al servizio delle istituzioni e dei cittadini, di ogni mia azione e decisione».

FdI e Lega difendono Piantedosi
In difesa del ministro scendono in campo sia Fratelli d’Italia sia la Lega. Per il partito di Giorgia Meloni è il capogruppo alla Camera, Tommaso Foti, a prendere la parola rivolgendosi direttamente a Piantedosi: «Lei è andato a Cutro da uomo di governo con una responsabilità dello Stato per rappresentare sul posto e immediatamente una presenza anche fisica rispetto a una situazione che era già andata a deteriorarsi. Quella presenza è stata apprezzata dal sindaco di Cutro, perché dopo due giorni quella presenza non è stata apprezzata? Non penso che il governo potesse fare di più e di meglio». L’intervento della Lega è dell’altro capogruppo, Riccardo Molinari: «Il gruppo della Lega rinnova la piena stima, la piena solidarietà per gli attacchi subiti e la piena fiducia per il suo operato». Poi l’attacco al Pd e alla neosegretaria Elly Schlein: «Il primo atto del nuovo segretario del Pd Schlein è stato usare i morti per chiedere le dimissioni a lei e a Meloni di dimissionare Salvini e Giorgetti. Se non è speculare sulla tragedia questo allora cosa è speculare? Sono giorni che vediamo qualcuno andare in Procura, che qualcuno chiede l’intervento delle manette per non avere saputo vincere le elezioni».
Pd, Provenzano cita parole di Giorgia Meloni del 2015
Dall’opposizione arrivano risposte e critiche. Per il Pd parla il deputato Peppe Provenzano, anche lui rivolgendosi a Piantedosi: «Ci aspettavamo da lei delle scuse signor ministro ma è troppo tardi. Tutto quello che doveva dire e quello soprattutto non dovevate dire è già stato detto. Farete un Cdm a Cutro ma è troppo tardi, perché a Cutro lo Stato si è voltato dall’altra parte. “Il Governo deve essere indagato per strage colposa”. Lo disse Giorgia Meloni nel 2015 ma allora il naufragio avvenne a 200 km da Lampedusa, ora a 200 m dalle nostre coste. Chi ha deciso nel corso di quelle sei ore che dovesse essere un’operazione di polizia e non di soccorso guidata dalla guardia costiera che avrebbe avuto i mezzi per salvare vite? Il nodo è tutto qui. È una scelta politica».
M5s, Baldino contro Salvini: «Non scappi come coniglio, si dimetta»
L’affondo del Movimento 5 Stelle, invece, è contro il vicepremier Matteo Salvini e la premier Giorgia Meloni. La deputata Vittoria Baldino attacca il leader della Lega: «Kr sta per Crotone, 46 è il numero del ritrovamento. Identifica un corpo senza vita. Quello di un bambino di nemmeno un anno. Oggi le vittime sono 72. Quello che mi attanaglia è il pensiero che quelle persone potevano essere salvate, un pensiero che si è fatto largo in tutti noi. La risposta balbuziente di questo governo è stata quella di trincerarsi in ricostruzioni autoassolutorie». Poi passa all’attacco della numero uno di Fratelli d’Italia: «Non serve fare un Cdm a Cutro. Serve senso delle istituzioni, serve quel senso morale che Giorgia Meloni madre, donna e cristiana semplicemente non ha».